Etiopia, la violenza non risparmia neanche la Chiesa
Federico Piana- Città del Vaticano
L’Etiopia è sempre più nel caos. Nelle scorse ore, 72 autisti del World Food Programme, il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite, sono stati arrestati senza alcuna motivazione a Semera, città a nord del Paese, mentre stavano percorrendo l’unica strada che permette il passaggio dei convogli umanitari diretti nel Tigrè, regione dove, da più di un anno, si sta consumando lo scontro tra il Fronte popolare di liberazione e le forze armate governative. Ieri, altri 16 dipendenti dell’Onu di nazionalità etiope erano stati arrestati dalla polizia ad Addis Abeba dopo che le agenzie delle Nazioni Unite avevano accusato il mancato rispetto dei diritti umani.
La sofferenza della Chiesa locale
“Anche la Chiesa locale sta soffrendo molto” denuncia con forza padre Giuseppe Cavallini, missionario comboniano, in Etiopia per trent’anni e ora neo direttore della rivista Nigrizia. I contorni del sequestro di 17 persone, tra loro padri salesiani e collaboratori, portate via con la forza dal centro di formazione ‘Don Bosco’ del quartiere Gotera di Addis Abeba, avvenuto lo scorso 5 novembre, sono ancora poco chiari. Eppure, spiega padre Cavallini, un fatto così drammatico non rappresenta un caso isolato: ”Qualche giorno fa, i militari sono entrati nella cattedrale ortodossa di Addis Abeba cercando persone di etnia tigrina. E questi rastrellamenti li stanno facendo in tutta la capitale”.
Missioni e parrocchie assaltate
I rastrellamenti non risparmiano le missioni cattoliche del Paese. Per la prima volta, padre Cavallini rivela che, nella regione occidentale del Benisciangul, i guerriglieri hanno “letteralmente raso al suolo una nostra missione comboniana costringendo alla fuga i sacerdoti e le suore. Ma non solo: anche nel Tigrè sono state saccheggiate numerose chiese e missioni”. Alcune sono anche state distrutte.
Chiesa ortodossa, la più colpita
Padre Cavallini precisa che, però, ad essere più colpita è la Chiesa ortodossa. “Storicamente – conclude il missionario comboniano – la Chiesa ortodossa è stata identificata con l’etnia Amhara, quella che, tradizionalmente, ha detenuto e praticato il potere”.
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