Gli ortodossi di Gerusalemme: inopportune le restrizioni proposte per i riti di Pasqua
Anna Poce – Città del Vaticano
In una lettera, firmata dall'arcivescovo Aristarco di Costantina, indirizzata al comandante distrettuale della polizia israeliana, il Patriarcato ortodosso di Gerusalemme ha respinto l’invito della polizia a limitare il numero dei fedeli, che parteciperanno alle cerimonie pasquali, a 1.700, considerando questa restrizione una violazione del diritto alla libertà di culto.
Il Patriarcato ritiene che non vi sia alcuna giustificazione per queste ulteriori "ingiuste" restrizioni alla preghiera dei fedeli nella Città Vecchia, che vanno ad aggiungersi ad altre imposte dalla polizia negli ultimi anni. Afferma, quindi, il suo esplicito, chiaro e completo rifiuto di esse, sottolineando che questa sua posizione “si basa sul diritto divino, sull’eredità e sulla storia”.
“Affermiamo il nostro forte e rinnovato impegno nei confronti del nostro diritto naturale di celebrare le nostre feste con le nostre comunità, le famiglie e di partecipare insieme alle preghiere nelle nostre chiese nella Città Vecchia di Gerusalemme, compreso il diritto fondamentale di tutte le nostre comunità di accedere alla Chiesa del Santo Sepolcro e ai suoi dintorni durante le festività pasquali, compreso il Sabato della Santa Luce”, si legge nella dichiarazione del Patriarcato. “Le nostre comunità - prosegue il comunicato - hanno esercitato liberamente questo diritto divino nel corso dei secoli e con diversi governanti, indipendentemente dalle circostanze che la Città Santa ha attraversato nella storia”.
Restrizioni per motivi di "pubblica sicurezza"
Nella lettera viene sottolineato come porre un limite al numero dei fedeli per motivi di “pubblica sicurezza” manchi di qualsiasi base logica, poiché negli ultimi anni nella Chiesa del Santo Sepolcro, che accoglie ogni Sabato Santo tra le diecimila e le undicimila persone, secondo la normale capacità della chiesa, non si è verificato alcun incidente che abbia messo in pericolo l'incolumità dei fedeli.
“Se il pretesto della pubblica sicurezza è un motivo per ridurre il numero di fedeli all'interno della Chiesa del Santo Sepolcro, allora perché ci sono restrizioni anche all'esterno, nel suo cortile, sul tetto, nei quartieri adiacenti o persino agli ingressi della Città Vecchia?”, si chiede il Patriarcato.
Le preghiere si svolgeranno come di consueto
Esortando, dunque, tutte le congregazioni a difendere il proprio patrimonio storico, partecipando ai riti e alle celebrazioni della Pasqua e del Santo Fuoco nella Chiesa del Santo Sepolcro e nelle sue vicinanze, il Patriarcato annuncia che le preghiere si terranno come di consueto, nella speranza che i fedeli possano partecipare. Gli inviti, inoltre, saranno rilasciati come il Patriarcato stesso riterrà opportuno e senza alcun limite. Tutti i devoti potranno accedere alla Chiesa del Sepolcro, in particolare i partecipanti alla preghiera mattutina, senza alcun ostacolo. Alla polizia si chiede invece di non erigere barriere nei vicoli della Città Vecchia che impediscano l’accesso alla Chiesa del Santo Sepolcro a fedeli e sacerdoti, nonché l’agevolazione del trasferimento della Santa Luce all’aeroporto, per permetterle di essere trasportata in diverse parti del mondo, come è sua consuetudine.
Rito del Fuoco Santo
La cerimonia del Fuoco Santo si svolge ogni anno il Sabato Santo - in arabo "sabt el nur", ovvero il “sabato della luce” -, il giorno che precede la Pasqua, secondo il calendario giuliano, presso la Chiesa del Santo Sepolcro a Gerusalemme. In questo giorno si aspetta la discesa dal cielo del Fuoco Santo che arriva nel luogo dove è stato deposto il corpo di Cristo. Il rito miracoloso si svolge nello stesso modo da almeno sei secoli e se ne hanno attestazioni fin dalla fondazione della Chiesa Costantiniana nel IV secolo. Il Fuoco Santo simboleggia la luce miracolosa della Risurrezione di Cristo. Con la luce che nasce all’interno della tomba di Gesù vengono accese le candele dei pellegrini presenti alla cerimonia.
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