Monsignor Crociata: Sassoli incarnava il servizio di cura degli altri
Cecilia Seppia – Città del Vaticano
Un campione di democrazia, un leader capace di visione, un uomo di fede, un esempio di umanità, l’amico dei più deboli. Sono numerose le “definizioni” attribuite a David Sassoli, il presidente del Parlamento Ue, affetto da mieloma, scomparso l’11 gennaio 2022 all’età di 65 anni dopo complicanze dovute ad una grave disfunzione del sistema immunitario. Ma come spesso accade, nessuno di questi epiteti riesce ad esaurire a pieno la grandezza di alcune persone. Quello che è certo, come ha affermato monsignor Mariano Crociata, primo vicepresidente della COMECE, è che la sua figura ha lasciato un’eredità, una traccia duratura nelle persone e nelle istituzioni in cui Sassoli ha operato sempre “in spirito di servizio”. Ne sono testimonianza i messaggi, le iniziative che hanno animato questo giorno che sarà per sempre di lutto per l’Europa, ma anche occasione di memoria e sfida a costruire un altro futuro nel solco dell'unità e della solidarietà.
Sono stati davvero tanti quelli che lo hanno ricordato in questo primo anniversario della morte. Molte personalità e semplici fedeli, oltre a parenti ed amici, hanno preso parte alla celebrazione commemorativa presso la Chiesa di Nostra Signora delle Vittorie nel Sablon, a Bruxelles, celebrata da monsignor Hrvoje Škrlec, Chargé d’Affaires della Nunziatura Apostolica presso l’Unione Europea, e concelebrata dal segretario generale della COMECE, Fr. Manuel Barrios Prieto, che ha letto anche l’omelia di monsignor Crociata, assente per motivi di salute.
Una fiamma che ardeva di passione e interesse
“C’è un tratto - ha scritto il presule - che merita di essere messo in risalto, tra quelli che altri potrebbero richiamare; un tratto che lasciava il segno negli incontri personali e nell’immagine complessiva della sua presenza. Egli trasmetteva, infatti, un senso di fervore in ciò che faceva e in ciò che diceva, come se qualcosa bruciasse dentro di lui, una fiamma che ardeva di passione e di interesse per ciò di cui si occupava e di cui parlava, qualunque fosse l’occasione in cui ciò si manifestava. L’impegno politico è di natura sua caratterizzato da un esercizio costante della razionalità critica e del calcolo; egli mostrava con tutta evidenza una sintesi mirabile tra questa capacità e le motivazioni, vorrei dire ideali e morali, secondo cui lo esercitava. In questo colgo un tratto caratterizzante la personalità di David Sassoli”.
Lo spirito di servizio e cura per gli altri
Richiamando le Letture odierne che parlano del Figlio di Dio che si prende cura della stirpe di Abramo, e di Gesù che, affacciandosi per la prima volta sulla scena pubblica, traduce il compito di Figlio in un servizio di cura degli altri fatto di guarigione, di liberazione, di insegnamento, monsignor Crociata ha spiegato: “Nell’impegno politico, come vale per ogni altro ruolo pubblico, il passo che conduce all’ingresso nell’agone del confronto tra le forze sociali, richiede un passaggio, dalla cura di sé alla cura degli altri. Tutto questo si riscontrava in David Sassoli, con in più la nota di quell’ardore che nasceva da una tensione interiore verso il più, verso il meglio, che è la qualità inconfondibile delle persone segnate da alta idealità e moralità. Che questa abbia, poi, una precisa ed esplicita connotazione religiosa, rende il tutto più eloquente e intellegibile”.
Eredità e insegnamenti
Ma nonostante la fede che lo animava e che Sassoli ha incarnato con "vigile discrezione", con coerenza e convinzione, mai è venuto meno in lui, ha notato il vice-presidente della COMECE, il rispetto, e anzi l’accoglienza, “verso quella pluralità che è ricchezza se diventa scambio e condivisione della ricerca e delle motivazioni che ispirano l’azione dei singoli e dei gruppi”. Monsignor Crociata ha insistito poi sull’eredità e l’insegnamento che Sassoli ha lasciato a tutte le generazioni. Innanzitutto l'accento sulla persona e sulle sue qualità umane, che è e deve restare il fattore decisivo di ogni costruzione sociale e di ogni istituzione. Certo le competenze e le strutture organizzative sono imprescindibili ma è difficile vederle funzionare senza persone di qualità. “Oggi -ha aggiunto - sembra talora esserci quasi paura di portare l’attenzione sulle motivazioni, sugli ideali, sulle convinzioni di fondo che ispirano e muovono le scelte e le azioni delle persone, specialmente quando assolvono compiti di pubblica responsabilità. Questo alla lunga incardina un pericolo nella collettività, poiché la priva di respiro, di un’anima, destinandola a ridursi a un organismo senza vita”.
Difesa dell'unità, dialogo, apertura
Altro punto importante, in un tempo segnato da aridità e da freddezza, spesso anche da indifferenza e “passioni tristi”, da guerre e tempeste di varia natura, è proprio quell’ardore che ha saputo animare la persona e il servizio svolto da David Sassoli. “Nondimeno dobbiamo avvertire il bisogno di un sussulto di vita e di coraggio, di voglia e di slancio. Io credo che ciò che animava David Sassoli era una visione e una speranza conseguente, grazie alla quale quella visione veniva alimentata, animata, cercata dentro e attraverso ogni passo, ogni gesto, ogni parola, proteso come egli era a creare sempre unità e a stabilire un approccio improntato all’apertura. Senza quell’entusiasmo e quella convinzione, che scaturiscono dalla fiducia – e quindi anche dal desiderio e dalla volontà – di vedere fiorire un nuovo futuro europeo nell’unione dei popoli e delle nazioni, come faremo ad attraversare questo tempo inquieto e minaccioso?”. Dobbiamo aiutarci a guardare oltre gli ostacoli e le previsioni immediate - ha concluso Crociata - a un disegno di Unione più forte e solidale, per i suoi popoli e per quegli altri che attendono da essa un riferimento e un sostegno. La figura di David Sassoli potrà accompagnare come poche altre il nostro cammino su questa via di futuro.
Le commemorazioni al Parlamento Ue
L’Europa intera si è fermata e stretta nel ricordo di Sassoli. Prima della Messa, nella sede dell'Europarlamento a Bruxelles durante la mattinata si è svolta una commemorazione aperta dal discorso di Roberta Metsola, che è succeduta a Sassoli alla presidenza. “Nel nome di Sassoli, mai come in questo momento dobbiamo mettere la democrazia e l'integrità al centro della nostra azione" e "quest'anno rafforzeremo l'integrità, l'indipendenza e la responsabilità dell'Eurocamera”, ha detto Metsola. Folta la presenza degli eurodeputati e di tutte le delegazione italiani, dal Pd al M5s, da Fi a Fdi. Al discorso di Metsola hanno fatto seguito un intervento del capodelegazione dei Dem, Brando Benifei e una clip che ha riassunto alcuni dei momenti della presidenza dell'Eurocamera di Sassoli. L’inno alla Gioia ha chiuso la cerimonia. "Perché i regimi autoritari hanno così paura dell'Europa? Non facciamo guerre, non imponiamo il nostro modello. E allora perché? I nostri valori li spaventano". La domanda di David Sassoli sembra ormai una profezia. A un anno dalla sua scomparsa, il suo ricordo riscalda ancora i nostri cuori e ci indica la strada da seguire". Ha scritto la presidente della Commissione Ue, Ursula Von der Leyen, in un tweet. “Un anno dopo, ci manca più che mai la tua intelligenza e la tua vitalità, caro David. Un anno fa, abbiamo salutato un orgoglioso europeo, un leader caloroso, diretto, autentico e stimolante. Caro David, la memoria del tuo pensiero e della tua azione vive in noi". E’ stato questo invece il commosso ricordo che il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel ha affidato a Twitter.
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