Il presidente della Cei: risuoni continuamente l’ora della pace e del dialogo
Tiziana Campisi – Città del Vaticano
Avrebbe dovuto parlare Papa Francesco al momento conclusivo dell’incontro dei vescovi e sindaci del Mare Nostrum “Mediterraneo frontiera di pace 2” ospitato a Firenze. Ma costretto a restare in Vaticano a causa di un’acuta gonalgia, il Pontefice ha incaricato il presidente della Conferenza episcopale italiana, il cardinale Gualtiero Bassetti. Al Papa il porporato assicura vicinanza e sostegno e inizia il suo discorso ricordando le parole di Francesco nell’enciclica Fratelli tutti: “Ogni guerra lascia il nostro mondo peggiore di come lo ha trovato. La guerra è un fallimento della politica e dell’umanità, una resa vergognosa, una sconfitta di fronte alle forze del male”. Parole che il Papa ha ribadito venerdì scorso, con il pensiero rivolto all’Ucraina e al conflitto con la Russia, in un tweet sull’account @Pontifex, accompagnandole con la firma autografa e con un’immagine di Cristo crocifisso, e tradotte anche in russo e in ucraino.
"Mediterraneo frontiera di pace 2", grande momento storico
A proposito dell'incontro di Firenze, il cardinale Bassetti afferma che quello vissuto da sindaci e vescovi del Mediterraneo è un grande momento storico, che queste giornate in cui primi cittadini, presuli, esperti e volontari si sono potuti confrontare e ascoltare rappresenta “qualcosa di nuovo e di profondamente diverso rispetto al passato”. Ritrovandosi insieme “mossi da una reciproca volontà di ascolto”, aggiunge il presidente della Cei, sindaci e vescovi hanno siglato anche una dichiarazione comune, “La carta di Firenze”, in cui sono emersi punti che stanno a cuore a tutti, indipendentemente dalla diversa visione del mondo e dalle differenti religioni. “Un fatto meraviglioso”, lo definisce il porporato, mentre “una folle guerra si sta svolgendo in Ucraina portando morte e distruzione”. “Ma l’orologio della storia non vuole fermare le sue lancette a Firenze - prosegue il cardinale Bassetti - anzi vuole che risuoni continuamente l’ora della pace e del dialogo”.
Il Mediterraneo luogo di pace
Il pensiero del presidente della Cei va poi a Giorgio La Pira, che fu sindaco di Firenze nei primi anni Sessanta e che vedeva nel Mediterraneo “un mare che unisce e non divide”, “il ‘grande lago di Tiberiade’ in cui si affacciano le civiltà che appartengono alla ‘triplice famiglia di Abramo’”. Per il cardinale Bassetti l’incontro fra queste civiltà “può cambiare la storia non solo del Mediterraneo, ma del mondo intero”. “Lasciatemelo dire - dichiara energicamente il porporato - Dio ci ha chiamato qui a Firenze contro ogni avversità, contro ogni difficoltà, contro ogni guerra”. E citando ancora La Pira, il porporato rimarca che occorre abbattere muri e costruire ponti tra le genti del Mediterraneo, “unire ciò che è stato diviso per secoli”, unire, in nome della fratellanza umana, come ha asserito il Papa nel documento di Abu Dhabi, unire per la pace.
La Carta di Firenze un raggio di sole in questo momento buio
Infine il cardinale Bassetti ringrazia sindaci e vescovi per il “meraviglioso lavoro” svolto in questi giorni che ha dato vita alla Carta di Firenze, invitando a portare il documento nelle città, nelle scuole, nelle comunità religiose, nelle parrocchie, a diffonderlo, divulgarlo, ma soprattutto incarnarlo. Per il porporato questa Carta è la testimonianza che esiste una coscienza mediterranea, “è un patto sociale, un patto di amicizia”. “La Carta di Firenze - conclude il presidente della Cei - è davvero un raggio di sole in questo momento in cui attorno a noi sentiamo il rumore delle armi e sembra esserci tanto buio”.
Soccorrere e aiutare i migranti, in Ucraina basta guerra
Nel testo integrale dell'intervento del cardinale Bassetti, reso noto sul sito della Cei, viene ricordata la triste definizione che Papa Francesco ha più volte dato del Mare Mediterraneo: il “più grande cimitero d’Europa”. “Negli ultimi anni, migliaia di uomini, donne e bambini hanno perso la vita solcando questo mare in cerca di una vita migliore o in fuga da una guerra – rimarca il porporato - Questa emergenza drammatica ci interpella profondamente come cristiani e come persone umane. Non possiamo rimanere indifferenti rispetto al grande flusso migratorio che ormai da tempo caratterizza il Mediterraneo. Dobbiamo perciò soccorrere e aiutare”. Per il presidente della Cei occorre anche vedere le migrazioni “non solo come un problema ma come una grande opportunità. Un’occasione per trasformare le nostre città in luoghi di accoglienza e di ospitalità”. Ma il cardinale Bassetti evidenzia anche l’altra emergenza che sta scuotendo il mondo, “le notizie drammatiche e le immagini ancor più inquietanti che provengono dall’Ucraina”, che raccontano una nuova “tragedia umanitaria”. “Il mio pensiero e la mia preghiera vanno verso tutte quelle persone che adesso si trovano nei rifugi sotterranei e a coloro che stanno fuggendo” confida il cardinale Bassetti, che lancia un appello “a tutti coloro che stanno combattendo”: “Vorrei usare le parole semplici di un vecchio sacerdote: vi prego, vi scongiuro, fermatevi! In nome di Dio, no alla guerra!”
Gli altri interventi
Unanime stamattina, dopo il discorso conclusivo del cardinale Bassetti, il ringraziamento dell'Assemblea congiunta per il convegno organizzato a Firenze che ha prodotto la Dichiarazione comune di intenti: dal sindaco di Gerusalemme Moshe Lion, che ha parlato della sua città come della "città dei miracoli moderni" dove ebrei, musulmani e cristiani vivono, giocano e lavorano insieme, e che - ha detto - "sarà in pace solo se l'intero mondo sarà in pace". Poi, il procuratore a Roma di Antiochia dei Siri che ha riferito di quanto si sia compresa in questi giorni l'interconnessione della comunità cristiana con quella civile per una feconda collaborazione. Il sindaco di Instanbul, storicamente luogo di ponte tra le civiltà, si è impegnato contro ogni discriminazione e violenza e il cardinale arcivescovo di Rabat ha concluso promettendo di adoperarsi per una Chiesa sempre più incarnata, non chiusa in una bolla, che concepisce la missione proprio come costruzione di ponti.
I punti della Carta di Firenze
Resta in questo Incontro una dichiarazione lunga e corposa che è la Carta di Firenze, firmata dai vescovi e dai sindaci del Mediterraneo. Al centro del documento c’è il riconoscere come il dialogo e la collaborazione siano i valori aggiunti per un mondo di pace dove si aprano “orizzonti di speranza delle giovani generazioni”. Un passaggio obbligato nella Carta riguarda la situazione in Ucraina che ha provocato “sentimenti di dolore”. L’appello è che “la violenza e le armi siano bloccate e siano evitate grandi sofferenze al popolo ucraino e si passi ad un negoziato che ricostruisca la pace”.
Protezione del patrimonio e delle tradizioni dell’area mediterranea, l’importanza dell’educazione, lo sviluppo di nuove opportunità di dialogo e di incontro tra culture diverse. Sono alcuni dei punti fissati dal documento che ribadisce la necessità di rispettare il diritto alla salute, di implementare soluzioni integrate per evitare cambiamenti climatici catastrofici, di politiche migratorie che rispettino i diritti umani fondamentali. Da qui la richiesta di un impegno dei governi a tutti i livelli per promuovere iniziative nel segno della fraternità e della libertà religiosa.
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