Il Gen Verde ai giovani per la GMG di Lisbona: come Maria alziamoci in fretta
Adriana Masotti - Città del Vaticano
“Perché non scrivete una canzone per la Giornata Mondiale della Gioventù?”. È la domanda che il Gen Verde si è sentito rivolgere varie volte durante la GMG del 2019 a Panama e la proposta non era dispiaciuta per niente alle diciannove componenti del Gruppo artistico internazionale che si ispira alla spiritualità dell’unità del Movimento dei Focolari e ha la propria sede a Loppiano, a pochi chilometri da Firenze. Anzi, loro sognavano di poterlo fare e così è arrivato il momento.
Il tema della prossima GMG, dal 1° al 6 agosto 2023 a Lisbona, in Portogallo, sarà “Maria si alzò e andò in fretta”, e il brano da presentare ai giovani in quell’occasione non poteva che prendere le mosse dalla vita di Maria e da quella chiamata all’uscita e all’azione di cui tante volte Papa Francesco si è fatto interprete incontrando i giovani.
L'invito di Francesco ai giovani
"Gesù crede in te, sa tirar fuori il meglio di te. E sempre invita a fare squadra - aveva affermato Francesco parlando ai giovani a Budapest il 29 aprile scorso -, mai da soli ma con gli altri: questo è molto importante. Se tu vuoi maturare e crescere nella vita - aveva proseguito - vai avanti facendo squadra nella comunità, vivendo esperienze comuni. Penso, ad esempio, alle Giornate Mondiali della Gioventù, e colgo l’occasione per invitarvi alla prossima, che sarà in Portogallo".
Il nuovo brano scritto pensando a Maria
Il nuovo single del Gen Verde Girl On A Mission (Magnificat) vuol trasmettere un messaggio di coraggio e di forza alle ragazze e ai ragazzi che saranno a Lisbona, dice al microfono di Vatican News la cantante Adriana Martins, componente brasiliana della band. Come in altre produzioni artistiche più recenti, per realizzare il videoclip del brano il Gruppo ha coinvolto anche dei giovani, in quest'occasione gli studenti di danza del Laboratorio Accademico Danza di Antonella Lombardo e anche una giovane violoncellista italiana Maria Salvatori, perchè "lavorare insieme agli altri - dice ancora Adriana - è sempre un arricchimento".
Adriana Martins, da quali suggestioni è nata e che cosa vuol esprimere la canzone che avete intitolato: “Girl On A Mission (Magnificat)”?
La canzone si ispira ovviamente al tema della GMG: "Maria si alzò e andò in fretta". Ci piaceva pensare che Maria era anzitutto una ragazza, una giovane che aveva dentro di sè una forza che l'ha spinta a superare tutte le difficoltà e gli ostacoli, appunto perché aveva una missione, aveva Gesù già dentro di sé. E abbiamo cercato anche un ritmo, una melodia che potesse esprimere tanta gioia, tanta forza. Il testo è anche un dialogo con Maria e una preghiera per chiederle che aiuti anche noi nel nostro cammino, a essere come lei.
Vi siete ispirate al Vangelo, alla storia di Maria, ma forse in qualche modo anche a Papa Francesco?
Sì, perchè il Papa ha voluto dare spesso una spinta ai giovani, soprattutto dopo quel periodo difficile che abbiamo vissuto tutti con la pandemia, e noi abbiamo voluto essere collegate a lui in modo speciale, proprio in questo momento.
Il vostro brano è uscito a maggio su tutte le piattaforme musicali e anche su Youtube, ma voi non vedete l'ora di poterla cantare e suonare a Lisbona. Come sarà la vostra partecipazione alla GMG?
Sicuramente la GMG è un momento per noi di una grande emozione, perché sentiamo che è un momento speciale per tutti i giovani. Siamo proprio felici di avere questa possibilità di incontrarli, di vivere con loro. Ed è vero, non vediamo l'ora di cantare lì questa canzone, infatti stiamo cercando di diffonderla il più possibile in modo che i giovani potranno cantarla con noi.
Le parole sono in inglese e in portoghese...
Infatti: in inglese perché è una lingua che pensiamo possa essere la più universale, che tutti possono capire, e in portoghese perchè è la lingua del Paese dove ci farà la GMG, e poi c'è il ritornello che abbiamo voluto in latino perché anche il latino è conosciuto in tutto il mondo. Nei giorni scorsi abbiamo avuto l'occasione di cantarla qui in Italia e i giovani subito hanno risposto con tanta gioia, soprattutto riguardo al ritornello.
Ma quale occasione avrete per cantarla a Lisbona?
Prima ancora di arrivare a Lisbona la nostra prima tappa in Portogallo sarà a Braga, e lì pensiamo di trovare già anche i giovani che stanno arrivando per la Giornata Mondiale della Gioventù. Faremo un concerto il 28 luglio e degli workshop con loro. Poi andremo nell'Algarve, nella diocesi dell'Algarve, dove troveremo migliaia di giovani che, appunto, sono in cammino verso la GMG. Quindi andremo a Lisbona dove abbiamo un progetto con i giovani e un concerto il 2 agosto e poi magari altri concerti di cui stiamo ancora aspettando di sapere le date, ma siamo sicure che di giovani ne incontreremo tanti.
Non è la prima volta che voi partecipate ad una GMG, ad esempio eravate presenti a quella di Panama. Che esperienza è stata?
Ogni GMG è diversa, dipende anche dal Paese dove si vive perchè il luogo porta con sé anche una caratteristica particolare. In America Latina è stata una forte esperienza anche trovare il popolo latino, però in ogni caso il punto principale è sempre l'incontro con il Papa. E poi scoprire nei giovani la stessa passione e questa speranza che senti veramente quando vedi tanti giovani riuniti intorno ad un unico ideale: a Panama è stato davvero bellissimo!
Qual è il messaggio che voi vorrete lanciare questa volta ai giovani...
Andremo a dire loro soprattutto "coraggio, andiamo avanti" e il tema dice tutto, no? Maria si alzò e andò in fretta perché aveva dentro una cosa troppo grande, troppo forte, che l'ha spinta ad andare e ad andare, appunto, in fretta, a non perdere tempo. Allora anche noi per prime ci impegniamo a non perdere tempo per portare al mondo quello di cui ha più bisogno: tanto amore e un messaggio di pace e di speranza.
L'incontro con le ragazze e i ragazzi dell'est Europa
Dopo il tour, lungo un mese e mezzo, che un anno fa ha visto il Gen Verde in Germania, Polonia, Slovacchia e Repubblica Ceca, la band è tornata ad esibirsi nell’est Europa con nuove tappe. A Rzeszów, in Polonia, per guidare dei workshop durante un festival per ragazzi in cui hanno incontrato anche giovani profughi dell’Ucraina. Poi in Romania a Timişoara, capitale della cultura europea 2023, in occasione dell’ “Ecumenical Youth Festival”. Quindi in Ungheria a Szeged e a Bratislava in Slovacchia dove con i giovani il Gen Verde ha lavorato e vissuto un momento di confronto su temi come vocazione, diversità culturale, solitudine. Momento conclusivo del tour Wilhering, in Austria, in occasione di un festival dedicato ai giovani di tutto il Paese.
La voglia di ritrovarsi e di stare insieme
"Vivere questi momenti insieme ai giovani e alle comunità di tanti Paesi è una delle cose che ci dà più carica per andare avanti", dicono le artiste appena rientrate a Loppiano. Alessandra Pasquali, cantante e attrice, parla nell'intervista del rapporto privilegiato tra il Gen Verde e i giovani sperimentato ancora una volta:
Alessandra Pasquali, avete tenuto concerti in Polonia, Romania, Ungheria, Slovacchia e in Austria: ad ascoltarvi molti giovani. Quali le loro reazioni?
Una cosa in comune che abbiamo notato in tutti questi Paesi è proprio la voglia di ritrovarsi. Abbiamo incontrato ragazzi che non vedevano l'ora di mettersi a fare delle cose insieme, nel nostro caso erano laboratori artistici, erano concerti, ma ogni volta facevamo insieme la scelta di viverli cercando di creare ambienti di fraternità e una cosa che abbiamo notato tantissimo è proprio il loro desiderio di mettersi in gioco per costruire qualcosa che rimanga. In tanti, ma ricordo uno in particolare in Romania, che ci ha detto che quello che aveva appreso insieme a noi era proprio questa voglia di fare qualcosa per costruire un mondo così come lo vorrebbero loro. "Qui - diceva - ho imparato a farlo, adesso vado nella mia città, nel mio quartiere, e continuerò così". Penso che questo ragazzo abbia dato voce a tanti che erano lì e poi anche negli altri Paesi perché tutti ci ringraziavano per il fatto che abbiamo portato gioia e per aver percepito questa realtà di comunione e fraternità tra di noi. La cosa anche molto interessante è che noi contavamo sulla collaborazione di altri adulti che erano del posto e che avevano organizzato tutto per i più giovani e abbiamo visto che i ragazzi provavano un senso di gratitudine nei confronti di adulti che si danno da fare per loro.
Avete incontrato anche ragazze e ragazzi provenienti dall'Ucraina?
Li abbiamo trovati soprattutto in Polonia, giovani che non vedevano i genitori da un po', due in particolare avevano il papà proprio sul campo di battaglia e uno anche la mamma come infermiera. Penso che quei giorni insieme siano stati per loro come un respiro di aria diversa. A volte guardandoli mi dicevo: "Certo, adesso ritorneranno nella loro realtà e intorno a loro non ci sarà più questo ambiente pacifico, neanche lontanamente." Però uno di loro, per esempio, ci ha detto: "Io questa cosa la porto con me comunque, non è che rimane qui", insomma, da queste giornate hanno preso forza, ecco.
Partendo dalla vostra esperienza di contatto con tanti giovani come descriveresti il mondo giovanile di oggi? E poi, secondo te, come dovrebbero porsi gli adulti nei confronti di questi giovani?
Parto dagli adulti: io credo che i giovani agli adulti chiedano autenticità ma anche tanto ascolto, che si attendano persone che fanno quello che dicono, che realizzano quello che propongono agli altri. Soprattutto quello che occorrerebbe fare è diminuire la distanza tra gli adulti e i giovani. Non c'è da aspettarsi che i giovani si avvicinino agli adulti ma bisogna fare di tutto per avvicinarsi noi adulti ai ragazzi, andare dove loro sono, anche nei loro spazi più difficili. E questo è faticoso perchè sicuramente sappiamo di non avere lo stesso linguaggio, non possiamo scimmiottare le cose dei giovani, però possiamo fare lo sforzo di trovare delle attività, degli argomenti che a loro interessano, e fare delle cose insieme. E questo lo dico perché, pensando alla situazione dei ragazzi e delle ragazze di oggi, non posso dire che sia facile, e ci rendiamo conto che le sfide sono totalmente differenti rispetto a quelle che abbiamo vissuto noi. Sono giovani che vengono dalla pandemia, da un periodo in cui sono stati isolati proprio nel momento della crescita quando invece dovrebbero più rapportarsi con gli altri e questo ha peggiorato una situazione già esistente fatta di tanto tempo passato nel mondo, diciamo, mediatico dove appunto i rapporti personali e le relazioni vere erano già abbastanza difficili da sviluppare. Quindi abbiamo trovato giovani che hanno più difficoltà a credere in se stessi. Di contro, c'è una grande sete di ideali grandi: quello che noi portiamo è una realtà - quella di Dio amore, quella dei valori del Vangelo - che noi non solo proclamiamo a parole ma che cerchiamo di sperimentare fra noi e con loro, e vedendo come l'hanno accolta, mi vien da pensare che ce n'è bisogno e che la cercano, quindi sono giovani che come sempre, come in tutte le epoche, cercano cose grandi.
È una sfida anche per la Chiesa il rapporto con i giovani. La GMG vuole essere, appunto, un modo per parlare con loro, ma è uno sforzo che poi va proseguito...
La GMG è per me una realtà, un'esperienza da cui attingere forza perché è talmente universale e certamente quelli che partecipano sono giovani che ci vanno per trovare Dio, sono giovani che forse sono già in cammino, altri forse vanno anche solo per curiosità, chi lo sa... La cosa importante è che è un evento dove si prende forza, dopo di che, come comunità, bisogna continuare con questi ragazzi, bisogna sostenerli. Questa della GMG per me è anche una grande occasione per dire: "Non sono solo, siamo tanti nel mondo che vogliamo la stessa cosa", e quindi una spinta a dire anche: "Quello che ho trovato qui lo porto nella mia città e voglio continuare con chi come me ci crede", perché da soli non si va da nessuna parte. Questo spero sia il grande messaggio della GMG.
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