Accanto a famiglie e ultimi, il Natale solidale del Centro Padre Nostro a Palermo
Tiziana Campisi – Città del Vaticano
Natale, il giorno che celebra la nascita di Gesù, occasione per riscoprire i valori della famiglia di Nazaret e ritrovarsi con i propri cari e, come vuole la tradizione, riunirsi a tavola con la mensa allestita a festa. Ma c’è chi il pranzo di Natale, con piatti tipici o specialità gastronomiche non può permetterselo. E così, a Palermo, ad offrirlo ad oltre duecento persone è il Centro Padre Nostro fondato da don Pino Puglisi, che da anni non dimentica quanti non hanno le possibilità economiche per preparare tavole imbandite di pietanze natalizie e raduna a pranzo le famiglie che assiste durante tutto l’anno. Sono famiglie che hanno difficoltà ad arrivare a fine mese, dove non c’è uno stipendio che garantisca la possibilità di fare la spesa ogni settimana. “Ma quest’anno anche famiglie con un reddito fisso partecipano ai nostri pranzi – spiega a Vatican News Maurizio Artale, presidente della onlus Centro di Accoglienza Padre Nostro – e non hanno vergogna a farlo. Perché i rincari hanno creato nuovi disagi e povertà e sempre più nuclei familiari necessitano di aiuti”.
I pranzi per le famiglie
Il 23 dicembre, al pranzo di Natale, le famiglie seguite dal Centro Padre Nostro si raduneranno all’Educandato Statale Maria Adelaide, dove a servire i piatti del menù saranno i volontari del Centro e gli studenti della scuola che ospita l’evento. Il 5 gennaio è in programma, invece, un pranzo sociale che vedrà insieme anziani e famiglie. A tavola, ospitati dall’Hotel San Paolo, siederanno 120 persone, per le quali si sono impegnati anche l’Ancri, Associazione Nazionale insigniti dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana di Palermo, e l’Anfi, Associazione Nazionale Finanzieri d’Italia Sezione di Bagheria.
I servizi navetta grazie all’Arma dei Carabinieri
E per quanti non possiedono un’automobile, per raggiungere il luogo del raduno, ci sono dei pullman a disposizione. Un modo per andare ancora di più incontro a chi vive in difficoltà, sottolinea Artale. “Andiamo a prenderli a casa noi, così possono partecipare al nostro pranzo di Natale. Negli anni precedenti alcuni, nonostante avessero ricevuto e gradito il nostro invito, non sono potuti venire perché sprovvisti di mezzi. Da qualche anno l’Arma dei Carabinieri mette a nostra disposizione propri pullman e possiamo usufruire di mezzi di trasporto per i nostri assistiti”. Prima nessuno voleva salire su questi pullman dei carabinieri, che per molti sono e restano gli sbirri che arrestano mariti, figli, congiunti. “Oggi, invece - spiega ancora Artale -, in tanti hanno compreso che le forze dell’ordine fanno il loro lavoro, il loro dovere, e che se i loro congiunti non avessero debiti con la giustizia non verrebbero arrestati. Dunque, hanno acquisito questa maturità e hanno cambiato il loro atteggiamento”.
Il pranzo con 220 detenuti
In programma, il 3 gennaio, c’è anche un pranzo natalizio per 220 detenuti del Carcere Pagliarelli. È una iniziativa riservata i reclusi più isolati: coloro che hanno commesso abusi sessuali su minori e donne, che non partecipano alle attività comuni della casa circondariale perché rifiutati dagli altri carcerati. Sono italiani ed extracomunitari, specifica Artale, persone molto sole, che appartengono alle fasce più povere della società, talvolta allontanate anche dai familiari. Il Centro Padre Nostro ha pensato a loro e, ottenuti i permessi dalla direzione del carcere, ha organizzato un momento conviviale.
Le feste natalizie
Ma il Centro che padre Puglisi ha voluto nel quartiere Brancaccio, oggi promotore di diverse iniziative ed attività per bambini, ragazzi e adulti in varie strutture del capoluogo siciliano, in occasione delle festività natalizie, organizza e anima eventi per tutte le fasce di età dei suoi assistiti. Lunedì è toccato ai minori del recupero scolastico, ieri è stata la volta dello Spettacolo di Natale del Centro Aggregativo Anziani, con gli anziani stessi protagonisti, oggi, invece, spazio per i bambini più piccoli. “Ci sarà anche una festa per le mamme con i loro figli - aggiunge Artale - sono le donne assistite dal nostro Centro antiviolenza. Abbiamo deciso di organizzare un momento di festa da trascorrere insieme, proprio nella sede del Centro, per offrire loro un clima di normalità e di tranquillità dove le accogliamo ogni giorno per strapparle a violenze e maltrattamenti”. Il presidente della onlus Centro Padre Nostro evidenzia che quelle natalizie sono iniziative assai attese, accolte con gioia, ma quest’anno nella consapevolezza che c’è chi sta vivendo il dramma della guerra, ha perso la propria casa, necessita di beni primari e non potrà celebrare un Natale sereno. “A fronte di tutto questo, con le nostre famiglie, abbiamo riflettuto sul fatto che a noi, invece, non manca l’essenziale, e ci ritroveremo comunque a tavola a festeggiare il Natale insieme”.
Una nuova struttura per l'accoglienza
Come dono di Natale, invece, il Centro Padre Nostro il 23 dicembre inaugura, in collaborazione con la Fondazione cardinale Ernesto Ruffini e con l’arcidiocesi di Palermo, la Casa Madonna dell’Accoglienza, che ospiterà persone e famiglie che non hanno più una casa, che sono state sfrattate o che non hanno una fissa dimora. “È un miracolo che siamo riusciti a fare seguendo e attuando l’insegnamento di padre Pino Puglisi: se ognuno fa qualcosa, si potrà fare tanto” ripete Maurizio Artale. La struttura è stata messa a disposizione dalla Fondazione Ruffini, il Centro Padre Nostro ha poi elaborato un progetto e a finanziarlo è stata la Regione Sicilia. “Come diceva padre Puglisi quando portava i giovani a vedere il Cristo Pantocratore del duomo di Monreale – continua il presidente della onlus Centro Padre Nostro – questo volto è composto da tante piccole tessere, ognuno di noi è una piccola tessera, da soli non siamo niente, ma insieme riusciamo a realizzare questo magnifico volto. Quanto diceva padre Puglisi fa toccare con mano cosa significa vivere insieme e vivere in relazione l’uno con l’altro”.
Il presepe a grandezza naturale
Tra le iniziative dei volontari che si impegnano a Brancaccio c’è anche, da alcuni anni, l’allestimento di un presepe a grandezza naturale, nei pressi del Centro antiviolenza. Visitarlo è un appuntamento ormai imperdibile per gli abitanti del quartiere. Sono in tanti ad apprezzare la singolare natività, a sostarvi in preghiera e a fermarsi a contemplarla durante la giornata. Qualcuno temeva potesse essere danneggiata o che il Bambinello venisse rubato e Artale si era detto pure pronto a pagare un riscatto se fosse stato necessario, invece quella sacralità rappresentata incanta e piace lì dove è stata pensata, dove tante donne trovano conforto, assistenza, sostegno e aiuto.
Storie di riscatto sociale
Ma il Natale del Centro Padre Nostro non è fatto solo di feste ed eventi. Ha anche storie belle da raccontare, come quella di una mamma accolta dal Centro antiviolenza con i suoi bambini, che al termine del percorso di assistenza di un anno che le è stato offerto, non avendo una casa e un lavoro, ha avuto l’opportunità di trovare occupazione come cuoca nella Casa famiglia gestita dal Centro e oggi è una donna felice. E c’è poi la storia di quel detenuto che al Centro Padre Nostro ha finito di scontare la sua pena prestando servizio sociale e ora si guadagna da vivere coltivando un terreno affidatogli dal Centro e vendendo gli ortaggi che ne ricava e le uova delle 99 galline che vi alleva. “Sono segni che dimostrano come la solidarietà può aiutare chi si trova in difficoltà o ha bisogno di aiuto” prosegue Maurizio Artale, riflettendo sul fatto che spesso le istituzioni si fermano in farraginosi iter burocratici che bloccano i fondi destinati a progetti solidali, mentre è urgente sostenere famiglie, offrire servizi ai più bisognosi, assistere anziani e persone sole.
Il messaggio di Natale del Centro Padre Nostro
Non basta avere un pensiero per i poveri, i bisognosi, i senzatetto, solo nel giorno di Natale, l’attenzione per l’altro è un atteggiamento da mantenere durante tutto l’anno, conclude Artale, che termina la sua conversazione con noi offrendo il messaggio di Natale del Centro Padre Nostro: “Occorre andare incontro all’altro, saperlo ascoltare, non avere pregiudizi: questo bisogna fare, dobbiamo però prima cambiare noi, essere capaci di quella conversione verso la quale padre Puglisi ha indirizzato i suoi stessi assassini”.
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