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Gli aiuti di Caritas Polonia alla popolazione ucraina Gli aiuti di Caritas Polonia alla popolazione ucraina

Croazia, le azioni di Caritas per la popolazione ucraina

La mobilitazione della Chiesa croata in favore della popolazione dell'Ucraina passa attraverso la Caritas: dopo una raccolta fondi ci si organizza per l’invio di convogli umanitari. Intanto nel Paese celebrazioni per le vittime di guerra e pandemia

Roberta Barbi – Città del Vaticano

Oltre un milione di kune, la moneta nazionale croata, sono state raccolte dalla Chiesa locale e devolute in favore della popolazione dell’Ucraina oppressa dalla guerra. Ad annunciarlo è monsignor Fabijan Svalina, vescovo coadiutore della diocesi serba di Srijem, da poco ristabilita. Il prossimo passo anticipato dal presule è una raccolta di materiale umanitario da spedire in loco con un convoglio.

L’importante collaborazione con le Chiese locali

Monsignor Svalina, dopo aver ringraziato tutti i grandi donatori che hanno partecipato alla raccolta fondi, come la Banca di Zagabria, ha invitato altri a seguirne l’esempio: “In questa occasione, vorrei invitare tutte le altre aziende, imprenditori, artigiani a sostenerci in questa campagna per essere il più efficaci possibile nell'aiutare i bisognosi - ha detto -. Vorrei ringraziare tutte le persone che hanno contribuito alle attività della Caritas croata per essere efficaci per i bisogni dell'Ucraina. Continuo a invitare tutte le persone di buona volontà a mettersi in gioco”. Il presule ha anche ricordato l’importanza di una collaborazione, sempre più intensa dall’inizio del conflitto, con la Caritas europea e la Caritas Internationalis, ma anche con le Caritas locali di Ucraina e le confinanti Polonia, Romania, Moldova, Ungheria e con la Caritas americana.

In programma l’invio di un convoglio umanitario

"Il nostro prossimo passo è organizzare un convoglio umanitario con cibo, vestiti caldi, dispositivi di protezione, attrezzature per la cura degli sfollati e dei rifugiati – continua il vescovo - vogliamo che questo aiuto umanitario, se possibile, arrivi direttamente in Ucraina, o nei Paesi ad essa più vicini e dove ci sono più profughi fuggiti dalla guerra”. Monsignor Svalina auspica che il convoglio riesca a partire nei prossimi giorni, nel frattempo conclude sottolineando “l'ottima collaborazione con la Croce Rossa croata": "Spero che continui ad essere ad alto livello come è stato finora”.

Preghiera quaresimale per le vittime di guerra e pandemia

Intanto nell’ambito dell'iniziativa di preghiera quaresimale delle Conferenze episcopali del Consiglio delle Conferenze episcopali d'Europa, il vescovo ausiliare di Zagabria, monsignor Mijo Gorski, ha celebrato una Messa in cui ha ricordato, insieme, le vittime della pandemia e quelle della guerra. Nel passaggio dedicato al conflitto in corso in Ucraina, ha messo in luce come questo colpisca in modo devastante gli abitanti di quel Paese, ma anche drasticamente gli abitanti dell'intera Europa. “Tutto questo ci mostra che siamo interconnessi da molti legami, nessuno è completamente indipendente, dipendiamo gli uni dagli altri, quindi abbiamo la responsabilità gli uni degli altri – ha detto - cos'altro ci resta se non la preghiera che ha il potere di cambiare il cuore delle persone e riconciliare i nemici?". “Gesù vuole rafforzare la nostra fiducia e fiducia nel Padre. Prega e ti sarà dato: questo risponde a coloro che pensano che la preghiera sia una perdita di tempo; Gesù ci vuole dire che Dio risponde sempre e che nessuna preghiera è vana – ha concluso – essa potrebbe non essere ascoltata nel tempo e nel modo che ci aspettiamo, ma non sarà vana. Cioè: finché non vediamo il frutto della nostra preghiera, è già segno di vittoria su una situazione tragica, su un sentimento di abbandono o di disperazione, ed è per questo che è necessaria come espressione della nostra fiducia nel Padre”.

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16 marzo 2022, 15:08