Presentata la XII edizione del Festival della Dottrina Sociale di Verona
Andrea De Angelis e Edoardo Giribaldi - Città del Vaticano
Con 25 panel principali in programma dal 24 al 27 novembre, il Festival della Dottrina Sociale, organizzato da Fondazione Segni Nuovi, torna protagonista anche questo autunno. La pandemia, la crisi economica e la guerra in Ucraina hanno creato un clima di incertezza e di timore nella comunità internazionale e la sfiducia fa da sfondo a questa situazione geopolitica instabile e piena di contraddizioni. Di fronte a tutto ciò, obiettivo della nuova edizione del Festival, il cui tema è "Costruire la Fiducia. La passione dell'Incontro", è agevolare il dibattito e creare occasioni di confronto per costruire veri rapporti di fiducia.
Oltre cento relatori
L'evento, giunto alla dodicesima edizione, è stato presentato questa mattina a Verona, durante una conferenza stampa al Comune alla quale hanno partecipato il presidente della Fondazione Segni Nuovi Alberto Stizzoli, il sindaco di Verona, Damiano Tommasi, il vescovo di Verona, monsignor Domenico Pompili e il presidente di Fondazione Cattolica Verona, Paolo Bedoni. Ai media è stato illustrato il programma del Festival che anche quest’anno affronta tutti i grandi temi al centro del dibattito culturale e sociale, con un coinvolgimento diretto delle giovani generazioni e delle imprese che compongono il tessuto economico del Paese. Sono infatti oltre cento i relatori, rappresentanti aziendali, istituzionali e religiosi, che si confronteranno durante i dibattiti organizzati all’interno della manifestazione, che vede come media partner Radio Vaticana - Vatican News. L’edizione 2022 si terrà in presenza al Palaexpo di Verona e si svolgerà nell’arco di 4 giorni. Il programma completo è consultabile e scaricabile al seguente link.
Stizzoli: crediamo nella potenzialità del bene
"Non possiamo parlare di fiducia senza tenere conto del verbo 'costruire', e non possiamo pensare all’incontro senza pensare alla passione che esso richiede. La fiducia va ricercata, scoperta, costruita e coltivata dentro noi stessi". Parla così Alberto Stizzoli, alla guida della Fondazione Segni Nuovi, intervistato da Vatican News. "Si costruisce credendo nell’uomo e nelle sue grandi potenzialità di bene. L’incontro è la passione che una persona può scegliere liberamente di avere per costruire un punto di vista più ricco, perché deriva da un libero e appassionato confronto. Per costruire la fiducia reciproca, però, serve prima di tutto - sottolinea - una sana fiducia in sé stessi, perché il più solido fondamento della tolleranza, che in questo momento è una componente che ci manca tantissimo, è l’affermazione di convinzioni forti basati sulla ragione. Questo atteggiamento - rimarca - porta una persona al confronto, a credere nell’uomo. Forti convinzioni, non un finto cincischiare, e grande passione al bene".
Lei fa riferimento a quel rapporto tanto caro alla sociologia e antropologia tra identità e alterità, il quale dice che non può esserci confronto con l’altro se non c’è un’identità e una chiara consapevolezza di sé...
Certo, noi alle volte abbiamo paura non dico di fare male ma di cadere in cose non buone. Invece, il confronto anche aspro, lo scontro, libera energie e idee che altrimenti noi stessi non saremo coscienti di avere. Questo, se gestito con passione dell’incontro; quindi volere accogliere dentro noi stessi l’altro, genera positività.
Verona sarà teatro di un evento importante che mette al centro le persone, i cittadini. Come si crea quella cittadinanza attiva che faccia sentire protagonista il singolo in una dimensione di collettività?
Noi abbiamo una grande eredità lasciata da don Adriano Vincenzi alla città. Anche se non ci si rende sempre conto, Verona è stata fortemente toccata da quest’uomo, che ha lavorato senza sosta, qualche volta difendendosi anche dal fuoco amico, per formare le coscienze, sapendo che dopo che si è fatto il proprio lavoro le persone devono essere libere nelle scelte. Questo perché possiedono una coscienza che permette loro di affrontare anche le più grandi questioni che la vita pone davanti. Verona e la coscienza dei veronesi sono state toccate profondamente dal messaggio di don Adriano. Mi viene in mente la chiusura del Festival nel 2019 e il suo invito alla leggerezza, al seminare e costruire insieme, evitando personalismi e soprattutto non lavorandosi contro. Questo ci dà la forza per costruire il Festival, che promuove una continua riflessione nell’intreccio tra la dottrina sociale, la Chiesa, le situazioni storiche, i dinamismi sociali e anche la sostenibilità delle scelte. Il Festival è accreditato come luogo privilegiato nel confronto tra uomini, cattolici e non. Tutti impegnati nel lavoro, nel sociale, nei ruoli di pubblica responsabilità.
Per quanto riguarda il programma, che noi seguiremo come media partner di ora in ora, ci sono degli eventi, in particolare, che vuole segnalare?
C’è una novità: noi partiamo lunedì 21 novembre con un meeting promosso da Fondazione Cattolica per premiare giovani che si sono distinti particolarmente al Palazzo della Gran Guardia. Un altro evento che mi sta a cuore è quello di giovedì sera, quando ci saranno i saluti del nuovo sindaco Damiano Tommasi e del nuovo vescovo, monsignor Pompili. In apertura avremo il direttore di Avvenire Marco Tarquinio, che dialogherà con sua eminenza Giuseppe Andrea Salvatore Baturi, segretario generale della Cei. Infine, in chiusura, avremo nuovamente il cardinale Mario Grech, segretario generale del Sinodo dei vescovi, che verrà a presenziare la santa Messa. Questo dà anche l’idea che la Chiesa ci accompagna, e questo ci fa piacere.
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