Elezioni in Malesia, appello della Chiesa per un voto responsabile
Anna Poce – Città del Vaticano
“Votare significa far sentire la propria voce” e “Dio ci ha affidato il compito di lavorare per il bene comune di tutti”. Queste le parole dell’arcivescovo Simon Poh, presidente dell’Associazione delle Chiese di Sarawak (ACS) e arcivescovo di Kuching – riporta UCA News -, nella lettera pastorale pubblicata il 31 ottobre scorso, in occasione delle quindicesime elezioni generali, anticipate nel Paese, dopo lo scioglimento del Parlamento avvenuto ad ottobre, al prossimo 19 novembre. Più di 21 milioni di elettori sono chiamati alle urne per porre fine ad un lungo periodo di instabilità, dalle elezioni del 2018, che ha visto alternarsi nella nazione ben tre governi in quattro anni.
Esercitare correttamente il proprio diritto di voto
Senza appoggiare alcun partito politico, l’Associazione delle Chiese di Sarawak (ACS) ha esortato tutti gli elettori cristiani dello Stato malese del Borneo ad esercitare il proprio diritto di voto, non votando alla cieca o in base alla popolarità di un candidato, ma informandosi sul profilo dei politici in lizza e sui rispettivi partiti, ricercando quelle qualità che li rendono buoni leader.
“L'ACS esorta i membri della Chiesa - si legge nella lettera – a cercare di eleggere leader devoti che assicurino il bene comune di tutte le persone di ogni razza, religione e posizione sociale nella nostra nazione"; a scegliere un candidato che sia "capace e competente, responsabile e trasparente, affidabile, dotato di integrità, nonché una persona timorata di Dio che cerchi di fare ciò che è giusto davanti a Dio". Tra i tratti desiderabili, la lettera aggiunge anche l'attenzione per i poveri, l'onestà, il non approfittare della propria posizione per sfruttare i poveri e i vulnerabili, il senso della giustizia e dell'uguaglianza, il "rifiuto del fondamentalismo religioso e del bigottismo e la tutela dell'armonia". Tutti aspetti e valori che – sottolinea il testo – anche la comunità cristiana deve coltivare. "I cristiani sono chiamati a sforzarsi di ottenere queste qualità” si evidenzia, “nelle rispettive famiglie, nei luoghi di lavoro e nelle posizioni di comando che ci sono state affidate".
Abbassamento dell'età per votare da 21 a 18 anni
Le tre maggiori coalizioni sono la BN (Barisan Nasional), che è dominata dall’UMNO, United Malays National Organization - il principale partito di governo dall'indipendenza della Malesia nel 1957 fino alla sua sconfitta alle elezioni generali del 2018 -; il PH (Pakatan Harapan) guidato dall’ex vicepremier Anwar Ibrahim; e il PN (Perikatan Nasional), che include il PAS (Malaysian Islamic Party). Per formare il governo, un partito o una coalizione dovrà ottenere 112 seggi nel Parlamento, composto da: Senato e Camera dei rappresentanti, il primo con 70 seggi non eletti direttamente dal popolo, e la seconda con 222 seggi, i cui membri sono eletti direttamente dal popolo per un mandato di cinque anni. Le elezioni vedranno anche il coinvolgimento senza precedenti di nuovi elettori, dopo che il Parlamento malese ha votato per ridurre l'età minima per votare da 21 a 18 anni.
Nello Stato di Sarawak i cristiani sono la maggioranza: sono 1,2 milioni (50,1%) su una popolazione di 2,4 milioni; i musulmani sono 800.000 (34,2%) e i buddisti sono circa 300.000 (12,8%). Secondo le stime del governo del 2018, i musulmani rappresentano oltre il 60% dei 32 milioni di abitanti della Malesia; i buddisti sono la minoranza più numerosa con il 20%; i cristiani sono il 10% e gli induisti sono il 6,3%.
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