"Noi, non loro": il progetto di vita che rende le persone con disabilità protagoniste
Beatrice D'Ascenzi – Città del Vaticano
Una comunità cristiana capace di accogliere le persone con disabilità, rendendole protagoniste. È questo l’obbiettivo del 2° Convegno Nazionale organizzato dal Servizio Nazionale per la pastorale delle persone con disabilità, che si terrà a Roma dall'1 al 3 giugno. Il titolo del convegno Noi, non loro rappresenta a pieno lo spirito dell’incontro come spiega Suor Veronica Amata Donatello, Responsabile del Servizio Nazionale per la pastorale delle persone con disabilità a Vatican News: “È un manifesto che stiamo cercando di portare avanti da anni nel nostro servizio, non è solo uno slogan. L'accompagnamento da mettere in atto è un processo legato al senso di appartenenza”.
Il ruolo della comunità
All'interno del convegno saranno ospiti persone con disabilità che ricoprono ruoli di responsabilità, individui che quotidianamente sfidano gli stereotipi e le paure di una società che non sempre è in grado di ascoltarli. “La persona con disabilità non è un problema da risolvere, ma fa parte della comunità cristiana -afferma Suor Donatello- Con il nostro lavoro volgiamo portare avanti uno stile di condivisione e di inclusione, un concetto che il Papa nella "Fratelli tutti" afferma in modo chiaro.” Quello che il convegno vuole promuovere è uno stile di cristianità in cui le varie diocesi possano mettere in risalto i loro punti di forza tramite le loro possibilità lavorando sull'asse pastorale, sviluppando progetti legati al mondo dell'abbittare o ampliando i centri diurni “L'importante è che si cammini verso un "progetto di vita"- spiega ancora Donatello- che poi è anche il sottotitolo del convegno.” Spesso infatti il rischio per le persone con disabilità è quello di fermarsi, non trovando ambienti adatti alla loro vita adulta.
Oltre i pregiudizi
Una delle sfide che le persone con disabilità si trovano ad affrontare è l'isolamento dalla comunità, una realtà che li porta a chiudersi in sé stessi. “Rischiamo di avere una visione legata a un approccio medico, pietistico e riabilitativo-racconta la Responsabile del Servizio Nazionale per la pastorale delle persone con disabilità- molti ragazzi vorrebbero andare a teatro o al cinema come tutti gli altri e non affrontare ogni aspetto della loro vita come una terapia”. Per questo per Suor Donatello è importante acquisire senso di comunità: “Noi ci focalizziamo su vari ambiti della vita diocesana. Ad esempio lavoriamo con i siblings - i fratelli e le sorelle di persone con disabilità – spieghiamo alle parrocchie come lavorare con le disabilità complesse o come affrontare il mondo dell'autismo e spieghiamo ai ragazzi come affacciarsi al mondo del lavoro”. Ma il lavoro più grade, spiega ancora Suor Donatello “È mettere in atto un nuovo sguardo, permettere la loro partecipazione. Sicuramente servono gli strumenti, ma la risposta è cambiare mentalità scardinando il pregiudizio”.
Il potenziale umano delle persone con disabilità
Le realtà a cui appartengo le persone con disabilità coinvolgono tutti coloro che ruotano attorno ad essi, per questo motivo, continua Donatello “Stiamo lavorando per allestire percorsi per famiglie con figli con e senza disabilità, aiutando le parrocchie a capire come comportarsi con i ragazzi disabili e permettendogli di vivere con gioia le esperienze comunitarie. In questo modo, non carichiamo i fratelli di responsabilità, permettendo ad entrambi di portare avanti il proprio cammino di fede”. Fare un passo verso le persone con disabilità è necessario per comprendere di cosa hanno bisogno, nei loro vari momenti di vita e come evolvono negli anni le loro necessità. “C’è bisogno di vicinanza. Credo che il Signore sia stato molto più normale, più prossimo nelle relazioni. Vogliamo far sì che le nostre comunità imparano ad incontrare gli altri, come il cammino sinodale ci sfida a fare, accogliendoli attraverso il senso di comunità che è in noi”.
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