Il premier slovacco: grati alla Chiesa per l’aiuto ai profughi
Padre Jozef Bartkovjak e Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano
“Papa Francesco ha apprezzato molto il caloroso benvenuto dato ai rifugiati". Lo ha affermato alla redazione slovacca di Radio Vaticana - Vatican News il primo ministro della Repubblica slovacca, Eduard Heger, ricevuto nella giornata del 14 marzo da Papa Francesco. Durante i colloqui, dopo aver ricordato il viaggio apostolico in Slovacchia dal 12 al 15 settembre scorsi - riferisce la Sala Stampa della Santa Sede - ci si è soffermati sulla guerra in Ucraina e sul suo impatto a livello regionale e internazionale, con particolare attenzione alla situazione umanitaria e all’accoglienza dei profughi di guerra”.
Mani tese lungo la frontiera
Attraverso i confini della Slovacchia sono passate, in due settimane, più di 200 mila persone che fuggono dalla guerra. Alla frontiera tra i due Paesi si vedono due file: la prima è formata da persone che abbandonano le loro case e sperano di trovare un posto dove rifugiarsi. Sono soprattutto madri disperate con i loro bambini. I mariti, i padri e i fratelli, invece, sono rimasti in Ucraina. Nell’altra fila ci sono persone arrivate dal lato opposto della frontiera con cuori aperti, pronti ad accogliere quanti hanno bisogno. La Chiesa in Slovacchia è tra quelle in prima linea nel soccorrere i profughi: sono numerosi i volontari nei centri di accoglienza allestiti nelle zone confinanti con l’aiuto anche dello Stato e di organizzazioni caritative. Le singole diocesi ed eparchie confinanti con il territorio ucraino hanno subito organizzato raccolte di cibo e di beni di prima necessità. La Conferenza episcopale slovacca ha predisposto, inoltre, un database per il coordinamento di quanti si sono offerti per accogliere le persone in fuga. I profughi sono ricevuti nelle case private, nelle struttute religiose, nelle parrocchie.
Il premier slovacco: in due settimane ricevuti più di 200 mila rifugiati
“Sono molto grato - ha detto il premier Eduard Heger nell’intervista a Radio Vaticana - per l'aiuto della Chiesa al confine perché questo è davvero significativo”.
Primo ministro, la Slovacchia sta ricevendo numerosi rifugiati dall'Ucraina. Ha parlato con il Santo Padre della situazione?
"Sì, certo. Era interessato a come siamo in grado di gestire l'alto numero di rifugiati che arrivano in Slovacchia. Gli ho spiegato che il numero è molto più alto che in tempi normali. Se si guarda a queste due settimane, abbiamo ricevuto più di 200 mila rifugiati solo attraverso i nostri confini. La Slovacchia, in questo momento, è soprattutto un Paese di transito. C'è solo il 10-12% delle persone che vogliono rimanere in Slovacchia. La maggior parte di loro viaggia verso la Repubblica Ceca, la Polonia o veso altri Paesi, dove hanno i loro parenti. Papa Francesco ha apprezzato molto il caloroso benvenuto che diamo ai rifugiati ed è grato per questo. E d'altra parte, sono molto grato per l'aiuto dato dalla Chiesa al confine, perché questo è davvero significativo".
Missione in Slovacchia del cardinale Czerny
Dopo il viaggio in Ungheria, il cardinale Michael Czerny partirà nuovamente verso il confine con l'Ucraina, su richiesta di Papa Francesco, per manifestare la vicinanza del Pontefice a quanti vivono con dolore le conseguenze della guerra in corso. Il prefetto ad interim del Dicastero per lo Sviluppo Umano Integrale arriverà in Slovacchia mercoledì 16 marzo e si recherà sul confine ucraino nei giorni successivi. "Papa Francesco - informa una nota della Sala Stampa vaticana - segue con la preghiera questa missione, come quelle dei giorni scorsi, e tramite il porporato desidera rendersi prossimo a coloro che fuggono dai combattimenti e soffrono per la violenza di altri uomini".
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