In viaggio verso Beregsurany, al confine tra Ungheria e Ucraina
Andrea De Angelis - Città del Vaticano
Oggi a Beregsurany le temperature sono insolitamente a due cifre, ma già nei prossimi giorni torneranno a scendere sotto lo zero. Il freddo di un luogo che diventa calda accoglienza per migliaia di rifugiati ucraini che, superando la frontiera, raggiungono l'Ungheria. In quel luogo di speranza e ferite ancora aperte sta per arrivare la nostra inviata, Francesca Sabatinelli, al seguito del Sovrano Ordine di Malta.
Oltre mille persone al giorno
Nel suo intervento in diretta al programma Radio Vaticana con Voi, Francesca è collegata telefonicamente dalla vettura che da Budapest la sta portando a Beregsurany. "Stiamo per raggiungere l'hotspot dell'Ordine di Malta, ci troviamo alla frontiera con la parte occidentale dell'Ucraina, lì dove fortunatamente non è ancora arrivata la guerra", spiega.
Proprio a Beregsurany, però, transitano migliaia di rifugiati ucraini, in gran parte donne e bambini, fuggiti dalla guerra. "Sono più di mille persone al giorno, sebbene - spiega - il flusso sia diminuito negli ultimi giorni, sia per le difficoltà logistiche, sia per la distruzione di alcuni ponti in Ucraina". Un valico di confine, questo, che è il più grande dei tre che dividono l'Ucraina dall'Ungheria, nonché l'unico dove si può arrivare a piedi.
Accoglienza e protezione
In viaggio con la nostra inviata c'è Marianna Balfour, membro dell'Ufficio comunicazione dell'Ordine di Malta, che in Ungheria è la più grande organizzazione umanitaria, chiamata a coordinare le attività di tutte le altre organizzazioni impegnate nel soccorso dei rifugiati. "Stiamo fornendo assistenza, sia di tipo logistico, con servizi di bus fino a Budapest e a Praga, sia - spiega - sostegno psicologico alle persone oltre alla possibilità di potersi riposarsi per uno o più giorni, prima di riprendere il cammino".
L'Ordine di Malta è presente anche in Ucraina, oltre che in Polonia e in Slovacchia. La rete diplomatica dell'Ordine "si è subito attivata per potenziare la macchina degli aiuti umanitari", prosegue Balfour, così da permettere l'accesso degli aiuti in ogni città dell'Ucraina. Un'altra importante iniziativa è la campagna di informazione per mettere in guardia i rifugiati dai pericoli della tratta degli esseri umani. "Vengono segnalati sempre più casi, con donne e bambini - conclude - che finiscono nella rete di questi criminali. Persone che ricevono offerte di passaggi in automobile e delle quali poi si perdono le tracce".
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