Essere cattolici e giornalisti oggi: le sfide dei tempi
Fausta Speranza - Città del Vaticano
"Come farsi ascoltare? Grandi voci cattoliche rispondono". È il tema scelto per l'Incontro Internazionale dei giornalisti a Lourdes dal 25 al 27 gennaio 2023, su iniziativa della Catholic Media Federation, con la partnership del Dicastero per la Comunicazione; del movimento per professionisti nei mezzi di comunicazione Signis; dell'Associazione giornalisti cattolici italiani (Ucsi). Nel pomeriggio, alla Sala Marconi della nostra emittente, si è svolta la conferenza stampa di presentazione, con la partecipazione tra gli altri di Jean-Marie Montel, Presidente della Federazione dei Media Cattolici, Paolo Ruffini, Prefetto del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede e padre Michel Daubanes, rettore del Santuario di Lourdes.
La scelta di Lourdes
Il direttore di Famiglia Cristiana, don Stefano Stimamiglio, ha messo in luce l'importanza di un cammino insieme per i giornalisti cattolici, che possa prendere le mosse da Lourdes in un ideale Sinodo dei giornalisti.
Si tratta della 26esima edizione e come avviene da cinque anni, a parte alcune eccezioni a causa della pandemia, si svolge al Santuario di Lourdes. La scelta del luogo rappresenta il valore aggiunto: la possibilità di seguire interventi e partecipare a tavole rotonde ma anche di condividere momenti di preghiera in quello che don Stimamiglio ha definito "una specie di ritiro spirituale".
Da parte sua, il rettore del Santuario di Lourdes, don Michel Daubanes, ha ricordato che nell'anno che si sta chiudendo sono arrivati a Lourdes 2,5 milioni di pellegrini:
Un milione in più rispetto all'afflusso nel 2021 ma - ha spiegato - anche un milione in meno rispettto ai tempi prima della pandemia. Ha poi annunciato che sarà presto completato l'ampliamento del cosiddetto villaggio giovani, alloggi pensati per studenti e ragazzi che non potrebbero permettersi gli hotel. A proposito di social, ha confermato un milione di follower regolarmente collegati all'account del Santuario.
Riflettere per comunicare
"È un tempo che ci sfida": così il prefetto Paolo Ruffini ha sottolineato l'importanza di riflettere per i giornalisti e di farlo insieme, in giorni di confronto e dialogo che - ha affermato - permettono anche innanzitutto di conoscersi:
Ad interpellare il mondo della comunicazione sono in particolare le novità tecnologiche che permettono oggi praticamente a chiunque di essere editore di se stesso, come ha ricordato don Stefano Stimamiglio. Il rischio è che la comunicazione dei media cattolici soffra la disaffezione di chi pensa di essere informato solo seguendo social e influencer. In particolare diventa difficile per i giornalisti e i media cattolici, che non si arrendono alla superficialità, alla spettacolarizzazione, al sensazionalismo che sembra imporsi nei nuovi canali di comunicazione. E' significativo infatti che tra i tempi scelti per gli interventi e i dibattiti compaiano diverse domande, tra cui: "gli influencer sostituiranno i giornalisti?".
Scambio di testimonianze
Come don Stimamiglio e come Ruffini, anche Jean-Marie Montel, presidente della Federazione dei Media Cattolici, ha messo in luce il valore dell'incontro a Lourdes:
Si tratta - ha affermato - di un'occasione speciale per giornalisti di tutto il mondo di entrare in relazione per scoprire che al di là delle differenze dei vari Paesi si ritrovano a fronteggiare le stesse macro sfide epocali. Tra i temi scelti per il confronto c'è quello della comunicazione dei casi di abuso e Jean-Marie Montel, presidente della Federazione dei Media Cattolici ha annunciato che ci sarà la partecipazione anche di esponenti dell'ufficio comunicazione della Conferenza Episcopale francese. Ci saranno poi testimonianze di chi ha dovuto lottare per la libertà e la verità, come una donna del Camerun, vittima di un matrionio forzato, che ha trovato la forza di un riscatto e ha fondato una associazione per donne vittime di violenza.
Il premio intitolato a padre Jacques Hamel
Sarà il Segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin, a consegnare il premio che da cinque anni viene consegnato a chi si distingue nell'impegno a comunicare valori di fratellanza, di dialogo. Si tratta del Premio Jacques Hamel, dedicato all'anziano sacerdote ucciso il 26 luglio 2016 da due uomini che hanno fatto irruzione a Rouen mentre stava celebrando la Messa. Ottantacinque anni, è stato ritrovato con la gola tagliata.
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