Parolin a Cosenza: siamo le pietre vive della Chiesa che Dio costruisce
Tiziana Campisi – Città del Vaticano
Alla città di Cosenza, il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin ha portato il saluto e la benedizione del Papa. Il porporato, nominato da Francesco legato pontificio per l’ottavo centenario della dedicazione della cattedrale il 30 aprile scorso, ha presieduto, nel tardo pomeriggio, una solenne liturgia nel centro storico, all’aperto. Il Pontefice aveva ufficializzato l’invio a Cosenza del cardinale segretario di Stato per le celebrazioni dell’ottocentenario con una lettera datata 10 giugno e pubblicata il 18 giugno.
La cattedrale è centro spirituale di una diocesi
Nella sua omelia il cardinale Parolin ha sottolineato che la cattedrale è il centro spirituale di una diocesi e che la parola duomo, dal latino domus, casa, ci riporta all’immagine di casa di Dio. Ma Dio ha bisogno di una casa? Ha riflettuto il cardinale segretario di Stato, e se così fosse, quale luogo terreno potrebbe essere tale? La Chiesa è anche fatta dalle persone, ha evidenziato il porporato, è questo è più importante della chiesa come struttura architettonica. La Chiesa è mistero, è cuore del progetto di Dio, la Chiesa è Gesù che è la roccia sulla quale tutto è costruito. E Pietro è la prima pietra, scelta da Cristo, per la costruzione della Chiesa, alla costruzione della quale concorrono anche tante altre pietre, ha aggiunto il porporato auspicando che il giubileo indetto per l’ottavo centenario della dedicazione della cattedrale di Cosenza possa essere occasione per celebrare la Chiesa mistero di salvezza, la Chiesa popolo di Dio, Corpo di Cristo e Tempio dello Spirito Santo.
La Chiesa progetto di Dio dalle pietre vive
Il cardinale Parolin ha ricordato, poi, che la Chiesa è cattolica, cioè aperta a tutti, e che non si tratta di una realtà finita ma in costruzione. Siamo noi le pietre ma il progetto è di Dio, la Chiesa è un’opera divina, noi siamo le pietre che Dio adopera per costruire il suo edificio spirituale. Ai fedeli il porporato ha anche ricordato quanto detto da Papa Francesco nella meditazione mattutina del 24 ottobre 2014, nella Cappella di Casa Santa Marta: “È lo Spirito Santo che fa la Chiesa e cementa la sua unità avendo per base la pietra angolare che è Gesù. Per orientarci a collaborare a questa costruzione, noi abbiamo tra le mani una ‘piantina’ che si chiama speranza”. Infine il cardinale Parolin ha espresso l’augurio che le celebrazioni per gli 800 anni della consacrazione della cattedrale cosentina possano rafforzare nei credenti il senso di appartenenza alla Chiesa, che è Madre e dalla quale si apprende a parlare il linguaggio della fede e grazie alla quale si conosce Gesù.
Il Giubileo per gli 800 anni della dedicazione del duomo
Per celebrare l’ottavo centenario della dedicazione della sua cattedrale, l’arcidiocesi di Cosenza-Bisignano ha indetto un Giubileo, aperto il 30 gennaio scorso e che si concluderà il 12 febbraio 2023, giorno della festa della Madonna del Pilerio, patrona di Cosenza e dell’arcidiocesi. Fino a quel giorno i fedeli potranno ottenere l’indulgenza plenaria concessa dalla Penitenzieria Apostolica. Per l’occasione Francesco aveva indirizzato un messaggio all’arcivescovo Francesco Nolè, evidenziando il valore artistico della cattedrale di Cosenza e sottolineando che “le strutture esteriori servono a far rivivere la memoria e la comunione, e a manifestare lo splendore di quell’edificio spirituale innalzato sopra il fondamento degli Apostoli e dei Profeti, che ha come ‘pietra d’angolo lo stesso Cristo Gesù’, nel quale ‘tutta la costruzione cresce ben ordinata per essere tempio santo nel Signore’”.
La storia del duomo
Le origini del duomo di Cosenza risalgono alla metà dell’XI secolo. Il luogo di culto crollò in seguito al disastroso terremoto che il 9 giugno 1184 colpì la città e la sua provincia e si pensò di erigerlo nuovamente. La ricostruzione fu lenta e soltanto il 30 gennaio 1222 la cattedrale venne solennemente consacrata dal cardinale, Niccolò Chiaromonte, vescovo di Tuscolo, legato pontificio di Papa Onorio III, alla presenza dell’imperatore Federico II di Svevia, che per l’occasione donò una Croce bizantina - la Stauroteca - di fattura gotico-romanico, dedicata alla Vergine Santissima dell’Assunta. Opera di abili orafi, probabilmente dell’opificio normanno di Palermo, il prezioso manufatto contiene una reliquia del legno della Croce di Gesù ed è oggi custodita nel Museo diocesano. Il 25 giugno 1759 il duomo venne nuovamente consacrato in seguito ad una serie di nuovi interventi che ne modificarono l’intero apparato strutturale e artistico interno. Ed è proprio il 25 giugno che ogni anno si ricorda la sua dedicazione. La cattedrale conserva anche un'antica icona della Madonna del Pilerio, cosiddetta, probabilmente, per l'originaria collocazione in una colonna del luogo di culto. Con tale titolo viene venerata come protettrice della città di Cosenza.
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