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Tomás Insua, direttore esecutivo del Movimento Laudato si', alla presentazione del Messaggio di Papa Francesco per la Giornata del Creato Tomás Insua, direttore esecutivo del Movimento Laudato si', alla presentazione del Messaggio di Papa Francesco per la Giornata del Creato 

Il Movimento Laudato si', una rete mondiale che spinge al cambiamento

Si conclude la Settimana Laudato si' ma prosegue l'impegno dei cristiani per l'ambiente. E' bellissimo vedere, ad esempio, l'entusiasmo che si vive in quell'alleanza globale per la salvaguardia del creato che è il Movimento ispirato all'enciclica di Francesco sull'ecologia integrale. A dirlo è Tomás Insua, il direttore esecutivo. Nell'intervista, Insua descrive le azioni in atto ma ammette: è necessario fare ancora molto di più e farlo in rete

Adriana Masotti - Città del Vaticano

Si conclude in questa domenica di Pentecoste la Settimana Laudato si' che ogni anno offre l'opportunità alle comunità ecclesiali di promuovere iniziative e progetti di cura dell'ambiente e di sensibilizzazione ad un rapporto armonioso nei confronti della natura. L’evento globale di chiusura sarà l’invio missionario degli animatori Laudato si’ e di altri operatori pastorali impegnati nella cura del creato, durante la celebrazione liturgica che si terrà ad Assisi alle ore 15 con il cardinale Michael Czerny, prefetto del Dicastero per la Promozione dello Sviluppo Umano Integrale e monsignor Domenico Sorrentino, vescovo della città di san Francesco. Ad Assisi sarà presente, tra gli altri, anche Christina Leaño, direttrice associata del Movimento Laudato si'.

L'appello del Papa per lo stop all'energia fossile

Nei giorni scorsi, in Sala Stampa vaticana, è stato presentato il messaggio di Papa Francesco per la Giornata Mondiale di Preghiera per la Cura del Creato 2023 che si celebrerà il primo settembre. In quell'occasione, il direttore esecutivo del Movimento Laudato si' Tomás Insua, tra i relatori, ha sottolineato come la preoccupazione espressa da Francesco per la prosecuzione dell'esplorazione e dell'espansione delle infrastrutture per i combustibili fossili, sia “impopolare tra le maggiori potenze, indipendentemente dalla loro posizione nella divisione geopolitica”, potenze - ha precisato - che “continuano a costruire sempre più pozzi di petrolio e gas, oleodotti, miniere di carbone e centrali elettriche - esattamente ciò che il Papa denuncia”. E' necessario perciò far sentire la propria voce individuando nei partecipanti al prossimo vertice COP28 di Dubai, come fa Francesco, gli interlocutori a cui rivolgere un appello non più ignorabile. 

Insua: una sfida, la cura del Creato, che coinvolge tutti 

Il contrasto alla crisi climatica e la cura dell'ambiente, nostra casa comune, interpella tutti ad ogni livello: Stati, imprese, comunità civili, Chiese e singoli. E il Movimento Laudato si' vuol essere una realtà ispiratrice al cambiamento. Ai nostri microfoni Tomás Insua spiega gli obiettivi del Movimento e descrive le sue azioni nelle diverse regioni del mondo:

Ascolta l'intervista a Tomás Insua

Tomás Insua, il Movimento Laudato sì è stato definito "un'alleanza globale". Ma che cos'è questo Movimento? Che cosa vuole essere?

Da una parte siamo una rete internazionale, presente in tutti i continenti, di diverse realtà cattoliche che vogliono lavorare insieme per rispondere all'appello di Papa Francesco nell'enciclica Laudato si'. La sintesi della nostra missione sta nel nostro nome: Movimento Laudato sì. Le parole Laudato sì sono una preghiera, la preghiera di san Francesco, la risposta di san Francesco alla meraviglia del creato, una risposta di stupore di fronte a questo dono di Dio. Da una parte, quindi, vuol essere un invito ad avere questa conversione ecologica, questa trasformazione del cuore seguendo i passi e il modello di san Francesco che chiama tutte le creature sorelle o fratelli nostri, come sorella acqua, frate vento, ecc... Dall'altra parte c'è la parola "movimento" che è una parola piena di azione, che significa mettersi in cammino in questo processo di trasformazione per fermare la distruzione di questo dono. Quindi il nostro impegno è trasformare le nostre parrocchie, le nostre scuole, le nostre comunità per vivere questo messaggio, per implementare nei nostri stili di vita questo messaggio e non solo noi come Chiesa abbiamo bisogno di questa trasformazione, ma anche la società e le politiche pubbliche dei governi, quindi ci impegniamo anche nel chiedere a tutti questa trasformazione.

La denuncia del Papa sulla distruzione dell'ambiente è forte come la sua preoccupazione, ma le potenze mondiali - lo ricorda anche il suo messaggio - paiono sorde a questo allarme, condiviso dagli scienziati. Che cosa si può fare? 

Si, purtroppo vediamo che da parte dei governi a otto anni già dall'accordo di Parigi, si sono vissuti otto anni di promesse che ancora non si realizzano. E, infatti, il messaggio di Papa Francesco sottolinea molto fortemente un tema in particolare che è cruciale ed è alla radice di tutto il discorso dell'Accordo di Parigi ed è la necessità a livello energetico di fermare l'uso dei combustibili fossili. Il Papa fa una denuncia molto forte dicendo che questo è pazzesco: non possiamo continuare e non solo continuare ma addirittura ampliare la nostra dipendenza dai combustibili fossili. Oggi le grandi aziende petrolifere continuano ad esplorare e a cercare nuove riserve di combustibili fossili - petrolio, gas, carbone - quando gli scienziati ci dicono che già ne abbiamo troppe e dicono: fermatevi! Questo è l'appello di Papa Francesco che purtroppo non si riesce a mettere in pratica, avremo la COP28 adesso e ci sono grandi dubbi se i governi saranno pronti per implementare l'accordo di Parigi, quindi speriamo che questo appello del Papa sia ricevuto e sia messo in pratica.

 

L'impatto delle azioni personali sull'ambiente è anche importante e voi dite possibilmente in rete...

Certo, assolutamente sì, è fondamentale. Abbiamo tutti bisogno di metterci in azione e dobbiamo fare qualcosa, ma data l'urgenza della crisi dobbiamo lavorare insieme, dobbiamo lavorare in rete perché altrimenti l'impatto delle nostre azioni è minimo. Non è lo stesso se uno, ad esempio, cambia la banca - sappiamo che ci sono le grandi banche e che quasi tutte finanziano questi progetti di combustibili fossili con i soldi della gente comune - e se uno cambia da solo, ad esempio noi adesso come Movimento Laudato sì promuoviamo una campagna per cambiare banca a favore delle banche etiche che investono invece in uno sviluppo sostenibile - se uno lo fa da solo non è lo stesso se invece lo facciamo tutti insieme, lo facciamo tutti. In questo caso l'impatto è molto maggiore e ci sono altri esempi che si possono menzionare, ma l'importanza della rete è cruciale.

Immagino che lei giri molto il mondo per seguire le iniziative del Movimento. Ecco, che cosa trova in giro? Trova convinzione, voglia di cambiamento?

Sì, è una meraviglia vedere i tanti frutti della Laudato sì, tante realtà, tanti gruppi locali. Noi abbiamo questo programma di Laudato sì che è un programma di formazione per i leader locali che vogliono animare le proprie comunità e abbiamo già 12-15 mila di questi leader in tutto il mondo, in 150 Paesi, che cominciano a muovere e a trasformare la Chiesa e le sue comunità con questo messaggio. E ci sono alcuni Paesi, in particolare, dove è incredibile vedere come la Chiesa, anche a livello istituzionale e non solamente la base, come la Chiesa del Brasile o quella delle Filippine, e alcune Conferenze episcopali, siano molto molto impegnate su questo fronte. Ad esempio con il film La lettera sull' enciclica del Papa, un bellissimo film, in questi giorni la Conferenza episcopale brasiliana sta facendo una grandissima campagna di sensibilizzazione in tutte le diocesi. Ma dobbiamo anche ammettere che in tanti altri Paesi questo impegno non è ancora così forte come dovrebbe essere. In tanti luoghi, purtroppo la Laudato si' rimane sconosciuta e la questione della cura del creato rimane un tema secondario, non importante. C'è bisogno dunque che ogni persona, ogni cattolico, faccia qualcosa perchè quello che si fa non è sufficiente, c'è bisogno di tantissimo di più.

E non solo i cattolici, è una sfida che coinvolge tutti i cristiani...

Certamente non solo i cattolici, perché la mobilitazione per la Terra è un cammino ecumenico, particolarmente il Tempo del Creato, che si svolge a settembre è infatti un'iniziativa bellissima a carattere ecumenico, quindi un'opportunità per lavorare insieme ai nostri fratelli e sorelle delle altre Chiese cristiane e, dobbiamo dire, tanti di loro sono molto più avanti di noi. La Chiesa ortodossa, ad esempio, ha cominciato già negli anni '80 programmi e iniziative molto importanti, quindi abbiamo anche tanto da imparare.

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28 maggio 2023, 09:36