Al via la Settimana Liturgica: tra innovazione e riscoperta dei ministeri
Marina Tomarro – Città del Vaticano
Approfondire e capire meglio i ministeri della Chiesa, un servizio reciproco tra il clero e i laici che, attraverso di essi, possono dare viva testimonianza e diventare faro di luce per i fedeli nel tempo attuale non sempre facile. “La Settimana Liturgica Nazionale – spiega monsignor Giovanni Di Napoli, segretario del Centro Azione Liturgica – si va ad inserire nel programma pastorale e nel cammino della Chiesa italiana. L’anno scorso abbiamo avuto questi importantissimi motu proprio di Papa Francesco “Spiritus Domini” e “Antiquum ministerium”, che intervengono sulla ministerialità della Chiesa, ma ci introducono e si collocano nel momento che stiamo vivendo, cioè il grande cammino sinodale che ci condurrà fino al grande Sinodo dei vescovi. E allora la scelta del tema vuole proprio portarci alla riflessione di come i ministeri si collocano all’interno della sinodalità della Chiesa”.
I grandi temi affrontati nella Settimana
Grande è l’attesa su questo incontro che torna nella sua formula originaria e tradizionale, dopo un anno di stop nel 2020 e una edizione estremamente ridotta l’anno scorso a Cremona. Tanti i temi affrontati: da un approfondimento degli ultimi ministeri istituiti, alla delicata questione del ministerio e le donne, e alla ministerialità alle assemblee in attesa di presbiterio. “Partiremo dai ministeri che sono alla base della Chiesa, il Battesimo, la Confermazione e l’Eucarestia – sottolinea monsignor Di Napoli – Iniziando da qui possiamo comprendere quello che è stato compiuto cinquanta anni fa, il 15 agosto 1972 da San Paolo VI che con il motu proprio “Ministeria Quesdam”, riformulava tutto l’ambito dei ministeri, in quanto alcuni di loro con il passare del tempo avevano bisogno di essere rivisti e resi più attuali alle esigenze del tempo che si viveva. Quindi andremo a parlare dell’importante ruolo che oggi hanno i laici come il catechista, ma anche il lettore, compito fondamentale nella liturgia della Parola, o chi vive il dono del diaconato, che non è più riservato solo agli uomini, ma al quale possono accedere anche donne laiche”.
I laici sempre più coinvolti nella vita liturgica
Proprio i laici in questa Settimana Liturgica hanno un ruolo fondamentale. “Se nei primi anni questa Settimana era principalmente rivolta al clero e a coloro che si preparavano a diventare sacerdoti, come i seminaristi – evidenzia monsignor Di Napoli – con il tempo è andato crescendo e modificando l’uditorio a cui si rivolgeva. Prima di tutto si sono aggiunti religiosi e religiose, ma dopo il Concilio Vaticano II, hanno cominciato a prendervi parte anche uomini e donne impegnati nella pastorale della Chiesa." Quindi, se in un primo momento le Settimane Liturgiche sono servite proprio a preparare la strada del Concilio, successivamente sono divenute il mezzo per conoscere in maniera approfondita quali erano le novità e i cambiamenti nella Liturgia, con una partecipazione sempre più numerosa a questo evento. "Successivamente - continua il segretario - abbiamo avuto un’altra evoluzione, cioè siamo diventati un punto focale per la formazione, e possiamo dire che dagli anni '80 in poi, siamo in questa fase di un sempre maggiore approfondimento della liturgia, in linea con quello che oggi ci chiede anche Papa Francesco, come ha sottolineato lo scorso 29 giugno nella Lettera Apostolica "Desiderio Desideravi", per far riscoprire la bellezza della celebrazione e approfondire la formazione liturgica di tutto il popolo cristiano. Quella che viene chiamata l’arte del celebrare, infatti, non è rivolta solo a chi presiede, ma a tutti i battezzati, per essere in grado di poter entrare veramente nella celebrazione e vivere il Mistero attraverso ciò che la Chiesa ci offre con i riti liturgici”.
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