Palazzo Pereira, sede della Convenzione costituzionale Palazzo Pereira, sede della Convenzione costituzionale  (AFP or licensors)

Cile, appello dei vescovi al dialogo e all’amicizia civica

Due mesi dopo il plebiscito che ha respinto la bozza della nuova Costituzione, la Commissione Giustizia e Pace della Conferenza episcopale cilena (CECh), composta da laici, ha diffuso una sua riflessione, lanciando un appello al dialogo e all'amicizia civica a tutte le persone di buona volontà

Vatican News

La Commissione nazionale Giustizia e Pace, organo della Conferenza episcopale cilena, "a due mesi dal plebiscito costituzionale, e nel quadro di una crisi politica, sociale ed economica che colpisce la vita quotidiana delle persone, soprattutto le più vulnerabili”, ha lanciato un Appello al dialogo e all'amicizia civica lo scorso lunedì 14 novembre.

Necessità di un nuovo cammino per una nuova Costituzione

Il documento osserva come a tre anni dalla firma dell'Accordo per la Pace Sociale e la nuova Costituzione, stabilito per superare la grave crisi del Paese, e dopo il plebiscito di settembre, che ha respinto la proposta della nuova Costituzione, "le forze con rappresentanza parlamentare, pur avendo concordato spazi di dialogo, non siano ancora riuscite a consegnare al Paese una proposta per un nuovo cammino che consenta di dotare il Cile di un nuovo patto costituzionale, a vocazione maggioritaria e portata nazionale".

“Riteniamo urgente – si legge nella nota - che il dialogo tra i diversi attori politici possa concretizzarsi, tenendo conto degli auspici e delle aspirazioni espresse dai cittadini in merito alla modifica dell'attuale Costituzione, nonché alla bocciatura del testo proposto dalla Convenzione”. La Commissione sottolinea che “per sentirsi in pace, i cittadini hanno bisogno di percepire l’intesa tra i loro rappresentanti e leader politici. Per raggiungere ampi accordi, il dialogo e l'apertura sono necessari per superare le posizioni precedenti. Solo così sarà possibile raggiungere un consenso per il bene comune del Cile”, si legge nel documento.

L’Appello invita alla cultura dell’incontro

Riconoscendo che il Paese si trova di fronte a uno scenario complesso, la Commissione fa riferimento all’esortazione di Papa Francesco Fratelli tutti, che “ci invita ad una 'cultura dell'incontro'” e sottolinea che “oggi è il tempo della comprensione, dell'ascolto, del dialogo, con umiltà e generosità”; di “accettare di avanzare nella democrazia e nel rispetto della dignità della persona umana”; di non aver paura “di ascoltare l'altro, con rispetto, cercando di comprendere e integrare le diverse e legittime posizioni che si trovano nella ricerca della verità e del bene comune, senza giudicare”

L’organismo chiama poi a prendersi cura delle istituzioni e della comunità politica e a relazionarsi “in modo onesto e veritiero, senza manipolazioni di informazioni o notizie false", nella convinzione che i media siano chiamati a “contribuire a un processo di dialogo e di costruzione del Paese".  Infine, per concludere, l’Appello esorta le comunità cristiane e di altre fedi, le organizzazioni sociali, i partiti politici e i vari gruppi sociali “a parlare di questi contenuti, e a riflettere su come ognuno di noi possa contribuire alla giustizia e alla pace” nel Paese.

La Commissione nazionale Giustizia e Pace è un organismo della CECh che, a partire dalla sua identità laicale, cerca di contribuire alla riflessione e al discernimento dei segni dei tempi, alla luce del Vangelo e della Dottrina Sociale della Chiesa.

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17 novembre 2022, 13:11