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La vedova ucraina di un volontario americano morto a Bakhmut La vedova ucraina di un volontario americano morto a Bakhmut 

Dall'Ucraina le voci di chi aiuta il proprio popolo martoriato dalla guerra

Profughi, orfani, giovani che vivono sotto le bombe. Sono loro i protagonisti dei racconti di don Andriy Platosh, responsabile della cittadella di Mariapolis, a Leopoli, di Vasil Pesarchuk, direttore di un orfanotrofio a Leopoli e di monsignor. Maksym Ryabukha, vescovo ausiliare di Donetsk, che testimonia: “I bombardamenti sono continui, inaspettati e disumani".

Sofiya Ruda – Città del Vaticano

In Ucraina continuano i bombardamenti e le sofferenze della popolazione. Le autorità di Kyiv hanno riferito che i corpi di 80 militari caduti sono stati restituiti al Paese. Intanto, il capo del gruppo Wagner Prigozhin accusa Mosca della morte dei suoi uomini e minaccia il ritiro da Bakhmut per la carenza di munizioni. In questo contesto Stefano Leszczynski, inviato di Radio Vaticana – Vatican News, si è recato in Ucraina per testimoniare la realtà che sta vivendo il popolo in guerra da oltre un anno.

L'accoglienza dei profughi a Mariapolis

A Leopoli sorge Mariapolis, la città di Maria, una cittadella sotto la cura dei salesiani dove vengono accolti gli sfollati della guerra. “Vedo la sofferenza della gente che ha dovuto abbandonare le proprie case e le famiglie”, racconta il direttore don Andriy Platosh. I profughi piano piano stanno riuscendo a integrarsi nella società, spiega, ma quasi tutte le persone, purtroppo, hanno subito dei lutti: “Non ci sono parole adatte per raccontarlo perché tanti hanno sofferto e hanno visto morire i propri figli”.

Ascolta l'intervista a don Andriy Platosh

L'orfantrofio di Leopoli e la paura dei bambini

“Il periodo è molto difficile perché la guerra porta molti orfani. Adesso abbiamo tantissimi ragazzi, soprattutto dall’Est, che hanno visto la guerra, sanno cos’è, hanno paura”, spiega Vasil Pesarchuk, che gestisce un orfanotrofio a Leopoli con più di 70 bambini. “Dicono che il mondo è ingiusto, si chiedono perché i loro genitori dovevano morire”. Per il futuro del Paese, questo significa che ci saranno tanti orfani, prosegue. I ragazzi hanno vissuto molti traumi, vogliono essere ascoltati. “Prima di tutto bisogna essere per loro madri e padri, si sentono amati”.

Ascolta l'intervista a Vasil Pesarchuk

La vita sotto le bombe nell'est del Paese

Il vescovo ausiliario di Donetsk, monsignor Maksym Ryabukha, salesiano, descrive come vivono le persone della sua diocesi. “I bombardamenti sono continui, inaspettati e disumani. Abbiamo imparato a vivere nella guerra, sotto i suoni degli allarmi e a resistere nonostante tutta la tribolazione che i russi stanno facendo. Cerchiamo di ricordarci che la vita non si mette in pausa quando c’è la guerra”. La vocazione per i giovani è molto forte: “Lavorare con i giovani significa essere nel loro processo di formazione, prima di tutto essere insieme a loro cercare di scoprire lo sguardo di Dio sul mondo e sulla vita”.

Ascolta l’intervista a Mons. Maksym Ryabukha

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05 maggio 2023, 15:04