Sorrentino: una reliquia di Carlo Acutis negli Usa guida il rinnovamento dei fedeli
Eugenio Bonanata – Città del Vaticano
Continua a crescere la devozione nei confronti di Carlo Acutis, il ragazzo beatificato il 10 ottobre del 2020. Lo conferma la missione negli Stati Uniti della diocesi di Assisi guidata dal vescovo, monsignor Domenico Sorrentino, che oggi è tornato dal Paese dove si era recato lo scorso 3 aprile per consegnare ai presuli locali una reliquia, cosiddetta di prima classe, del giovane. Si tratta di un frammento del pericardio che accompagnerà il triennio di risveglio eucaristico nazionale, indetto dalla Chiesa statunitense a novembre. “È stata una esperienza formidabile”, dice il vescovo di Assisi appena atterrato all’aeroporto romano di Fiumicino. “Abbiamo incontrato migliaia di persone che hanno accolto la reliquia del Beato Carlo Acutis con grande devozione per il risveglio eucaristico voluto dai vescovi americani”.
Grande partecipazione alle celebrazioni
Un percorso intrapreso nel segno di Carlo Acutis, sepolto presso il Santuario della Spogliazione di Assisi, che si è manifestato nell’interminabile fila di fedeli giunti nella parrocchia dedicata a Santa Rita da Cascia a New York. È qui, nel quartiere del Bronx, che giovedì 7 aprile si è svolta la consegna ufficiale della reliquia a margine di una celebrazione presieduta dall’arcivescovo metropolita di New York, il cardinale Timothy Michael Dolan. “C’erano soprattutto persone in condizioni economiche precarie, giovani e famiglie con bambini”, sottolinea monsignor Sorrentino ricordando la nutrita partecipazione registrata anche durante gli altri momenti organizzati per esporre la reliquia, che resterà per un anno in territorio statunitense. È avvenuto, ad esempio, presso la Saint Anthony High School; la Our Lady of Mount Carmel Church; la Holy Family Church, dove si è svolto l’incontro con gli studenti delle scuole superiori della diocesi di Brooklyn. Per il presule “c’è bisogno di un messaggio di bene come quello di Carlo che è capace di far sentire il Vangelo come una cosa bella e praticabile. Il suo volto gioioso – prosegue – ha fatto breccia nei cuori dei fedeli statunitensi mostrando che l’Eucarestia è il segreto della vita anche su questa terra ed è proprio la autostrada per il cielo come lui la chiamava”.
Negli Stati Uniti il Museo della Memoria di Assisi
Numerosi anche i poveri incontrati durante il soggiorno negli Stati Uniti, come quelli davanti alla chiesa di San Francesco d’Assisi nel cuore di New York che hanno ricevuto beni di prima necessità dalle mani del vescovo. “Speranza e bontà a 360 gradi” sono i concetti-chiave secondo il presule, che riflette sull’importanza del carisma di Carlo in un tempo segnato dalla guerra in Ucraina, dalla morte e dalla disperazione dei profughi in fuga dal Paese dell’Est Europa. Anelito onnipresente nella missione negli Stati Uniti che è stata incoraggiata e ospitata dalla Pave the Way Foundation, che promuove il dialogo tra le religioni. L’organizzazione, fondata e presieduta da Gary Krupp, ha voluto fortemente che il Paese ospitasse il Museo della Memoria di Assisi. E grazie anche all’impegno del responsabile delle relazioni internazionali della diocesi umbra, monsignor Anthony Figueiredo, l’intero percorso espositivo, allestito all’interno del Vescovado-Santuario della Spogliazione di Assisi, è stato riprodotto ed esposto in diverse location di New York nell’ambito di alcune tappe organizzate in questi giorni. “L’iniziativa ha riscosso un grande successo tant’è che continuerà a girare in altri contesti statunitensi, in collaborazione con l’Istituto Italiano di cultura di New York.” Ad annunciarlo la responsabile dell’allestimento Marina Rosati, sottolineando l’attualità di questa testimonianza fondata sul grande cuore e sul coraggio degli assisani che negli anni bui della seconda guerra mondiale hanno salvato oltre 300 ebrei dalla furia nazifascista. “Tutto questo – conclude Sorrentino – è servito a stabilire un rapporto profondo di amicizia che ha legato ancora più il mondo d'America con il nostro mondo d'Assisi. E soprattutto che ci ha legato tutti a una voglia di bene e a un desiderio di costruire insieme un mondo migliore”.
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