La veglia per l'Ucraina: chiese e comunità in preghiera
Gabriella Ceraso - Città del Vaticano
Far tacere le armi: è l'obiettivo che hanno in cuore tutti coloro che in Italia e nel mondo, nella notte seguita alla prima giornata di guerra in Ucraina, si sono ritrovati per pregare. Vegliare e pregare. L'appuntamento si rinnova per la diocesi di Roma questa sera alle 19 nella cattedrale dei Santi Sergio e Bacco degli ucraini, con la celebrazione dei vespri. "Vogliamo intensificare la nostra preghiera per la pace – afferma il cardinale vicario Angelo De Donatis –. Vogliamo pregare insieme ai nostri fratelli e sorelle della comunità cristiana ucraina di Roma e in questo modo far sentire la nostra vicinanza e il nostro sostegno a tutta la popolazione ucraina, così duramente provata da questi giorni di guerra". Interverranno anche il vescovo Dionisio Lachovicz, esarca apostolico per i fedeli cattolici ucraini di rito bizantino residenti in Italia; il vescovo ausiliare Benoni Ambarus; il parroco dei Santi Sergio e Bacco don Taras Ostafiiv.
I vescovi del Mediterraneo e l'appello della Cei
Veglie a Roma, Bologna, Assisi
E mentre ieri sera il Colosseo si accendeva dei colori della bandiera ucraina, e oggi la capitale sarà animata da una fiaccolata, la Comunità di Sant'Egidio si ritrovava in preghiera nella basilica di Santa Maria in Trastevere in collegamento streaming con tutti i Paesi in cui è presente nel mondo. "Pace all’Ucraina per ora e per sempre" ha detto Andrea Riccardi, fondatore di Sant’Egidio, al termine della predicazione in cui ha rilanciato il grido di dolore di tutti: "C’è un grande dolore in noi. Prima di tutto per chi soffre, fugge, è caduto, per le giovani vite messe a rischio. Per le nostre sorelle, i nostri fratelli, i nostri poveri in Ucraina. Ma poi per una pace sprecata". “Non ci si può rassegnare alla guerra - ha spiegato la Comunità - come ultima parola, ma occorre chiedere incessantemente la pace. È ciò che imploriamo per il bene dell’Ucraina e del mondo intero rivolgendoci a tutti, a partire da chi ha responsabilità sulle nazioni. Invitiamo tutti a unirsi a noi per fermare la follia del ricorso alle armi”. Stasera invece l'appuntameno è a Bologna dove il cardinale Matteo Zuppi interverrà al momento di preghiera previsto in cattedrale alle 20.30, una Veglia e l'Adorazione eucaristica alle quali parteciperà anche la comunità greco-cattolica ucraina presente a Bologna. Sabato 26 febbraio, appuntamento invece ad Assisi alle ore 21.00, per la Veglia di preghiera per l'Ucraina nella Basilica di Santa Maria degli Angeli. In un comunicato il vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e di Foligno, monsignor Domenico Sorrentino, le Famiglie Francescane e il sindaco, Stefania Proietti si fanno interpreti del sentimento della comunità, per esprimere "la ferma condanna della guerra e della violenza, di ogni forma di sopruso e di aggressione, e al contempo per gridare al mondo che la pace è possibile e che ciascuno di noi ha un ruolo e per questo nessuno deve rimanere indifferente! Francesco e Chiara ci insegnano a sognare l’impossibile e a sperare anche nelle situazioni più disperate".
In preghiera anche l'Ucoii - l’Unione delle Comunità islamiche d’Italia - che ha invitato tutti gli Imam dello stivale a dedicare il sermone del 25 febbraio, ad una preghiera per la pace in Ucraina. "Pregheremo tutti che Iddio possa colmare di pace l’umanità intera, che ancora oggi vive molti conflitti armati, provocando una sofferenza continua a molte popolazioni”.
Pax Christi: andiamo controcorrente
Scende in campo anche Pax Christi che con il suo delegato in Francia Alfonso Zardi al microfono di Adelaide Patrignani rilancia: "Siamo consapevoli che pregare per la pace può sembrare una cosa superata, astrusa e non in sintonia con i tempi. Ma occorre anche saper andare contro il clima del momento":
Kiev, apriamo le porte dei seminari per accogliere i profughi
Da Kiev intanto si prega e si cerca di passare in salvo la prima nottata sotto il lancio di missili e granate. Svitlana Duckhovych ha raccolto il racconto di padre Ruslan Mykhalkhiv, Rettore del seminario romano-cattolico di Kiev. "C'è una tristezza in noi, ma non è quella che paralizza: sentiamo dispiacere per il fatto che quelli che da sempre si sono mostrati nostri fratelli e amici, oggi hanno imbracciato le armi. Ora la gente è spaventata e cerca di mettersi in fuga svuotando i conti bancari e facendo il pieno di benzina per mettersi in cammino. Allo stesso tempo noi come Chiesa siamo pronti all'emergenza. I nostri preti restano al loro posto e sono pronti ad accogliere la gente che scappa: apriamo anche i nostri seminari se serve, per dare alloggi sicuri".
(Ultimo aggiornamento 25-02-2022, h. 13.27)
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