Tanti pellegrini in Terra Santa: nel cuore la preghiera di pace
Fausta Speranza – Città del Vaticano
La Terra Santa torna ad essere crocevia di fedeli e turisti, dopo due anni di pandemia e mentre la guerra in Ucraina scuote l’Europa e il mondo. L’anelito di pace si accompagna alla preoccupazione, ma non offusca la gioia di essere pellegrini sulle orme di Cristo, come ci racconta Simone Illiano che fa parte del gruppo che si trova in Terra Santa, guidato da don Andrea Simone, dell’Opera Romana Pellegrinaggi (Orp). “L’aeroporto di Tev Aviv-Ben-Gurion diviene nuovamente il crocevia di culture ed accenti fra i più disparati – ci scrive mentre il gruppo visita località israeliane e palestinesi – ebrei ortodossi e cristiani cattolici (o “latini”, come si preferisce chiamarli per distinguerli dai fratelli ortodossi con i quali condividono tanto le narrazioni della tradizione quanto i luoghi di culto principali), musulmani, copti e protestanti tornano nei luoghi della Fede”. “Dagli affollati Suq di Gerusalemme ai meno noti sentieri della Galilea, che attraversando il deserto conducono alla Giudea, tutti i luoghi cardine dei sentimenti religiosi che in queste terre affondano le radici storiche, tornano a popolarsi di persone da ogni parte del mondo”.
Diffondere il messaggio di Cristo con il pellegrinaggio
Simone Illiano ci racconta che “le autorità israeliane non si sono fatte trovare impreparate davanti alla nuova e auspicata ondata di turismo che ha investito il Paese dall’inizio del nuovo anno: all’esito negativo del tampone eseguito nelle 72 ore precedenti al volo in partenza dal Paese di origine, per entrare in Israele è necessario sottoporsi ad un ulteriore test rapido il cui risultato determinerà un’eventuale quarantena presso la struttura ospitante”. Da parte sua, l’Opera Romana Pellegrinaggi non ha mai smesso di lavorare per pianificare la ripresa a pieno ritmo della sua missione: assolvere alla sua funzione pastorale di diffondere il messaggio di Cristo attraverso lo strumento del pellegrinaggio.
La gioia del ritorno a grandi numeri
“I teologi parlano di Teologia della Salvezza, qui si scopre la geografia della salvezza”, spiega don Andrea Simone, che ha partecipato al pellegrinaggio a luglio 2021 del gruppo di sacerdoti e giornalisti che ha dato il via alla ripresa dei viaggi dopo i lockdown. In quel caso i luoghi erano certamente fruibili in una dimensione speciale di silenzioso raccoglimento ma risultavano anche insoliti per la mancanza di fedeli che rappresentano sempre le pietre vive della chiesa. Don Andrea oggi si dice entusiasta per il ritorno dei pellegrini. Un ritorno incoraggiato, in questo video realizzato da Simone Illiano, da frate Bruno Varriano, rettore della Grotta di Nazareth:
La vicinanza di Papa Francesco alla Custodia
Simone Illiano ci racconta che ha avvertito l’eco delle parole che Papa Francesco rivolse ai frati della Custodia di Terra Santa in occasione della sua visita a maggio 2014: “Se in Terra Santa è ancora possibile una presenza cristiana - sottolineò il Papa - è grazie a voi”. Illiano ricorda che nessuno avrebbe potuto immaginare che gli anni successivi avrebbero svuotato i luoghi di culto, costringendo i pellegrini a rinunciare ad uno dei viaggi più edificanti per la spiritualità. Nessuno avrebbe potuto immaginare quanto gli eventi pandemici, insistendo su un Paese già scosso da scontri geopolitici non irrilevanti, avrebbero minato le piccole realtà economiche locali. E afferma che in questo contesto si avverte più che mai l’importanza della Custodia. Sottolinea che il turismo, per l’economia locale, è di fondamentale importanza. Il turismo cristiano, in particolar modo, è l’unica fonte di sostentamento delle poche comunità cristiane che abitano questi luoghi e che inevitabilmente risentono delle asperità fra lo Stato di Israele e i Territori palestinesi. Per poi ricordare l’importanza dell’impegno dei frati. A Betlemme, ad esempio, “non hanno mai smesso di organizzare corsi professionalizzanti di artigianato per i ragazzi del luogo perché la vendita di oggettistica religiosa aiuta le comunità locali”.
Pregare per la pace in Terra Santa e con la Terra Santa
L’esperienza di fede è vissuta in modo particolare da questi pellegrini, che rientreranno in Italia mercoledì 4 maggio, anche per i disordini e gli episodi di violenza che tra Israele e territori palestinesi hanno finora provocato in poche settimane la morte di almeno 15 israeliani e 27 palestinesi. C’era un certo timore a partire, spiegano, ma sono significative le rassicurazioni dell’Orp che monitora e modifica il tragitto delle visite in tempo reale a seconda delle notizie di cronaca, come nel caso della visita alla Spianata delle Moschee, chiusa dalle autorità per prevenire l’esasperazione delle tensioni.
Più che mai significativo l’appello a tutti i credenti ad unirsi in preghiera nella comunione profonda con la Terra Santa, che rilancia don Andrea Simone, in questo video realizzato da Simone Illiano, in cui ricorda la particolare opportunità del tempo mariano di maggio:
In particolare, don Andrea Simone invita ad unirsi alla Preghiera eucaristica che si svolge ogni giovedì a Nazareth alle 20.30, ora locale, alle 19.30 italiane:
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