Celebrazioni dei Cristiani copti ortodossi in Egitto Celebrazioni dei Cristiani copti ortodossi in Egitto 

Egitto, la crisi economica non mortifica lo spirito della Pasqua

Monsignor Kyrillos riferisce che in questo periodo i cristiani affollano le chiese e seguono le liturgie penitenziali. Il digiuno durante le ore diurne favorisce la fratellanza con i connazionali musulmani. “Rimettiamo nelle mani di Cristo le sofferenze del popolo colpito da inflazione e crisi alimentare”

Marco Guerra – Città del Vaticano

“Il popolo sta soffrendo tanto ma non rinunciamo a festeggiare la Pasqua, a seguire le liturgie e a condividere la tavola con i nostri fratelli delle comunità cristiane ma anche con i musulmani”: monsignor Kyrillos William, vescovo emerito dell'Eparchia di Assiut, racconta a Vatican News con quale spirito i cristiani egiziani stanno vivendo questo tempo liturgico, che coincide con uno dei periodi di crisi economica più gravi della recente storia d’Egitto.

Le difficili condizioni sociali

Il presule spiega che la ricchezza liturgica della Chiese di rito orientale dà vita ad una Settimana Santa con “celebrazioni lunghissime e chiese affollate di gente che prega”. “Cerchiamo di alleviare le sofferenze come possiamo - dice - ma le difficili condizioni sociali non intaccano la gioia vissuta in questi giorni”. Le difficoltà sono dovute all’inflazione fuori controllo e alla crisi alimentare. L'inflazione ha raggiunto il livello più alto da cinque anni a questa parte, ed è schizzata ad oltre il 30 per cento nel mese di marzo, con la sterlina egiziana che ha perso metà del suo valore lo scorso anno. A pesare è stata anche la guerra in Ucraina che ha bloccato l’esportazione dei cereali verso l’Egitto, Paese che dipende per oltre l'80% del suo fabbisogno dalle importazioni di grano russo e ucraino. In questo contesto milioni di egiziani si trovano in stato di povertà assoluta e combattono ogni giorno per portare cibo sulla loro tavola.

Ascolta l'intervista a monsignor Kyrillos

Pasqua festa sentita da tutto l’Egitto

Monsignor Kyrillos ricorda che le confessioni orientali che seguono il calendario giuliano festeggeranno la Pasqua il 16 aprile e sottolinea che per le celebrazioni non sono in vigore limitazioni legate a questioni di sicurezza. “Noi partecipiamo al Ramadan dei nostri amici musulmani - spiega ancora il vescovo -, siamo invitati ai loro pasti quando rompono il digiuno la sera, oppure siamo noi ad organizzare delle mense comuni in segno di unione e fratellanza”. Il presule inoltre osserva che molti musulmani, che definisce “colti”, partecipano con piacere ai riti delle confessioni cristiane. La Pasqua è infatti una ricorrenza molto importante nella tradizione della nazione egiziana, dove - ricordiamo - circa il 10% della popolazione professa il cristianesimo. “Per noi, qui in oriente, Pasqua è più importante del Natale, i musulmani non credono alla Resurrezione di Cristo, ma credono comunque alla sua nascita e partecipano ad alcune parti della liturgia pasquale, sentono l’omelia, la predica o come minimo vengono a farci gli auguri, insomma ci sono relazioni ottime”.

Il dialogo ecumenico con gli ortodossi

In Egitto la Pasqua è anche un’occasione per riallacciare i complessi rapporti tra i cattolici delle confessioni orientali in comunione con la Chiesa di Roma e gli ortodossi. Secondo quando riferisce Kyrillos, non è ancora possibile fare delle celebrazioni insieme, perché sebbene “il patriarca ortodosso Tawadros II sia un uomo molto aperto”, in alcuni settori persistono ancora resistenze nel dialogo. “Tawadros II andrà a Roma il 10 maggio per incontrare Papa Francesco” (giornata dell’Amicizia Copto Cattolica, ndr), fa sapere ancora monsignor Kyrillos, ricordando che proprio il 10 maggio ricorre il decimo anniversario del primo incontro tra Papa Francesco e Tawadros II in Vaticano, giorno che è anche anniversario del primo storico incontro tra un Papa e un patriarca copto, ovvero quello tra Paolo VI e Papa Shenouda III, avvenuto il 10 maggio 1973. “Tawadros II alimenta il confronto con i cattolici - prosegue monsignor Kyrillos - anche grazie ad un gruppo di nuovi vescovi, da lui nominati, aperti al dialogo”.

L’atmosfera nelle parrocchie

In ogni caso la Pasqua sarà un momento di festa da passare in famiglia e nelle comunità parrocchiali, sottolinea il presule: “Di solito in tutte le parrocchie i fedeli rimangono dopo le celebrazioni per mangiare qualcosa insieme, perché si digiuna tutto il giorno durante la Quaresima qui in Egitto”. In pratica, riferisce il vescovo, per 40 giorni e in particolare nel corso della Settimana Santa si vive un’atmosfera speciale, perché fino alla Messa delle ore 16 la comunità digiuna per fare penitenza e, il più delle volte, dopo le celebrazioni si rimane insieme a mangiare. I sacerdoti dal canto loro sono impegnati ad alimentare questa preparazione spirituale dei fedeli cristiani organizzando “prediche, canti e liturgie penitenziali”.

Nelle mani di Cristo le sofferenze del popolo

I momenti di fraternità e la gioia per la promessa della Resurrezione alleviano le preoccupazioni dei cristiani che, come tutti gli altri egiziani, sono coinvolti in una crisi economica senza precedenti negli ultimi decenni. Kyrillos conferma la difficile situazione sociale: “I prezzi sono aumentati tanto, è un miracolo che la gente riesca ancora a vivere, il governo ha varato sussidi e aiuti ma il popolo soffre ancora molto”. In questa cornice aumenta anche l’emigrazione all’estero e sono milioni i giovani egiziani che cercano lavoro e benessere in altri paesi. Il clero egiziano “dice loro di rimanere”, ma la decisione non è facile quando si cerca “un futuro più sicuro”. Monsignor Kyrillos invita quindi i cristiani d’Egitto a mettere tutta la speranza nella vittoria di Cristo sulla morte, “Lui ci aiuta a superare tutte le difficoltà, noi possiamo partecipare alla Resurrezione mettendo nelle sue mani le nostre sofferenze”.

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07 aprile 2023, 10:00