Tonga: la Chiesa si mobilita per chi ha perso tutto
Tiziana Campisi – Città del Vaticano
Nell’isola di Tonga la Caritas e la Chiesa locale - con i suoi circa 15mila cattolici, 43 preti, 2 frati e 34 suore, divisi in 15 parrocchie - sono a lavoro per offrire soccorso, aiuto e assistenza alle popolazioni colpite dall’eruzione del vulcano sottomarino Hunga Tonga-Hunga Ha’apai, il 15 gennaio scorso, dal conseguente tsunami e ieri da una scossa sismica di magnitudo 6,2 gradi. Il disastro ha colpito l’84% delle circa 105mila persone del regno di Tonga e ha reso problematiche le forniture di cibo e di acqua alla popolazione. In una lettera a tutte le parrocchie, il vescovo della diocesi, il cardinale Soane Patita Paini Mafi, chiede donazioni di prodotti alimentari e beni di prima necessità, in particolare per le isole Ha’apai, riferisce Fides, specialmente per gli sfollati, rimasti senza casa, che sono stati evacuati dalle isole Mango, Atata e Tongatapu e sono stati accolti in alloggi temporanei a Sopu, nell’area di Nukùalofa. La Chiesa ha creato uno speciale Team Diocesano per i Disastri, composto da almeno un rappresentante per ogni zona o vicariato, che monitorerà la situazione e le necessità nelle varie isole. Caritas Tonga ha fatto sapere che vi è cenere ovunque, l’elettricità non è stabile, manca Internet e non c’è ancora un servizio telefonico per le isole più lontane. Per far fronte alla carenza idrica, ci si approvvigiona di acqua in bottiglie negli esercizi commerciali, ma le scorte non sono abbastanza per durare a lungo e soddisfare i bisogni di tutti, precisa la Caritas.
L’arcipelago e il cambiamento climatico
La Chiesa segnala “una chiara necessità di sostegno psicosociale” per le persone più in difficoltà, e mentre si attende che il governo organizzi servizi di questo tipo, operatori e volontari della Caritas Tonga stanno cercando di offrire supporto e aiuto anche in tal senso. Nella classifica del World Risk Index del 2020 l’arcipelago di Tonga, che conta 173 isole e isolotti, è il secondo Paese al mondo più esposto al rischio dei disastri causati dal cambiamento climatico, dopo Vanuatu, altro arcipelago dell’Oceano Pacifico. Nel novembre scorso il cardinale Mafi presidente di Caritas Oceania, ha lanciato un allarme alla Conferenza Onu sul clima di Glasgow (Cop26), segnalando la frequenza di tempeste, cicloni, inondazioni e erosioni costiere, e facendo notare che “la sua terra non è più sicura per le generazioni future”.
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