Natale in Sud Sudan tra sangue e violenze, Carlassare: "C'è paura, ma anche gioia"
Federico Piana - Città del Vaticano
L’attesa del Natale in Sud Sudan è sospesa tra gioia e paura. “Gioia perché questo tempo porta abbondanza: viene subito dopo il periodo della mietitura e la gente rimane nelle proprie case in modo stabile e ha cibo a sufficienza”, racconta monsignor Christian Carlassare, vescovo della diocesi di Rumbek, capitale dello stato del Laghi. Ma l’Avvento porta anche timori: “È in questi giorni – spiega - che la palude si asciuga e le strade si possono percorrere senza difficoltà. Dunque, è sempre il tempo in cui qualcosa può accadere, come degli scontri o dei conflitti tra fazioni rivali”.
Fede rocciosa
Carlassare, uno dei più giovani vescovi del mondo, lo scorso anno ferito a colpi d’arma da fuoco nella propria abitazione da due uomini armati, sa bene che la fede del suo popolo non è per nulla intaccata dall’escalation di violenza innescata da fazioni contrapposte che, ormai da anni, stanno provocando lutto e dolore. “La preparazione al Natale la stiamo vivendo con la visita alle famiglie, le comunità si radunano nella preghiera e quest’anno si sta svolgendo anche in preparazione al nostro sinodo diocesano che avremo in febbraio, subito dopo la visita del Papa”, dice il presule.
Papa pellegrino di pace
Papa Francesco arriverà nel Paese africano il 3 febbraio del prossimo anno per un viaggio improntato alla pace e al dialogo interreligioso e la popolazione è già in trepida attesa, conferma Carlassare: “La Conferenza Episcopale insieme alle altre Chiese cristiane stanno preparando le attività che saranno svolte in quei giorni. Il Pontefice viene come pellegrino di riconciliazione e troverà una Chiesa anch’essa pellegrina di pace”, assicura il vescovo, che rivela che i fedeli della sua diocesi andranno ad accogliere il Papa con un pellegrinaggio a piedi da Rumbek alla capitale, Giuba: “Così ci potremo sentire chiesa ci potremo sentire popolo”.
Violenze continue
Nella nazione del centro-est dell’Africa omicidi e violenze non accennano a diminuire. Nelle scorse settimane, i combattimenti si sono spostasti nello stato dell’Alto Nilo e stanno interessando anche gli insediamenti civili. Monsignor Carlassare ribadisce che, però, “dal punto di vista politico c’è il desiderio della pace e anche la popolazione anela questo grande obiettivo. L’appello alla pacificazione, ora, va fatto soprattutto a quei gruppi rivali che hanno ripreso le armi e non hanno firmato l’accordo di pace e continuano a destabilizzare tutto il Sud Sudan".
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui