La Cei: necessaria un’ecologia integrale che rispetti animali e ambiente
Tiziana Campisi - Città del Vaticano
È dedicato a “Gli animali, compagni della creazione” il messaggio della Conferenza episcopale italiana per la 71.ma Giornata Nazionale del Ringraziamento che si celebra il 7 novembre. Pubblicato dalla Commissione Episcopale per i Problemi Sociali e il Lavoro, la Giustizia e la Pace oggi, giorno in cui la Chiesa celebra la memoria di San Francesco d’Assisi, il santo che amava particolarmente il creato e ogni creatura, il testo richiama anzitutto alcuni versetti della Sacra Scrittura nei quali emerge che gli animali sono “compagni della creazione, inseriti in un progetto di alleanza”. Ma i vescovi evidenziano poi che “la prossimità agli animali, che nella tradizione della civiltà agricola ha portato a sentirli e trattarli quasi come partecipi della vita familiare, nella modernità è stata abbandonata”, sicché “queste creature” sono state ridotte “ad oggetti di mero consumo”.
Un approccio di ecologia integrale
“La civiltà urbana, d’altra parte, ha portato talvolta a eccessi opposti - proseguono i vescovi - con un’attenzione per gli animali da compagnia talvolta superiore a quella per gli esseri umani”. Tuttavia “a volte l’atteggiamento umano è predatorio nei confronti degli animali come verso le persone” ed è per questo necessario “un approccio di ecologia integrale”, per “valorizzare un orizzonte equilibrato” e superare “la riduzione moderna del vivente a oggetto di consumo, per riscoprirne il valore proprio”.
No a un rapporto strumentale
I vescovi avvertono che nei confronti degli animali non si può avere “un rapporto puramente strumentale”, che “la migliore pratica di allevamento” deve avere cura del “benessere degli animali coinvolti, garantendo loro la possibilità di una vita conforme al loro essere, in ambito naturale”. Da qui i “forti interrogativi per alcune forme intensive applicate nella zootecnia, che oltre a calpestare la vita animale, costituiscono al contempo una grave fonte di impatto ambientale”, e l’invito a rinnovare gli stili di vita e a garantire diritti agli allevatori per una ecologia integrale. E ancora, a considerare, “ad esempio che alcune specie animali, come le api, sono una benedizione per l’ecosistema e per le attività dell’uomo”, che “la quantità e la qualità degli allevamenti dipendono anche dalla domanda e dagli stili di vita delle persone, e che per questo, considerando il valore degli animali e l’istanza di sostenibilità, sono da “evitare quegli eccessi di consumo che, negli ultimi decenni, hanno distorto la salubrità della dieta mediterranea e aumentato il consumo di acqua in maniera esponenziale”.
Storie di inclusione e dialogo
Il messaggio esorta, poi, a fare “discernimento su quelle pratiche che pregiudicano gli interessi vitali degli animali, senza che ve ne siano in gioco di altrettanto importanti per gli esseri umani” e plaude alle forme di allevamento sostenibili, all’impegno di alcuni allevatori che hanno valorizzato molte aree interne del Paese evitandone lo spopolamento e il degrado e alla ripresa della pastorizia da parte di allevatori stranieri, specialmente immigrati, come gli indiani di religione Sikh. “Grazie all’attività di migranti - affermano i vescovi - sono nate storie molto belle di inclusione sociale e di dialogo interreligioso”. Il messaggio non dimentica il mondo marino, rimarcando l’importanza dei periodi per il ripopolamento del pesce e ricordando che forme intensive di pesca distruggono l’ecosistema. “Vanno evidenziate le iniziative lodevoli di alcuni porti italiani che si sono dedicati anche alla pesca di plastica, per mantenere pulito il mare, fonte di lavoro e di vita” aggiungono i vescovi. Infine la Commissione Episcopale per i Problemi Sociali e il Lavoro, la Giustizia e la Pace chiede che vengano garantiti “i diritti di pescatori e pastori, la cui dignità va riconosciuta per la salvaguardia di antichi mestieri che sanno prendersi cura del territorio”, e che venga riconosciuto adeguatamente il loro lavoro “evitando forme vergognose di sfruttamento e di caporalato”.
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