Pasqua delle Chiese orientali in Ucraina, don Ladnyuk: la mia Messa tra le bombe
Andrea De Angelis - Città del Vaticano
Neanche durante i festeggiamenti della Pasqua delle Chiese orientali hanno smesso di cadere le bombe in Ucraina. Nella notte l’esercito russo ha lanciato missili S-300 nella regione di Zaporizhzhia, distruggendo la chiesa ortodossa di San Michele Arcangelo a Kushuhum. "In quel momento non c’era nessuna funzione e nessuna benedizione del cibo pasquale nella chiesa, di solito molto affollata la notte di Pasqua", ha rassicurato il capo della comunità, Yurii Karapetian. L'ordine era infatti di non tenere le funzioni notturne a causa della minaccia dell’attacco missilistico. Colpita con artiglieria pesante anche la chiesa di Nikopol, in cui sono rimaste ferite due persone. Il luogo di culto è situato di fronte la centrale nucleare di Zaporizhzhia. I filorussi, dal canto loro, hanno denunciato che nella notte di sabato i razzi ucraini sono caduti vicino alla Cattedrale della Trasfigurazione di Donetsk, provocando un morto e due feriti mentre era in corso la veglia pasquale.
Questa è la guerra
"In Ucraina c'è la guerra, ogni giorno cadono bombe che danneggiano anche le chiese e per la Pasqua la notizia ha avuto maggiore risalto". Con queste parole don Oleh Ladnyuk, salesiano che vive e opera come insegnante e cappellano militare nella città di Dnipro, facente parte dell'esarcato di Donetsk con sede a Zaporizhzhia, inizia il racconto di quanto avvenuto nelle ultime ore nella sua regione. Nell'intervista a Vatican News, il sacerdote ribadisce come "in questi giorni si parla di più dei luoghi di culto distrutti, ma qualcosa di simile accade quasi ogni giorno".
"Le bombe - sottolinea - cadono soprattutto di notte, per questo non ci sono state celebrazioni notturne se non al mattino presto o in orari più, diciamo così, sicuri". Le chiese danneggiate sono tante, in particolare è stata completamente distrutta la chiesa di San Michele Arcangelo a Kushuhum che "non potrà essere ricostruita".
Le bombe durante la Messa
Don Oleh ha celebrato la Pasqua vicino al fronte con i militari. "Anche nella Chiesa dove mi trovavo si sentivano le esplosioni delle bombe, per fortuna nessuna è arrivata vicino a noi", racconta con la voce rotta dell'emozione, in particolare quando descrive lo stato d'animo dei fedeli presenti: "Non c'era paura, guardavo la gente, i loro volti, i militari. Nessuno è scappato, tutti erano sicuri della protezione di Dio e così abbiamo finito la nostra celebrazione".
"Noi sempre diciamo che la Pasqua vince la morte, è il trionfo della luce sulle tenebre - conclude il sacerdote - e per questo la speranza, il bene avranno sempre la meglio sul male. Certamente è difficile predicare in questo momento, perché quando muore la gente, ad esempio a Kherson sono morti due civili in queste ore, non è facile andare avanti, ma abbiamo la speranza che Dio ci salva, soprattutto ora che il male è tra di noi".
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