Welfare Aziendale
Luca Pesenti*
La teoria del “valore condiviso” sviluppata dagli economisti Porter e Kramer suggerisce la necessità per le imprese di creare valore economico per rispondere al tempo stesso alle necessità dell’impresa e ai bisogni sociali. L’azienda “buona” è certo attenta ai beni comuni (ambiente, territorio, comunità), ma anzitutto orientata alla valorizzazione delle risorse umane e dei loro bisogni. Possiamo leggere attraverso questa impostazione il tema del welfare aziendale, tema non sconosciuto alla cultura aziendale tradizionale (si pensi alle molte esperienze emerse durante la fase di ricostruzione postbellica, tra cui il caso emblematico della Olivetti), ma diffusosi in modo significativo solo in anni recenti. Il termine indica l’insieme di beni e servizi di natura sociale, educativa e sanitaria che le aziende mettono a disposizione dei dipendenti, perseguendo predefiniti obiettivi in termini di ritorno di valore.
Il ripensamento dell’impresa capitalistica si presta in questo modo a fornire un rilevante apporto a quella “ecologia integrale” più volte richiamata da Papa Francesco, finalizzata agli obbiettivi di protezione, solidarietà sociale, equità, giustizia e (sopra ogni altro) dignità della persona più volte richiamati dalla Dottrina sociale, impegnata fin dalla Quadragesimo anno nello sforzo di trasformare l’impresa da “problema” a oggetto di una composita riflessione magisteriale nell’alveo della più ampia discussione sui rapporti tra capitale e lavoro. Questo lungo cammino di affinamento è giunto all’articolazione più compiuta nella Caritas in Veritate (Benedetto XVI), al cui punto 40 si legge: […] si sta dilatando la consapevolezza circa la necessità di una più ampia “responsabilità sociale” dell'impresa. […]
Si va sempre più diffondendo il convincimento in base al quale la gestione dell'impresa non può tenere conto degli interessi dei soli proprietari della stessa, ma deve anche farsi carico di tutte le altre categorie di soggetti che contribuiscono alla vita dell'impresa: i lavoratori, i clienti, i fornitori dei vari fattori di produzione, la comunità di riferimento”. In questo senso, il welfare aziendale rappresenta (se correttamente inteso) un contributo essenziale nella direzione di uno sviluppo integrale della persona che anche nell’ambito lavorativo (come ci ricorda San Giovanni Paolo II), “non contraddice, ma piuttosto favorisce la maggiore produttività ed efficacia del lavoro stesso” (Centesimus Annus, 43).
*Docente in organizzazione del capitale umano
Potete ascoltare qui la serie di podcast sulla Dottrina sociale della Chiesa. La puntata è di Luca Pesenti, curatore della voce “Welfare aziendale” del Dizionario di Dottrina sociale.
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