Occupazione e ambiente: torna il premio "Un' economia per la fraternità"
Andrea De Angelis - Città del Vaticano
Un aiuto concreto ad avviare processi economici che nascono dal basso nel rispetto della persona, in un clima di fraternità, e che siano d’esempio per la diffusione di un’economia fraterna, umana e solidale, così come auspicato dal Papa con The Economy of Francesco. Sono queste le basi del Premio internazionale “Francesco d’Assisi e Carlo Acutis per un’economia della fraternità”, istituito dalla Fondazione Santuario della Spogliazione della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e che riconosce al vincitore un sostegno di 50mila euro. Sono nove i punti della valutazione, dalla credibilità all'occupazione, fino alla tutela dell'ambiente. Le domande dovranno essere inviate entro il 31 dicembre 2022 all'indirizzo email segreteria@francescoassisicarloacutisaward.com.
Sorrentino: l'economia è fraterna
Alla presentazione di questa mattina del nuovo bando - avvenuta presso la Sala Marconi, in Vaticano - sono intervenuti monsignor Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e di Foligno; padre Giulio Albanese, missionario comboniano e membro della commissione valutativa del Premio; monsignor Anthony Figueiredo, coordinatore del Premio, ed alcuni giovani del progetto Farm of Francesco. Il vescovo Sorrentino a Radio Vaticana - Vatican News sottolinea come l'etimologia stessa di "economia" rimandi alla famiglia e, dunque, alla fraternità. "Economia - spiega - dervia dal greco οἶκος (oikos), casa, inteso anche come beni di famiglia, e νόμος (nomos) norma o legge. Dunque non c'è vera economia se non c'è un'economia della fraternità. Essa va riscoperta, perché sia vissuta nei fatti, va ridisegnata, riscoperta come una parola universale. Noi cristiani abbiamo un motivo in più per farlo perché abbiamo il Padre celeste". San Francesco poi "sulla fraternità investi tutto, sulla parola frate, fratello appunto. Chiamò così anche il sole, rese questa parola universale unendo insieme il cosmo e l'umano", afferma ancora il vescovo della città umbra.
Proprio domani, ad Assisi, si terrà una conferenza sul disarmo nucleare. Il 2 dicembre scorso il Papa, ancora una volta, incontrando una delegazione del Seminario Rabbinico Latino Americano aveva ribadito la sua denuncia contro l’industria delle armi, ricordando che in Ucraina si stanno testando nuovi armamenti a spese della gente che muore. "Il no alle armi è assolutamente legato - afferma monsignor Sorrentino - al concetto di un'economia di fraternità, che per essere tale non può basarsi sulle armi". Dal vescovo di Assisi infine una riflessione sulla benedizione del presepe e sull'accensione dell'albero di Natale nella piazza antistante la Basilica di San Francesco, in programma giovedì 8 dicembre. Il tema di quest'anno è l'acqua e i cambiamenti climatici, ed ancora una volta "non è pensabile - conclude - parlare di economia senza fare riferimento alla cura del Creato, siamo spinti ad essere testimoni e costruttori dell'ecologia integrale".
I giovani sono protagonisti
"L'idea di questo premio è geniale, riconosce i talenti dei giovani", afferma nel corso della presentazione del premio padre Giulio Albanese. "In questo senso - prosegue - siamo dinanzi ad una sfida, e non solo ecclesiale. Nel continente africano, ma anche altrove, i giovani rappresentano la maggioranza della popolazione. In Africa, un cittadino su due ha meno di 18 anni e non dobbiamo mai dimenticare che i giovani non rappresentano solo il futuro, ma sono già il presente". Per il sacerdote questo premio "si è fatto veramente interprete di quell'ecologia integrale concepita da Papa Francesco, dobbiamo capire - conclude - che i problemi, fossero anche nelle periferie del mondo, ci toccano da vicino. Nessuno si salva da solo". La giovane Catalina, riprendendo proprio le parole di padre Albanese, sottolinea come l'intenzione dei giovani sia quella di "essere protagonisti nel presente, in un dialogo intergenerazionale, interculturale e basato sull'ascolto degli altri". Secondo monsignor Anthony Figueiredo "grazie a questa iniziativa si vive davvero, si conosce l'economia della fraternità. Papa Francesco parla spesso della cultura dello scarto, di uomini e donne sacrificati agli idoli del profitto e del consumo. Da qui lo scarto di chi non serve più, come gli anziani, i poveri, i disabili. Davanti alla cultura dello scarto - afferma allora monsignor Figueiredo - si deve tornare ad avere cura della casa comune. Spesso si fanno belle conferenze, si scrivono bei documenti, ma non si va oltre. Con questo premio invece - conclude - si va oltre, si contribuisce a rinnovare la mentalità odierna, a passare dallo scarto ad un'economia che fa vivere e non uccide, include e non esclude".
I vincitori della prima edizione
Il premio per il vincitore consisterà anche nella consegna di un’icona con l’immagine di San Francesco e del Beato Carlo Acutis, oltre al foulard della spogliazione realizzato da Brunello Cucinelli. Nel 2022 il premio è stato vinto da una realtà filippina, riconoscendo il merito di un progetto inclusivo per i disabili: Ecobriqs Charcoal Briquettes. Si tratta di un gruppo di 15 persone con disabilità della diocesi di Pasig che, con l’aiuto della parrocchia, hanno accolto la proposta di riuscire ad utilizzare rifiuti, scarti, e, prima di tutto, le ninfee, che producono – tramite una tecnologia rivoluzionaria – i bricchetti di carbone. Per lungo tempo la crescita incontrollabile delle ninfee ha rovinato i fiumi e altri sistemi di drenaggio nella città. Adesso, le piante diventano una fonte di energia e non è più necessario tagliare migliaia di alberi per produrre il carbone. È, dunque, una vera “economia di fraternità”. Con la collaborazione della parrocchia locale e della diocesi di Pasig, i fratelli con disabilità sono stati inseriti nella società grazie ad una formazione professionale e cristiana. Un riconoscimento è stato anche attribuito a "The Farm of Francesco". Il premio ha avuto poi una sorta di ‘edizione zero’ nel 2021, con l'assegnazione di un riconoscimento all’Istituto Serafico di Assisi in occasione del centocinquantesimo anno dell’istituzione che, da sempre, si prende cura dei disabili gravi.
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