Per salvare la Terra non alziamo muri, apriamo porte
Cristina Birbes*
“L’umanità del cristiano è sempre in uscita” ci ricorda Papa Francesco, che nel suo magistero ci esorta ad uscire, a percorrere con audacia le strade di tutti, a costruire piazze di incontro e di fraternità, per rispondere al grido della Terra e dei poveri, per superare le diverse crisi che colpiscono il mondo.
Un’educazione aperta e all’aperto bene restituisce la grande varietà di esperienze di contemplazione e stupore di fronte al creato, di cammino esistenziale alla ricerca di una esperienza di Dio, di rinnovamento negli stili di vita, di testimonianza della propria fede. Gesù spesso muoveva nei suoi insegnamenti dall’esperienza quotidiana all’aperto, con un’intenzionalità educativa, tirando “fuori” quel potenziale di bene che è presente in ogni creatura.
Come esortava Baden Powell dovremmo “essere pronti” a percorrere la strada della vita con lo sguardo avanti per vedere i passi di Dio e uno sguardo di lato per controllare i bisogni del prossimo, ripartendo dai valori della condivisione e del rispetto, vivendo il creato con autenticità, riconoscendosi parte del tutto, in un andare che induca ad adottare nuovi stili di vita, sperimentando la fatica, la pazienza, l'attesa, il lavorare con le proprie mani, il legame con la natura, il misurarsi con i propri limiti, aprendo ogni giorno singole porte, esteriori e interiori. Nell’osmosi tra dentro e fuori, io e mondo, attraverso l’impegno e la testimonianza in azioni che incoraggino una “cultura della cura”, si promuove una formazione per lo sviluppo umano integrale, espressione di attaccamento al luogo, consapevolezza, responsabilità e senso civico.
Già nel 2015 con l’enciclica Laudato si’, nel ricordare che “ogni cambiamento ha bisogno di motivazioni e di un cammino educativo”, si sollecita una lettura dell’ambiente che si fa azione, nel segno della ricerca della giustizia e della pace. Bergoglio ammonisce l’umanità intera sulla necessità di riorientare la propria rotta al fine di far crescere “la coscienza di un’origine comune, di una mutua appartenenza e di un futuro condiviso da tutti”, rilanciando in forza della speranza cristiana, le potenzialità di rigenerazione che ogni cuore umano ritrova in sé per la custodia e la valorizzazione del creato, per formarsi ad una consapevolezza ecologica.
Usciamo! È tempo di educare fuori, all’aperto per annunciare, abitare, condividere, migliorare, contemplare, camminare, verso un nuovo umanesimo planetario che non smarrisca il senso della creazione intera e infinita, abitando il mondo non come oggetto ma come progetto.
*Docente di Pedagogia dell’ambiente e outdoor education
Potete ascoltare qui la serie di podcast sulla Dottrina sociale della Chiesa. La puntata è di Cristina Birbes, curatrice della voce “Per salvare la Terra non alziamo muri, apriamo porte" del Dizionario di Dottrina sociale.
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