Soddu e Palmieri nominati vescovi di Terni e Ascoli
Isabella Piro – Città del Vaticano
Sono circa 125 i km che, sulla mappa, separano Terni, in Umbria, e Ascoli Piceno, nelle Marche. Ma da oggi le due città sono più vicine, perché entrambe vedono la nomina del loro nuovo vescovo. Papa Francesco, infatti, ha scelto per la diocesi di Terni-Narni-Amelia monsignor Francesco Antonio Soddu, finora direttore nazionale di Caritas Italiana. Il presule succede a monsignor Giuseppe Piemontese, la cui rinuncia è stata accettata, sempre oggi, dal Pontefice. Ad Ascoli Piceno arriva invece monsignor Gianpiero Palmieri, finora vicegerente di Roma.
Monsignor Soddu: una vita all’insegna della carità
Nato il 24 ottobre 1959 nella cittadina sarda di Chiaramonti, in provincia di Sassari, 62 anni, monsignor Soddu è stato ordinato sacerdote il 24 aprile 1985. Dopo aver conseguito il Baccalaureato in Sacra Teologia e poi la licenza in Teologia pastorale presso la Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna, nel 1997 viene nominato parroco della Cattedrale di San Nicola in Sassari e nel 1998 Canonico del Capitolo Turritano. Nel corso degli anni ricopre diversi incarichi a livello diocesano: componente del Comitato diocesano per il Giubileo (2000); segretario generale del Congresso eucaristico diocesano (2003); direttore della Caritas diocesana (2005) e direttore dell’Ufficio Migrantes (2011). A gennaio 2012 diventa direttore di Caritas Italiana, su nomina del Consiglio permanente della Conferenza episcopale italiana, e nel marzo 2017 vede rinnovato il suo mandato per un ulteriore quinquennio.
Attenzione per i malati, i poveri e i sofferenti
Nel suo primo messaggio indirizzato ai fedeli di Terni-Narni-Amelia e pubblicato sul sito web della diocesi, monsignor Soddu scrive: “Saluto e abbraccio tutte le famiglie: mamme, papà e figli; voi siete la cellula della Chiesa ed anche la sua forza. Saluto i bambini, i ragazzi e i giovani, gli studenti, gli adulti e gli anziani, i lavoratori e coloro che faticano a trovare o a ritrovare il lavoro”. Una “particolare carezza d’affetto”, poi, il vescovo eletto la offre “ai malati, ai sofferenti nel corpo o nello spirito e a quanti le prove della vita hanno riservato giorni difficili e sono tormentati da solitudine e povertà”. Centrale anche il richiamo alla “collaborazione per il bene comune”, fianco a fianco con i rappresentanti delle istituzioni amministrative e sociali. “Davanti a un così grande compito sento la gravità della responsabilità – continua monsignor Soddu - ma anche il conforto nella consapevolezza di poterla condividere con tutti voi, in questo significativo tempo di grazia caratterizzato dal percorso sinodale della Chiesa”.
La gioia della Caritas Italiana
Grande la gioia della Caritas Italiana per la nomina del presule: in una nota, il presidente dell’organismo, monsignor Carlo Roberto Maria Redaelli, insieme a tutti gli operatori, si congratula con lui e sottolinea: “Si tratta di una nomina che arriva in un anno particolarmente importante che ha visto Caritas Italiana celebrare i 50 anni dalla sua istituzione e rilanciare il suo servizio pastorale lungo le tre strade indicate da Papa Francesco: partire dagli ultimi, custodire lo stile del Vangelo, sviluppare la creatività”. La Caritas Italiana si dice inoltre certa che, nel suo nuovo incarico, “don Francesco saprà proseguire nel servizio del Vangelo, della Chiesa e dei poveri, promuovendo un’autentica pastorale delle relazioni, capace di ascolto e di inclusione, con lo sguardo verso l’Alto e verso l’altro”. In tal mondo, conclude la nota, la diocesi di Terni-Narni-Amelia sarà sempre “più pronta a vivere l’ordinarietà a partire dagli ultimi, aperta al nuovo e ai suggerimenti dello Spirito, in grado di contribuire all’avvio di fecondi processi generativi”.
Monsignor Palmieri Arcivescovo ad personam
Ed è con la medesima “grande gioia” che la nomina di monsignor Gianpiero Palmieri viene annunciata dalla diocesi di Ascoli Piceno, da un anno esatto guidata, in qualità di Amministratore apostolico, da Monsignor Domenico Pompili, vescovo di Rieti, succeduto a Monsignor Giovanni D’Ercole, la cui rinuncia era stata accettata dal Papa il 29 ottobre 2020. Al vicegerente di Roma il Papa conferisce anche il titolo di “Arcivescovo ad personam”: un segno di particolare distinzione legato alla sola persona dell'arcivescovo, senza che la diocesi di cui porta il titolo sia arcidiocesi.
Parroco “sul campo”
Di origini pugliesi, Monsignor Gianpiero Palmieri ha 55 anni: è nato, infatti, il 22 marzo 1966 a Taranto. Ha frequentato il Pontificio Seminario romano minore e successivamente l’Almo Collegio Capranica di Roma. È stato ordinato sacerdote il 19 settembre 1992 per la diocesi di Roma ed ha conseguito la licenza in Teologia dogmatica presso la Pontificia Università Gregoriana. Subito dopo l’ordinazione ha ricoperto gli incarichi di vicerettore del Pontificio Seminario romano minore (fino al 1997) e assistente diocesano dell’Azione cattolica ragazzi (fino al 1999). È stato vicario parrocchiale prima ai “Santi Simone e Giuda Taddeo” a Torre Angela dal 1997 al 1999, e poi a “San Frumenzio” ai Prati Fiscali fino al 2004, anno in cui è stato nominato parroco della stessa comunità che ha guidato fino al 2016. Quindi, per due anni, è stato parroco e amministratore parrocchiale di “San Gregorio Magno”, mentre dal 2017 al 2018 è stato incaricato del Servizio per la formazione permanente del clero.
“Un pastore buono”
Nominato ausiliare della diocesi di Roma il 18 maggio 2018, è stato consacrato il 24 giugno successivo. Il 19 settembre 2020 è stato nominato arcivescovo vicegerente di Roma. Tra gli altri incarichi ricoperti, quello di delegato per il Diaconato permanente, presidente della Commissione regionale per le Migrazioni della Conferenza episcopale laziale e membro della Commissione Cei per il servizio della carità e della salute. “L’amore appassionato per la Chiesa”, il suo “specchiarsi nelle Beatitudini”, la “disponibilità generosa al servizio” e l’essere sempre stato “un pastore buono” sono le sue caratteristiche sottolineate, in una nota, dal cardinale vicario Angelo De Donatis.
Il congedo da Roma
Dal suo canto, monsignor Palmieri confessa la sua “fatica” nel congedarsi dalla Chiesa di Roma: “Le mie giornate erano fatte di volti da incontrare e di luoghi da abitare – spiega - Ho assistito tutti i giorni alla potenza della Parola di Dio che tocca i cuori delle persone, all’energia dello Spirito che spinge tanti a dedicarsi agli altri, specie ai poveri, ho partecipato con passione alla missione ecclesiale di fecondare con la parola evangelica l’aridità di tanti mondi interiori ed esteriori”. Il neo-vescovo ricorda anche l’evangelizzazione “semplice e autentica” portata “anche in ambienti molto laici o in situazioni istituzionali molto ingessate”: per questo, sottolinea, “congedarsi è difficile”. Ma “solo quando lasci qualcosa – aggiunge - ti rendi conto che sei legato, che l’hai amata e che sei stato molto amato”. “La grazia – ribadisce - come un fiume sotterraneo, è la vera realtà invisibile di questa città”.
Il forte legame con Ascoli Piceno
Dall’altro lato, però, c’è la gioia per l’arrivo ad Ascoli Piceno, dove vive una parte della famiglia di monsignor Palmieri: “Tante volte – afferma in un messaggio ai fedeli - in particolare da bambino e da ragazzo, sono venuto a passare qualche giorno dai miei parenti ad Ascoli. E così mi sono innamorato della vostra e ora nostra città”. Ed aggiunge: “Vi chiedo con forza di camminare tutti insieme, in maniera sinodale sotto il primato della Parola di Dio, accogliendoci reciprocamente pur con tutti i nostri limiti e imparando a volerci bene”. “La misericordia del Padre conclude - sarà la nostra “casa”.
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