Vescovi del Mediterraneo: la guerra è una scellerata decisione
Antonella Palermo - Città del Vaticano
Da Firenze i vescovi del Mediterraneo considerano "la guerra una follia" e fanno appello alla coscienza di quanti hanno responsabilità politiche chiedendo a una sola voce che tacciano le armi.
Condanna ferma e unanime delle azioni militari in Ucraina
Ricorrere alle armi è stata una “scellerata decisione”. Così i presuli riuniti per il Forum sul Mediterraneo che in una nota diffusa ieri condannano fermamente le azioni militari in Ucraina. Esprimono vicinanza al popolo e alle comunità cristiane del Paese ribadendo che "ogni conflitto porta con sé morte e distruzione, lacera il tessuto sociale e minaccia la convivenza tra le nazioni". I vescovi ricordano che "la memoria di quanto accaduto nel Vecchio Continente nel secolo scorso deve indurci a rinnegare ogni discorso di odio e ogni riferimento alla violenza, spronandoci invece a coltivare relazioni di amicizia e propositi di pace". Poi, citando Giorgio La Pira, invitano a 'trasformare in aratri le bombe, in astronavi di pace i missili di guerra'. E rilanciano, infine, l’adesione alla Giornata di preghiera e digiuno indetta dal Papa per il 2 marzo. Dopo i lavori di ieri pomeriggio, nella Basilica di Santa Maria Novella i vescovi hanno preso parte a un momento di adorazione eucaristica e di preghiera silenziosa proprio per la pace. "In Ucraina ci sono cristiani ortodossi e cattolici - ha detto monsignor Antonino Raspanti, vice presidente CEI, a margine dell'Incontro dei vescovi - che probabilmente in questo momento si troveranno su parti avverse, e questo fa soffrire". Oggi i delegati si confronteranno sui doveri per le comunità religiose nella città, con professor Giuseppe Argiolas, Rettore dell’Istituto Universitario Sophia. In serata è prevista una preghiera nella Basilica abbaziale di San Miniato al Monte, sulla città nella memoria di martiri e testimoni della fede e delal giustizia.
Grusas (CCEE): la Lituania si organizza per accogliere 100mila profughi
"L’inizio dell’intervento militare in Ucraina, ieri, ci ha davvero avviliti. Siamo uniti in preghiera per il popolo ucraino e per la Chiesa in Ucraina. Chiediamo che si desista dall’azione militare, chiediamo che siano risparmiate le donne, i bambini e gli uomini, che possano essere al sicuro", così monsignor Gintaras Grusas, arcivescovo di Vilnius, Presidente del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa. Interve nell'intervento al briefing odierno. "Ci uniamo al Santo Padre nel suo appello alla preghiera e al digiuno e continuiamo a chiedere a tutti, cristiani, cattolici e persone di buona volontà di unirsi per chiedere e pregare per la pace, e chiedere ai politici di fare il possibile per ottenere la cessazione delle azioni militari e che siano messe in campo le più dure sanzioni possibili al fine di fermare le manovre militari e l’invasione", ha aggiunto.
Grusas ha detto che, in piena sintonia con l'incontro di Firenze, la Chiesa e i sindaci di diverse città lituane stanno lavorando insieme per sistemare i rifugiati che incominciano ad arrivare. "Il flusso maggiore di profughi arriverà in Polonia - ha precisato - però già diversi ucraini che vivono in Lituania che stanno ospitando amici e parenti che erano già fuggiti dall’Ucraina. Stiamo lavorando insieme: in Lituania sono attese circa un centinaio di migliaia di persone". Spiega che sono già state messe in campo diverse azioni di sostegno per gli ucraini.
Pizzaballa: la guerra è una sconfitta del buon senso
Ai nostri microfoni, da Firenze, anche monsignor Pierbattista Pizzaballa, Patriarca di Gerusalemme dei Latini, denuncia l'insensatezza della guerra:
"E' una sconfitta del buon senso, innanzitutto, una sconfitta di tutti coloro che hanno creduto che sia ancora possibile trovare forme di relazioni serene e positive, al di là delle differenze", ci dice Pizzaballa, che giunge da una regione così ferita da decenni di conflitti. "La diplomazia può dare delle indicazioni, ma poi è la politica che deve tradurre in gesti concreti. Al momento mi pare difficile. Spero comunque che le diplomazie internazionali possano fare pressioni perché le due parti trovino una forma di sospensione di questo conflitto", aggiunge, parlando di "nazionalismi esasperati". E, sul Forum in corso a Firenze, precisa: "Non dobbiamo aspettarci cambiamenti rivoluzionari da questo incontro. Basterebbe ritrovarsi attorno a dei punti comuni per la convivenza: la città è il luogo dove le differenze si possono ricomporre, questo è importante".
Il Documento sulla Fratellanza, fonte di ispirazione rilanciata ai sindaci
Pizzaballa chiosa sul Documento sulla Fratellanza umana - di cui si è parlato nei lavori di ieri - che, ricorda, "è un richiamo importante per tutti noi per la sua applicazione". Proprio questo testo ha ispirato il cardinale Bassetti nel salutare i sindaci che oggi cominciano, sempre nel capoluogo toscano, il loro Forum. Il porporato ha offerto loro alcune questioni su cui compiere una riflessione comune: come custodirci a vicenda nell’unica famiglia umana? Come alimentare una convivenza tollerante e pacifica, che si traduca in fraternità autentica? Come far prevalere, nelle nostre comunità, l’accoglienza dell’altro e di chi è diverso da noi perché appartiene ad una tradizione religiosa e culturale diversa dalla nostra? Come le religioni possono essere vie di fratellanza anziché muri di separazione?
Forum dei sindaci: sicurezza sanitaria per il Mediterraneo
All’ordine del giorno nei lavori degli amministratori delle città, i temi della sicurezza sanitaria e della promozione sociale, visto che in molte zone del ancora non è stata raggiunta, dell’inquinamento e delle migrazioni. Sarà il sindaco di Firenze, Dario Nardella, Audrey Azoulay, Direttore Generale UNESCO e Antonio Decaro, sindaco di Bari e Presidente ANCI (Associazione Italiana dei Comuni Italiani) ad introdurre la giornata fitta di ospiti, alcuni dei quali in streaming. Romano Prodi, ex Presidente della Commissione Europea, interverrà sull'aspetto della crescita culturale e della cooperazione tra le città del Mediterraneo. In particolare, si soffermerà su come favorire progetti in ambito culturale tra città e paesi che si affacciano sul Mediterraneo, per una cultura che sia veicolo di crescita economica e sociale e quindi strumento di stabilità e convivenza pacifica. Il tempo di pandemia imporrà ancora una riflessione sulle analisi delle prospettive internazionali per le campagne di vaccinazione. A questo proposito, ci sarà il contributo di Zsuzsanna Jakab, Vice Direttrice Generale OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), Arnon Afek, Direttore dello Sheba General Hospital di Ramat Gan, ex Direttore Generale del Ministero per la Salute Pubblica di Israele.
Confronti su politiche migratorie e transizione energetica
Nel pomeriggio, i sindaci avranno l'opportunità - così come per le altre sessioni - di condividere priorità e proporre soluzioni sul tema dell'inquinamento delle acque, della tutela ambientale e delle risorse idriche ed energetiche che investono il Mediterraneo. Come promuovere uno sviluppo economico sostenibile in favore di un'equa distribuzione delle risorse idriche ed energetiche sarà il cuore della discussione che verterà pure sulla diffusione delle tecnologie per una transizione energetica sostenibile. Tra gli invitati Ibrahim Thiaw, Segretario Esecutivo UNCCD (Convenzione dell'Onu contro la desertificazione), Tareq Abu Hamed, Direttore Esecutivo dell’Arava Institute per gli Studi sull’ambiente, da Israele e Maimunah Mohd Sharif, Direttore Esecutivo UN Habitat. Le migrazioni tra le sponde del Mar Mediterraneo saranno il tema del dibattito conclusivo: come le città possono contribuire nella definizione di nuove politiche migratorie e collaborare per un effettivo rispetto dei diritti umani fondamentali? Ospiti, Marco Minniti, Presidente della Fondazione MedOr; Antonio Vitorino, Direttore Generale IOM (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni) e Filippo Grandi, Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR).
ultimo aggiornamento alle 13.00
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