"La notte di don Oreste", i giovani in strada per incontrare gli ultimi
Marco Guerra – Città del Vaticano
Questa notte torna l’appuntamento con la strada, con gli ultimi, gli emarginati e tutta la società dello scarto. L’ottava edizione de “La Notte di don Oreste” si svolge a Rimini tra la sera del 31 ottobre e le prime ore del 1° novembre e vede protagonisti decine di giovani. Animeranno tutta una serie di iniziative, celebrando così l’anniversario della morte don Oreste Benzi, fondatore della Comunità Papa Giovanni XXIII, scomparso il 2 novembre del 2007.
Don Benzi pioniere nella lotta contro la tratta
L’obiettivo di questa ricorrenza ormai divenuta un momento tradizionale per la Comunità è far conoscere l’opera di don Oreste e soprattutto continuare il suo impegno per rimuovere le ingiustizie che causano emarginazione, povertà e sofferenza a tanta gente. Infatti, nella notte del 31 ottobre, don Oreste Benzi non perdeva mai l’appuntamento con la strada, con i suoi poveri. Amava inoltre andare in discoteca tra i giovani, la notte di Halloween, con il suo sorriso disarmante e contagioso. Lo fece anche il 31 ottobre 2007, poche ore prima di morire. Non a caso Benzi era chiamato il prete dalla tonaca lisa, proprio per la sua instancabile capacità di percorrere tutte le strade. Vale la pena ricordare inoltre che don Benzi è stato il primo in Italia a lottare contro la cultura della prostituzione e a denunciare la tratta delle donne. Con la lunga tonaca scura ed il rosario in mano, alle donne vittime del racket della prostituzione proponeva la liberazione immediata e la speranza di una nuova vita.
Il programma di questa edizione
Con il passare degli anni sempre più giovani sono stati toccati l’iniziativa dell’uscita notturna nelle strade e dopo la morte del sacerdote questa notte è diventata “La Notte di don Oreste” e anche quest’anno a Rimini, nella sua città, tornano tante occasioni di condivisione per i giovani, per offrire loro “un Incontro simpatico con Cristo”, come lo definiva lo stesso Don Benzi. Il programma del 31 ottobre a Rimini inizia, alle 18, al Ponte di Tiberio, con l’apertura della mostra fotografica CoinVolti, dedicata alle esperienze di Servizio Civile. Alle 19 sono previste esperienze di condivisione e cena con le realtà di accoglienza della Comunità Papa Giovanni XXIII. Alle 20, la serata prosegue con la “Biblioteca vivente” in piazza Cavour, iniziativa che vedrà alcuni giovani raccontare in prima persona le proprie storie di riscatto. Alla chiesa di San Giuliano Borgo dalle 21, adorazione e confessioni e, alle 22.30, la Messa conclusiva. Infine dalle 23.30 per i ragazzi e le ragazze maggiorenni sarà possibile unirsi alle Unità di strada antitratta e senza fissa dimora della Comunità Papa Giovanni XXIII per incontrare i poveri e prostitute. In altre sette città italiane, tra cui Catania e Cuneo, don Oreste sarà ricordato con preghiere, adorazioni e Messe.
Gironi (Comunità Giovanni XXIII): l’incontro con l’altro arricchiscono
“È un esperienza molto apprezzata dai giovani ed un modo concreto per tenere viva la memoria di don Oreste, la proposta è quella di vivere la proposta del Don, ovvero andare incontro agli ultimi”, dice Giorgia Gironi, responsabile di casa famiglia di Rimini della Giovanni XXIII, che spiega lo spirito della notte del 31 ottobre. Secondo Gironi, i giovani sempre alla ricerca di emozioni forti vengono “svegliati dalla routine quotidiana” tramite questa iniziativa, “uscire in strada significa lasciare il divano e mettersi in gioco, nell’incontro con l’altro ci si arricchisce a vicenda e chi ha sperimentato questo viene cambiato”.
Il riscatto delle prostitute
Si tratta infatti di un’esperienza di evangelizzazione sia per il giovane volontario sia per i poveri e le prostitute che vengono incontrate: “Come ci ha insegnato don Oreste non c’è chi salva e chi viene salvato ma ci si salva insieme”. “Il nostro non è un dare un servizio ma un mettersi affianco”, prosegue la responsabile della casa famiglia, che parla dell’approccio con le prostitute. “Incontrare queste ragazze è un esperienza delicata, bisogna prima di tutto mettersi in ascolto, all’inizio bisogna conoscere il loro vissuto, le nostre unità di strada diventano poi uno strumento concreto di riscatto”.
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