Lavoratori e famiglia
Mirko Altimari*
II principio della retribuzione giusta caratterizza la Dottrina sociale, rappresentandone uno dei punti centrali, fin dalla Rerum novarum. Nella Quadragesimo anno si riafferma la necessità della sufficienza della retribuzione con la fondamentale integrazione del criterio del sostentamento della famiglia del lavoratore. Tale riferimento è presente anche nel diritto positivo, all’art. 36, co. 1 della Costituzione italiana, nel quale il principio di proporzionalità («il lavoratore ha diritto a una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro») si integra con quello di sufficienza («in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa»).
Occorre mettere in evidenza come su quest’ultimo aspetto il dettato costituzionale appare, purtroppo, solo in parte attuato. Più in generale, due sono le principali questioni da affrontare in tema di politiche a sostegno della famiglia. Vi è senz’altro un problema di carattere finanziario, relativo al quantum di risorse dedicate. Ma l’ordinamento sconta altresì la mancanza di sistematicità degli strumenti impiegati: talora il legislatore prevede istituti (ad es. una serie di bonus) i quali, sebbene apprezzabili negli intenti, rischiano di essere inefficaci poiché temporanei o finanziati di anno in anno.Ecco perché dal punto di vista metodologico – sospendendo il giudizio, circa il merito, in attesa di una loro concreta attuazione – sono auspicabili provvedimenti legislativi di razionalizzazione e incremento del sostegno.
In ogni caso il rapporto tra lavoro e famiglia non certo può ridursi alla sola fissazione degli aspetti legati ai profili economici, per quanto essi siano centrali. Si pensi all’importanza della conciliazione tra tempi di vita familiare e professionale, alla tutela del lavoro femminile nonché al tema delle politiche abitative. Del resto Papa Francesco ha ribadito la imprescindibile “connessione” esistente tra diversi aspetti, alcuni dei quali solo accennati in questa sede: «se si accetta il grande principio dei diritti che promanano dal solo fatto di possedere l’inalienabile dignità umana, è possibile accettare la sfida di sognare e pensare ad un’altra umanità. È possibile desiderare un pianeta che assicuri terra, casa e lavoro a tutti. Questa è la vera via della pace» (Fratelli tutti, 127). Le persone non devono essere lasciate sole e la tutela della famiglia, prima e vitale cellula della società, deve essere necessariamente integrale ed effettiva.
*Docente di Diritto del lavoro
Potete ascoltare qui la serie di podcast sulla Dottrina sociale della Chiesa. La puntata è di Mirko Altimari, curatore della voce “Lavoro e famiglia" del Dizionario di Dottrina sociale
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