Consulta Antiusura: serve un'educazione finanziaria, è compito anche della Chiesa
Sofiya Ruda – Città del Vaticano
5.480 ascolti, 586 posizioni istruite e 15.987.842 euro erogati con garanzia dei fondi dello Stato. Sono alcuni dei dati che emergono dal bilancio al 31 dicembre 2022, approvato dall’Assemblea ordinaria annuale della Consulta Nazionale Antiusura San Giovanni Paolo II, di cui fanno parte 34 fondazioni aderenti.
La vicinanza alle persone
Il presidente della Consulta Nazionale Antiusura Luciano Gualzetti spiega a Radio Vaticana – Vatican News che dal bilancio emerge innanzitutto il grande lavoro che le fondazioni svolgono nel loro territorio per prevenire il fenomeno dell’usura con l’ascolto, l’accompagnamento e l’intervento economico diretto nei confronti delle persone che sempre di più avvertono il peso degli impegni finanziari. “Questo fenomeno si intreccia molto con il processo di impoverimento che stiamo vedendo con il susseguirsi delle crisi: prima quella finanziaria, poi quella pandemica e adesso quella dell'inflazione”, afferma Gualzetti. “Troviamo delle persone sempre più indebitate che non riescono ad accedere al credito legale e quindi rischiano sempre di più di rivolgersi al credito illegale e all’usura. Bisogna continuare a stare vicino alle famiglie indebitate – sottolinea – perché se non si interviene tempestivamente si apre una voragine”.
L’importanza dell’educazione finanziaria
Le persone che le fondazioni incontrano spesso non conoscono bene come gestire le situazioni finanziarie e come utilizzare gli strumenti a loro disposizione. L’educazione finanziaria, dunque, è fondamentale per aiutare le persone e le famiglie grazie alle attività di formazione e sensibilizzazione che le fondazioni svolgono nelle scuole, negli oratori e nelle parrocchie. “Ci convinciamo sempre di più che si può anche avere questa consapevolezza, ma se non si è educati ad un uso sobrio e responsabile delle proprie risorse e se non c’è un sistema di valori che orienta la propria vita su scelte di sobrietà e di consumo responsabile, tutto questo salta perché poi prevalgono degli impulsi all’acquisto che sono incontrollabili”, continua il presidente. “Vediamo che c’è un vuoto di valori e di orientamento che va ricostruito. Da questo punto di vista la Chiesa ha un grande compito che passa attraverso l’educazione responsabile all’uso del denaro, al debito e al consumo”.
Il contributo dei volontari
Le fondazioni sono fondamentalmente costituite da soli volontari, come ex direttori di banca, operatori, commercialisti e avvocati che ovviamente sanno leggere un bilancio familiare. “I volontari gestiscono tutto il processo, dall’ascolto all’accompagnamento e all’intervento economico. È un impegno enorme – spiega Gualzetti – che svolgono anche in collaborazione con i volontari della Caritas che trovano nelle fondazioni antiusura una risposta competente e tecnica all’indebitamento”. Si tratta di un lavoro fondamentale che punta alla ricostruzione di valori e priorità, ma anche ad affrontare vere e proprie dipendenze.
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