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La Colombia ha depenalizzato l'aborto La Colombia ha depenalizzato l'aborto 

Depenalizzato l'aborto in Colombia, vescovi: atto immorale e pratica violenta

Il "profondo dolore" della Chiesa colombiana per la decisione della Corte Costituzionale del Paese di depenalizzare l'aborto. Ora sarà possibile interrompere volontariamente la gravidanza entro le prime 24 settimane dall’inizio della gestazione

Anna Poce – Città del Vaticano

I vescovi della Colombia, in una dichiarazione dal titolo “Facciamo tutti ricorso alla solidarietà creativa in favore della vita”, firmata dal presidente della Conferenza episcopale colombiana, l'arcivescovo di Bogotá, monsignor Luis José Rueda Aparicio, dal vicepresidente e dal segretario generale, hanno espresso  "perplessità e profondo dolore" dopo la decisione, presa lunedì 21 febbraio dalla Corte costituzionale, con cinque voti a favore su nove, di depenalizzare l'aborto entro le prime 24 settimane di gestazione. Secondo i presuli, nella gravidanza c'è un altro essere umano oltre alla madre che, essendo in uno stato di indifesa vulnerabilità, ha diritto di far parte di una famiglia.

L’aborto diretto è un atto immorale

“Sostenere che i diritti alla vita e a ricevere la protezione dello Stato, garantiti dalla Costituzione, non coprono il bambino dal momento del concepimento, è un affronto alla dignità umana. Quindi, proteggere il presunto diritto di sopprimere una vita umana innocente mette in pericolo il fondamento stesso del nostro ordine sociale e dello stato di diritto. L'aborto diretto, cioè voluto come fine o come mezzo, spiega l’Episcopato, “è un atto immorale e una pratica violenta contraria alla vita".

La Chiesa riconosce “che, in molte occasioni, la realtà dell'aborto risponde a drammi umani che comportano molteplici difficoltà e angosce per la madre e il suo ambiente, soprattutto quando la gravidanza è conseguenza di una violenza sessuale o deve essere affrontata in condizioni di abbandono, esclusione o difficoltà economiche”. Tuttavia, "in questi casi, quando la donna è vittima, è ragionevole che sia la società civile che il sistema giuridico cerchino di difenderla e proteggerla". "Consideriamo - si legge ancora nel comunicato - che la rivendicazione di un diritto cessi di essere legittima se implica negare o calpestare i diritti degli altri".

Agire secondo il principio di solidarietà sociale

Alla luce della decisione della Corte costituzionale, la Chiesa si chiede se possano esserci altri modi per salvaguardare la vita delle madri e dei loro figli non ancora nati. Questo, considerando che tutti i colombiani hanno il dovere costituzionale di agire secondo il principio di solidarietà sociale, come stabilito dall'art. 95 della Costituzione colombiana. "Poiché questa virtù permette di creare alternative di bene dove il male è l'unica opzione, vogliamo essere i primi ad aiutare a fare la scelta giusta quando l'aborto sembra essere la soluzione" continuano i presuli. “Lo facciamo in nome di Colui che è venuto a portare la vita in abbondanza - concludono -, nella speranza che anche lo Stato, così come tutti i compatrioti di buona volontà, non risparmino sforzi per proteggere e promuovere la vita umana, anche nelle circostanze più complesse".

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23 febbraio 2022, 10:52