Festival della Missione, la storia di Kindi: la bellezza di donarsi agli altri
Debora D’Angelo – Città del Vaticano
Uno dei temi principali del Festival della Missione, aperto il 29 settembre a Milano, è quello del dono: un regalo apparentemente piccolo da mettere a disposizione degli altri e non sempre troppo semplice da ricevere. Marcel Mauss introdusse la teoria del “dono”, sviluppando una tesi basata su tre regole: dare, ricevere e ricambiare. Sulla base di queste si struttura il principio di reciprocità, vincolo e obbligazione. La società moderna ci invita spesso a pensare al concetto di reciprocità, spingendoci a non accettare quello che non si può restituire, ed è qui che interviene l’esperienza di vita, che accomuna tutti noi: renderci conto che è solo donando sé stessi agli altri, senza aspettarsi nulla in cambio, che si può fare la differenza migliorando la vita di chi ci circonda. E la nostra.
Una storia di vita incentrata sulla scelta di donarsi agli altri è quella di Kindi Taila, fuggita da bambina dalla guerra nella Repubblica Democratica del Congo grazie all’aiuto di alcuni missionari italiani. Oggi vive a Modena, dove lavora come ginecologa. È presidente dell’associazione di promozione culturale “Deade”, con l’obiettivo di riflettere sulla nostra società e sui mutamenti che l’attraversano. Socialmente impegnata, si occupa in modo particolare di diritti umani e della salute delle donne.
La storia di Kindi: dalla Repubblica Democratica del Congo all’Italia
Kindi arriva in Italia nel 1989 quando le missionarie dell’Associazione Sanitaria Internazionale (ASI) le regalano una borsa di studio che le permette di diventare medico, ma era ancora in dubbio su quale specialistica intraprendere. Poi un’esperienza la segna e comprende quale fosse la sua strada. “Mentre dovevo scegliere, ho vissuto un’esperienza missionaria in Zimbabwe – ricorda - dove ho visto una donna partorire: è stato un episodio che mi ha profondamente segnato, per cui ho deciso di fare la ginecologa”. Oggi Kindi è un medico e ha avuto modo di fare altre missioni in Mozambico.
Scegliere di donarsi agli altri
Le diverse esperienze da missionaria hanno segnato positivamente la vita della donna, aprendo il suo sguardo alla vita. “Penso che ciascuno di noi – racconta - in qualsiasi momento della vita, possa scegliere. Scegliere vuol dire essere a disposizione degli altri. Donare la propria vita è una facoltà importante”.
Ognuno di noi può essere missionario
Il 1° ottobre Kindi Taila farà il suo intervento al Festival della Missione, concentrandosi sul tema della scelta in uno spazio di riflessione sull’attualità internazionale per andare oltre la rincorsa all’ultima emergenza. “Vorrei trasmettere due messaggi – anticipa – il primo è che ognuno di noi può essere missionario, il secondo è che queste persone hanno bisogno del nostro aiuto per svolgere nel migliore dei modi un compito così importante”.
Camminare insieme agli altri
I missionari mettono a disposizione degli altri il dono ricevuto, trovando conferma nella comunità. Essere missionari conduce a rinforzarsi, regalando la gioia della disponibilità verso gli altri. “Ciascuno di noi ha un dono da donare – sottolinea Kindi - deve solo scoprire quale sia. A volte lo si scopre partendo”. Un luogo non è fine a sé stesso, ma è la nostra capacità di introspezione e ascolto dell’altro che può arricchirci: “Apriamo gli occhi, apriamo i nostri cuori verso gli altri: questa è la partenza più bella. Camminare insieme agli altri”.
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