Al Santuario dei Nuovi Martiri la lettera di Wojtyla sull'amico Szczęsny, ucciso dai nazisti
Anna Poce – Città del Vaticano
“Oggi, quando Nostro Signore mi ha permesso di giungere alla pienezza del sacerdozio qui sulla terra, non posso non ricordare il mio fratello più caro, la cui strada verso il sacerdozio venne interrotta proprio all’inizio”. Sono le parole scritte da Karol Wojtyla in una lettera alla famiglia del suo amico e compagno di studi nel seminario clandestino di Cracovia, Szczęsny Zachuta, ucciso dai nazisti nel 1944. La lettera autografa, che risponde agli auguri ricevuti da Wojtyła, in occasione della sua nomina a vescovo ausiliare di Cracovia nel 1958, sarà consegnata questa sera alle ore 19.45, dai nipoti di Szczęsny Zachuta alla Basilica di San Bartolomeo all’Isola, Santuario dei Nuovi Martiri del XX e XXI secolo, a Roma. La cerimonia sarà presieduta da monsignor Jan Romeo Pawłowski, arcivescovo titolare di Sejny e segretario per le Rappresentanze Pontificie.
Szczęsny Zachuta
“Sono sinceramente commosso dalla lettera della madre e del fratello del compianto Szczęsny, il mio amico più caro durante gli studi teologici clandestini”, scrive Wojtyla, ricordando gli incontri con il giovane in chiesa, con la guida spirituale di entrambi, Jan Tyranowski, e ricordando le visite alla famiglia Zachuta, all’epoca in cui era ancora operaio alla Solvay. “In quegli anni - afferma il futuro Papa - la terribile crudeltà dell’occupante ha portato via Szczęsny a tutti noi”. Il caro amico di Wojtyla fu arrestato dai tedeschi il 13 aprile 1944, incarcerato a Cracovia e, probabilmente, fucilato. Il suo nome infatti si trova nell’elenco dei condannati a morte del 6 giugno 1944.
Non conoscendo il luogo di sepoltura del giovane polacco, i nipoti hanno chiesto che la lettera venga custodita a San Bartolomeo, che "diverrebbe la sua tomba simbolica in un luogo speciale, dedicato alla memoria dei martiri del XX secolo dal suo amico Giovanni Paolo II".
Basilica di San Bartolomeo all’Isola
La Basilica di San Bartolomeo, affidata alla Comunità di Sant’Egidio, ha oltre mille anni e sorge sull’Isola Tiberina, a Roma. Venne edificata nel 998 dall’imperatore tedesco Ottone III per accogliere i resti di due martiri: San Bartolomeo apostolo, il cui corpo è custodito nell’altare maggiore, e Sant’Adalberto, vescovo di Praga, ucciso nel 997 mentre evangelizzava le popolazioni all’estremo confine settentrionale dell’Europa cristiana. Dopo il Giubileo del 2000, San Giovanni Paolo II ha voluto che la Basilica divenisse Memoriale dei Nuovi Martiri. La proclamazione è avvenuta il 12 ottobre 2002, alla presenza dei cardinali Ruini, Kasper e George, e del Patriarca ortodosso di Romania Teoctist. Sull’altare maggiore è stata collocata la grande icona dedicata ai Testimoni della fede del XX secolo. Papa Benedetto XVI, il 7 aprile 2008, ha onorato la memoria dei martiri del XX e XXI secolo con una visita alla Comunità di Sant’Egidio in occasione del suo 40.mo anniversario.
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