Ucraina, la preghiera dei Focolari per chiedere pace e gesti di solidarietà
Adriana Masotti - Città del Vaticano
Fa eco alle parole di Papa Francesco la “preghiera per la pace universale” pronunciata questa mattina dalla presidente del Movimento dei Focolari ad Assisi, sulla tomba di San Francesco.
“Ti chiediamo con la fede che sposta le montagne, che ‘cessi il fuoco’ della guerra - ha invocato Margaret Karram - e vinca il dialogo ‘nel cercare vie di pace’ tra Russia e Ucraina. Domandiamo la grazia che termini ogni conflitto in atto, in particolare quelli più dimenticati”.
La preghiera nella "città della pace"
Nella cripta di San Francesco, presso la Basilica inferiore, era presente con lei il Consiglio Generale del Movimento, riunito nella “città della pace” per alcuni giorni di ritiro. “Siamo qui in rappresentanza di tutti i membri del Movimento - ha proseguito Karram - : cristiani di diverse Chiese, fedeli di varie religioni, persone che si riconoscono fratelli e sorelle nell’unica famiglia umana. Facciamo nostro il grido e la disperazione dei popoli che in questo momento soffrono a causa di violenza, di conflitti e di guerre”. A nome di tutti la richiesta al Padre: “Donaci la grazia di accoglierci gli uni gli altri, di perdonarci, di vivere come un’unica famiglia umana. Donaci di amare la patria altrui come la nostra! Dio di misericordia, di concordia, fai di noi ‘strumenti della Tua pace’”.
A una settimana, il 25 marzo prossimo, dalla consacrazione che Papa Francesco farà di Russia ed Ucraina al Cuore immacolato di Maria, con questa supplica i Focolari intendono inserirsi nella preghiera corale che nel mondo si leva per la pace e che accompagna la grande rete di solidarietà a cui anche i membri del Movimento aderiscono. Le comunità dei Focolari sono presenti in oltre 180 Paesi, quindi anche in molti luoghi nei quali sono ancora in atto conflitti e guerre.
L’accoglienza a donne e bambini in Polonia
In particolare le comunità che vivono in Polonia sono impegnate dall’inizio della guerra in Ucraina per l’accoglienza di chi sta fuggendo sotto il pericolo delle bombe. A oggi sono oltre 2 milioni i profughi che hanno attraversato i confini con i Paesi vicini, più di un un milione e 200 mila sono stati accolti in territorio polacco. Si tratta principalmente di donne e bambini. “Aspettano anche 60 ore, in coda sulla strada, nel gelo dell’inverno, prima di riuscire ad attraversare il confine”, racconta Katarzyna Wasiutynska, riferendo alcune delle iniziative di accoglienza e solidarietà messe in campo dalle persone delle comunità locali del Movimento. Vengono accolti nelle strutture dello Stato, della Chiesa, tantissimi nelle case private. C’è un’ondata di solidarietà commovente. Quasi in tutte le scuole, le parrocchie, i luoghi di lavoro, si raccolgono beni e soldi per poter aiutare chi arriva e chi rimane nel Paese”.
Anche la cittadella del Movimento dei Focolari locale, la Mariapoli Fiore, che si trova a 120 km da Lublino, ha aperto le porte ad alcune famiglie. “In questo momento sono 16 persone quelle ospitate - spiega ancora Katarzyna Wasiutynska - Su richiesta del comune si è messa a disposizione anche un’altra casa della cittadella per accogliere bambini e ragazzi di un orfanotrofio (circa 25 persone). Mentre in un centro vicino sono arrivate 46 persone, tra cui 36 bambini e ragazzi, che vogliamo aiutare, organizzando giochi e attività per il tempo libero. A Katowice, si è messo a disposizione un appartamento accanto ad un centro dei Focolari, normalmente usato dalla comunità. Sono i primi passi, ne seguiranno altri”.
Una raccolta di fondi
Parallelamente, l’Associazione Fiore, ong che sostiene le attività del Movimento in Polonia, ha creato un conto per l’emergenza, soprattutto per aiutare chi è già arrivato e viene ospitato nelle case private. Si sono mosse anche le persone impegnate nel progetto di Economia di Comunione del Movimento, aderendo alla raccolta fondi promossa dal Comitato Emergenze dei Focolari attraverso le ONLUS Azione per un Mondo Unito (AMU) e Azione per Famiglie Nuove (AFN).
La generosità che nasce dall'amicizia
Ma c’è anche la solidarietà spontanea che nasce dalle relazioni di amicizia tessute nel tempo dai polacchi con gli ucraini. Kacper vive a Varsavia. Insegna in un liceo scientifico per ragazzi, di origini polacche, provenienti da molte nazioni vicine. Nel 2019, tra gli alunni c’è Denis, ucraino, che si sta preparando per l’esame di maturità e la scuola di medicina. Oggi è sul fronte a combattere. Kacper ha cercato e ritrovato i suoi contatti e ora lo chiama tutti i giorni per sostenerlo… È l’unico modo che ha per stargli vicino. Szymon fa il poliziotto a Breslavia e nei giorni scorsi si è offerto di andare in trasferta a lavorare sul confine con l’Ucraina. La situazione lì è tranquilla, dice, ma la gente che arriva chiedendo ospitalità è tanta, così come la loro sofferenza.
Zbyszek e Asia vivono a Pniewy, vicino a Poznan, nella parte ovest della Polonia. Da anni sono amici di una coppia ucraina che abita nella loro città. Scoppiata la guerra, si sono dati subito da fare. Nella loro parrocchia hanno organizzato una preghiera ecumenica per la pace a cui hanno partecipato cattolici, evangelici, ortodossi, cattolici di rito greco e romano. Anche ucraini che lavorano nelle aziende locali. Hanno messo a disposizione un loro appartamento per i profughi. Raccontano: “Siamo impressionati dalla generosità della gente. Qui, sono tanti i giovani che viaggiano verso il confine per aiutare a trasportare i rifugiati”.
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