Presidenziali. Vescovi cileni: “Una nuova opportunità per il Paese"
Anna Poce – Città del Vaticano
In una dichiarazione, intitolata “Una nuova opportunità per il Paese”, letta dall’arcivescovo di Concepción, monsignor Fernando Chomali Garib, vicepresidente della CECh, e diffusa in un video pubblicato il 16 dicembre sulla pagina web dell’Episcopato, il Comitato Permanente della Conferenza episcopale cilena chiede “ai cattolici e a tutti i cittadini cileni di esercitare il loro diritto di voto” e di “votare con coscienza”, ricercando il più possibile il bene comune, “considerando i principi cristiani fondamentali per l'ordine sociale e politico”, anche quando le opzioni in campo mostrino carenze rispetto a quegli stessi principi.
Clima di polarizzazione
Il Comitato ricorda infatti come le elezioni presidenziali di domenica prossima si svolgano “in un contesto di polarizzazione, e di conseguenza in un clima di campagna elettorale aggressivo e squalificante, che ha favorito la disaffezione verso la politica e ha spesso impedito una discussione approfondita sulle questioni fondamentali per il popolo cileno”. Aspetto positivo tuttavia – riconosce l’organismo – è quello di aver visto nelle ultime settimane “un certo tono moderato nelle proposte e il riconoscimento degli errori da parte dei candidati”.
Che i candidati onorino i valori democratici
“Domenica avremo un nuovo Presidente della Repubblica e noi già preghiamo per lui e per il suo governo” scrivono i vescovi. Essi chiedono al nuovo capo di Stato, chiunque sarà, “di governare per tutti i cileni, cercando vie di dialogo, accordo, giustizia e fraternità”; chiedono “ad entrambi i candidati di onorare i valori democratici, di accettare l’opinione dei cittadini e di collaborare, dal loro posto, per costruire una comunità politica la cui anima sia la carità sociale”. Tutto questo, però, tenendo conto che – come ci ricorda Papa Francesco nell’enciclica Fratelli tutti– “il Cile non si costruisce solo con le azioni dei suoi politici”. “Ogni giorno - precisano - ci viene offerta una nuova opportunità, una nuova tappa. Non dobbiamo aspettare tutto da coloro che ci governano, sarebbe infantile. Godiamo di uno spazio di corresponsabilità capace di avviare e generare nuovi processi e trasformazioni. Dobbiamo essere parte attiva nella riabilitazione e nel sostegno delle società ferite. Oggi siamo di fronte alla grande occasione di esprimere il nostro essere fratelli, di essere altri buoni samaritani che prendono su di sé il dolore dei fallimenti, invece di fomentare odi e risentimenti”.
Costruttori di pace
I vescovi concludono il loro messaggio, invitando i cileni a pregare per l'unità del Paese, contemplando, in questo tempo di avvicinamento al Natale, “Dio con noi che assume la nostra condizione umana perché possiamo vivere come fratelli e sorelle". “Che il canto che risuona in questi giorni ‘Gloria a Dio nell’alto dei Cieli e pace in terra agli uomini amati dal Signore’ - auspicano i presuli - ci incoraggi ad essere costrutttori di pace".
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