Elezioni presidenziali in Costa Rica Elezioni presidenziali in Costa Rica 

Costa Rica al ballottaggio. I vescovi chiedono idee e rispetto

La Costa Rica ha votato per scegliere il nuovo presidente, due vicepresidenti e 57 deputati dell’Assemblea legislativa il 6 febbraio. I vescovi si congratulano con i cittadini per il loro senso civico e chiedono di unire gli sforzi nel Paese per migliorare la qualità della vita

Anna Poce – Vatican News

In un comunicato dal titolo "Continuiamo a costruire un Paese migliore", pubblicato ieri sul sito web dell’episcopato, i vescovi costarricensi si sono congratulati “con tutti coloro che hanno partecipato a questo giorno di elezioni con il loro voto, così come con tutti coloro che hanno proposto il loro nome per candidarsi ad una carica elettiva". La Costa Rica, andando a votare “come una sola famiglia” ha infatti consolidato così il proprio sistema democratico e dimostrato il senso civico dei suoi cittadini.

Ballottaggio

I presuli si sono complimentati anche con i deputati eletti, invitandoli “a lavorare per legiferare per il bene comune, proteggendo soprattutto gli interessi dei più vulnerabili”. Hanno quindi invitato i candidati José María Figueres, ex presidente, del Partito di Liberazione Nazionale (PLN), e Rodrigo Chaves Robles, del Partito del Progresso Social Democratico (PPSD), che andranno al ballottaggio domenica 3 aprile, a presentare "in modo chiaro le loro proposte per il bene del Paese, in una campagna da qui ad aprile, basata sulle idee, dove prevalga il rispetto e la coscienza di lavorare per far avanzare la Costa Rica". Figueres e Chaves Robles hanno ottenuto rispettivamente il 27,3% e il 16,7% dei voti domenica scorsa, guadagnando così la possibilità di partecipare al secondo turno elettorale.

Lavorare per il bene comune

"Il nostro appello è quello di unire le forze per migliorare la qualità della vita degli abitanti del nostro paese, specialmente per portare lo sviluppo integrale alle classi più povere e non protette", hanno affermato i vescovi. Nonostante l'altissimo numero di astensioni, che ha raggiunto il 40 per cento, il più alto nella storia delle elezioni nazionali, l’episcopato ha incoraggiato ed esortato la popolazione “a continuare a proteggere i valori della nostra nazione e un sistema che richiede il sostegno di tutti”, per rafforzare la democrazia, facendo prevalere la volontà di lavorare per il bene comune, sia da parte deglie elttori sia di coloro che occuperanno le cariche pubbliche.

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08 febbraio 2022, 13:13