Il 5 novembre a Roma una grande manifestazione per la pace
Tiziana Campisi e Alessandro Guarasci – Città del Vaticano
Sono circa 600 le associazioni e organizzazioni che parteciperanno, il 5 novembre a Roma, alla manifestazione per la pace. Oggi l’evento contro la guerra in Ucraina, il cui slogan è “Cessate il fuoco subito. Negoziato per la pace", è stato presentato in Campidoglio. Si prevede un grande corteo per le strade del centro della capitale, che dovrebbe partire da piazza della Repubblica a mezzogiorno e che probabilmente si concluderà a piazza San Giovanni, già punto di arrivo di una manifestazione “No War” il 5 marzo scorso. Diverse le sigle cattoliche e laiche che torneranno a ribadire il valore della pace, della trattativa, del cessate il fuoco per la guerra in Ucraina, ma anche per tutti i conflitti nel mondo.
Il coinvolgimento dell’Agesci in tutta Italia
Francesco Scoppola, presidente del Comitato nazionale dell’Agesci, l’Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani, assicura l'adesione del Comitato Nazionale e di diversi gruppi. Ci si aspetta una larga partecipazione. “I temi della pace sono in linea col nostro metodo educativo e con i nostri valori fondanti” afferma Scoppola, che annuncia il coinvolgimento di scouts da tutta la Penisola. A motivare l’Agesci è anche l'appello per la pace lanciato dal presidente della Conferenza episcopale italiana, il cardinale Matteo Zuppi, il 4 ottobre da Assisi e ripetuto in queste settimane, e quello del mondo cattolico.
Emergency: c’è un bisogno forte e urgente di pace
All’appuntamento del 5 novembre ci sarà anche Emergency. “In tanti abbiamo sentito forte l'urgenza di tornare nelle strade, di farci vedere e sentire", spiega la presidente Rossella Miccio che parla del coinvolgimento, fra gli altri, di laici, cattolici, valdesi e musulmani. “C’è davvero una convergenza, un bisogno forte, sentito da tutti, di chiedere urgentemente un cessate il fuoco, che tacciano le armi - prosegue la presidente di Emergency - e che si torni ad usare lo strumento della diplomazia e della politica perché si trovi una soluzione per la guerra in Ucraina”. Perché il rischio del nucleare si pone per l'umanità intera, non soltanto per Ucraina e Russia. “Non abbiamo mai visto le armi arrivare a delle soluzioni o limitare le sofferenze o abbreviare conflitti” aggiunge Miccio, ricordando i 42 anni di guerra vissuti dall'Afghanistan, dove arrivavano armi da diverse parti del mondo.
La proposta di Sant’Egidio: negoziati di pace da una coalizione mondiale
Per la Comunità di Sant’Egidio bisogna dare forza alla pace, “l'unica soluzione possibile”, dice Paolo Impagliazzo. “Dobbiamo sconfiggere questa logica della ineluttabilità della guerra - sostiene -. C’è un destino diverso per i russi, per gli ucraini, ed è la pace, non la guerra. Per questo noi aderiamo con convinzione a questa manifestazione, perché bisogna dare voce al popolo della pace”. E di fronte alla mancanza di trattative nel conflitto in Ucraina, Impagliazzo evidenzia la necessità che ci si metta a lavorare per negoziati di pace e per questo serve un mediatore, una coalizione mondiale per portare il presidente ucraino Zelensky e il presidente russo Putin a un tavolo di negoziato.
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