Ucraina, il Consiglio ecumenico delle Chiese cerca una via di mediazione
Delphine Allaire – Città del Vaticano
Quale mediazione ecclesiale ed ecumenica per la pace in Ucraina? E l’interrogativo che si è posto anche il Consiglio ecumenico delle Chiese (COE) sin dall’inizio della guerra, perché si trovi la strada giusta per la pace e per questo sono state pensate diverse iniziative. Domani, si recherà a Mosca il segretario generale del COE che si occupa del dialogo fra le differenti Chiese cristiane nel mondo, il reverendo Jerry Pillay, che potrebbe incontrare il patriarca di Mosca e di tutte le Russie, Kirill. Mentre dal 10 al 13 maggio una delegazione guidata dal moderatore del comitato centrale, il vescovo evangelico luterano tedesco Heinrich Bedford-Strohm, ha visitato l'Ucraina. Assieme a lui, hanno incontrato responsabili ecclesiastici e funzionari del governo ucraino, tra cui il ministro della Cultura Oleksandr Tkachenko, l'arcivescovo Vicken Aykazian, vicepresidente del comitato centrale del COE, e lo stesso reverendo Pillay.
La preghiera a Bucha
Durante la visita della delegazione si è svolta anche una preghiera ecumenica a Buča, alla periferia della capitale, sul luogo del massacro dei civili. Rispetto alla Chiesa ortodossa ucraina legata a Mosca, che conta circa 12 mila parrocchie in tutto il Paese, quella d’Ucraina, autocefala dall'accordo di Costantinopoli, ha presentato domanda di adesione al COE.
In autunno una tavola rotonda ecumenica
“Stiamo lavorando per riunire queste due Chiese ortodosse con la Chiesa ortodossa russa attorno a una tavola rotonda questo autunno”, ha detto a Radio Vaticana - Vatican News il moderatore del COE Bedford-Strohm, che ipotizza che l'incontro possa tenersi il prossimo mese di ottobre. Il vescovo evangelico luterano di Monaco, che presiede la Chiesa evangelica in Germania (raggruppamento federale delle Chiese protestanti evangeliche luterane, riformate e unite delle regioni tedesche), riferisce che le due Chiese ortodosse in Ucraina hanno dato il loro assenso durante la visita ecumenica.
Il COE e la Santa Sede stanno cercando di fare il possibile
Le Chiese in Ucraina hanno bisogno di un'istituzione esterna con una prospettiva globale che le aiuti, ritiene Bedford-Strohm, rilevando le differenze tra le due Chiese ortodosse, in particolare riguardo al passaggio dei fedeli da una Chiesa all'altra. “Ci sono discussioni sul ruolo del governo su questo tema. Dobbiamo trovare un meccanismo per poter cambiare l'affiliazione da una Chiesa all'altra. Competizione e rivalità non sono buoni segni”, aggiunge rattristato dalle divisioni accresciute dalla guerra. “Per me la separazione dei cristiani è uno scandalo, in particolare delle stesse Chiese che si scontrano tra due Paesi”, si rammarica ancora il vescovo evangelico luterano.
Il Consiglio ecumenico delle Chiese ha anche informato il Vaticano della situazione delle Chiese in Ucraina. Una delegazione, ricevuta in udienza da Papa Francesco il 23 marzo scorzo, ha informato del desiderio di organizzare una tavola rotonda ecumenica con tutte le Chiese dell'Ucraina. Il Papa ne è rimasto positivamente colpito, secondo Bedford-Strohm: “Il Vaticano usa i suoi canali, noi abbiamo i nostri. Andiamo insieme verso lo stesso obiettivo attraverso percorsi diversi. Le Chiese cristiane devono fare tutto il possibile per guarire queste ferite”.
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