"A’ Voce d’’e creature", la Napoli dell’eccellenza e della solidarietà
di Giuseppe Simeone
La storia di don Luigi Merola e della Fondazione "A’ Voce d’'e creature" inizia nel 2007 quando nasce questa Onlus con lo scopo sociale di recuperare i minori a rischio a cui il sacerdote napoletano dedica il suo impegno sin da quando era parroco a Forcella. Proprio quando era parroco in questo quartiere della città di Napoli inizia la sua vita sotto scorta e il suo dolore per l’assassinio in un agguato camorristico, avvenuto il 27 marzo 2004, della piccola ed innocente Annalisa Durante. Don Luigi nell'omelia del funerale attaccò duramente la camorra; venne intercettata la frase di un camorrista: "Lo ammazzerò sull’altare". E proprio in seguito a questa intercettazione iniziò la vita blindata del parroco. “Oggi non ho più la scorta dell’Arma dei Carabinieri – spiega don Luigi – ma ho un agente di pubblica sicurezza che mi accompagna; la mia scorta sono i miei bambini e Gesù. Insieme ai miei educatori e a tanti volontari contrastiamo la dispersione scolastica, riportiamo i bambini a scuola e il pomeriggio vengono qui in sede per studiare, stare lontano dai pericoli della strada e diventare cittadini onesti. La camorra si combatte non con le chiacchiere ma dando delle opportunità. Non basta fare domande e parlare ma bisogna dare anche delle risposte.”
La fondazione "A’ Voce d’’e creature"
La Fondazione ha sede nella storica “Villa di Bambù” del boss Raffaele Brancaccio, ragioniere del clan Contini; è stata sequestrata alla fine degli anni '90, confiscata nel 2006, riassegnata al Comune di Napoli nel 2007 e data in comodato d’uso gratuito nel dicembre 2007. Circa 200 ragazzi dai 6 ai 18 anni vengono accolti gratuitamente ogni anno in questa oasi nel deserto che da simbolo del male è diventato luogo del bene e dei fantastici colori che oggi contraddistinguono la fondazione nel quartiere Arenaccia-Poggioreale. Seguiti da educatori, insegnanti in servizio ed in pensione, studenti universitari, volontari del servizio civile e liberi professionisti i ragazzi sono impegnati in attività di doposcuola e sostegno scolastico ma anche in numerosi laboratori: danza, informatica, calcio, batteria, nuoto, arti bianche, decoupage, fotografia, teatro e giornalino. L’altra sede della Fondazione è attiva a Pompei.
Il forno della legalità
Entrando in Fondazione dove prima c’era lo zoo e il leone del boss del quartiere oggi è stato realizzato anche un laboratorio di arti bianche, grazie al contributo dell’associazione Andrea Anselmi, un giovane morto in un incidente aereo. I suoi genitori hanno donato uno spazio dove i ragazzi oggi imparano l’arte della pizza grazie agli insegnamenti del maestro pizzaiolo Vincenzo Staiano, il “pizzaiolo del Papa”. Un laboratorio dove viene insegnato il mestiere di pizzaioli ai ragazzi sottratti alla strada o con i genitori in carcere. Dopo averli recuperati riportati a scuola c’era il rischio di riperderli perché non trovavano lavoro una volta raggiunta la maggiore età. Ecco che nasce l’idea di creare questo laboratorio per formare ragazzi da immettere nel mondo del lavoro. Questa è la Napoli che combatte e che impara un mestiere per non delinquere.
Il campo di calcio e i campi estivi
Come ogni anno è iniziato il torneo della legalità per tenere i ragazzi lontano dai pericoli della strada. Attraverso il calcio e lo sport in generale si insegna tanto a questi giovani; si educa al rispetto delle regole e alla meritocrazia perché nello sport vince chi si impegna di più, imparando a fare squadra e a stare insieme. Recentemente è venuto a fare visita agli scugnizzi della fondazione l’allenatore del Napoli Luciano Spalletti. A breve inizieranno i campi estivi e gli scugnizzi tutte le mattine si divertiranno con i giochi d’acqua e con i gonfiabili.
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