Nicaragua, espulsi negli Stati Uniti sacerdoti e seminaristi
Vatican News
Da Managua a Washington: la giustizia nicaraguense del governo del presidente Daniel Ortega, ha liberato ed espulso 222 prigionieri politici, tra cui cinque sacerdoti, un diacono e due seminaristi accusati di "cospirazione". Tutti sono già arrivati negli Stati Uniti, che dovrebbero concedere loro un permesso di soggiorno per un periodo iniziale di due anni.
Privati dei diritti civili
La Corte d'Appello di Managua ha confermato il provvedimento, sottolineando “l’espulsione immediata ed effettiva” di persone condannate “per aver commesso atti che minano l'indipendenza, la sovranità e l'autodeterminazione del popolo, per aver incitato alla violenza, al terrorismo e alla destabilizzazione economica". Gli espulsi sono stati dichiarati "traditori della patria", hanno avuto i loro "diritti cittadini sospesi a vita" e privati della loro cittadinanza nicaraguense. Secondo l'elenco diffuso dalle autorità, tra le persone destinatarie del provvedimento ci sono i sacerdoti: Óscar Benavides, Ramiro Tijerino, Sadiel Eugarrios, José Díaz e Benito Martínez; il diacono Raúl Vega; i seminaristi Melkin Centeno e Darvin Leyva e anche due operatori dei media della diocesi di Matagalpa, Manuel Obando e Wilberto Astola.
Resta in carcere monsignor Alvarez
Il vescovo della diocesi di Matagalpa e amministratore apostolico della diocesi di Estelí, monsignor Rolando José Álvarez, hanno successivamente confermato le autorità, ha rifiutato l’espulsione ed è tuttora detenuto nel carcere nicaraguense La Modelo di Tipitapa. Per lui la sentenza potrebbe arrivare il 15 febbraio. Anche altri due sacerdoti, Manuel García e José Urbina, del clero della diocesi di Granada, sono ancora detenuti.
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