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Una cerimonia ortodossa Una cerimonia ortodossa

I sacerdoti ortodossi russi: nessun appello alla pace dovrebbe essere respinto

Riconciliazione, perdono, dialogo e la piena consapevolezza che non può esserci spazio per la violenza. Nell'appello per la pace di un gruppo di 233 chierici della Chiesa ortodossa russa anche l'augurio a tutti i soldati, russi e ucraini, di tornare illesi a casa

Andrea De Angelis - Città del Vaticano

"Piangiamo il calvario a cu i nostri fratelli e sorelle in Ucraina sono stati immeritatamente sottoposti". Un gruppo di 233 sacerdoti e diaconi della Chiesa ortodossa russa lancia un forte appello a tutti coloro dai quali dipende la fine della guerra in Ucraina, definita "fratricida", chiedendo la riconciliazione e un immediato cessate-il-fuoco. L'appello arriva dopo la domenica del Giudizio Universale e nella settimana che precede la domenica del Perdono. 

Il Giudizio Universale

Nel ricordare che la vita di ogni persona è un dono unico e inestimabile di Dio, i sacerdoti e i diaconi sottolineano come il Giudizio Universale attenda tutti. "Nessuna autorità terrena, nessun medico, nessuna guardia - si legge - ci proteggerà da questo giudizio. Preoccupati per la salvezza di ogni persona che si considera un figlio della Chiesa ortodossa russa, non vogliamo che arrivi a questo giudizio, portando il pesante fardello delle maledizioni materne".

L'augurio ai soldati 

Nell'appello c'è un pensiero per chi oggi combatte questa guerra, per i soldati. Un augurio "a tutti, sia russi che ucraini, di tornare illesi alle loro case e famiglie. Ci rattrista pensare all'abisso che i nostri figli e nipoti in Russia e Ucraina dovranno colmare per ricominciare ad essere amici, a rispettarsi e ad amarsi". Quindi viene espressa la ferma convinzione che il popolo ucraino debba essere artefice delle proprie scelte in modo libero, "non sotto il mirino delle mitragliatrici, senza pressioni dall'Occidente o dall'Oriente".

La riconciliazione

In attesa della Domenica del Perdono, i 233 sacerdoti e i diaconi della Chiesa ortodossa russa ricordano che "le porte del cielo saranno aperte a tutti, anche a coloro che hanno peccato pesantemente, se chiederanno perdono a coloro che hanno disprezzato, insultato o ucciso per mano loro o per loro volere". Non c'è, si evidenzia, nessuna alternativa alla riconciliazione reciproca. Con l'augurio di iniziare la Quaresima in uno spirito di fede, speranza e amore, il messaggio si conclude ribadendo come "nessun appello non violento per la pace e la fine della guerra dovrebbe essere respinto con la forza e considerato come una violazione della legge, perché questo è il comandamento divino: Beati gli operatori di pace". Da qui l'invito al dialogo, perché "solo la capacità di ascoltare l'altro può dare la speranza di una via d'uscita dall'abisso in cui i nostri Paesi sono stati gettati in pochi giorni". 

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02 marzo 2022, 11:55