“The Mystery Man”, la Sindone in 3D in mostra a Chioggia
Alessandro De Carolis - Città del Vaticano
Da quando fu rinvenuta secoli fa, uscita da un oblio storico durante il quale era scampata a pericoli e passaggi di mano, la Sindone ha rappresentato e tuttora costituisce un enigma insuperabile per le possibilità della scienza, nonostante ciclici approcci offerti da mezzi investigativi e tecnologici sempre più sofisticati. Ma da circa un anno quell’impronta indecifrabile dell’Uomo ucciso dopo torture disumane incredibilmente simili a quelle patite da Gesù è “uscita” per così dire dai limiti bidimensionali del telo di lino che la conserva per diventare un volto e un corpo tridimensionali. È questo il risultato prodotto da ArtisSplendore, la società italospagnola autrice di The Mystery Man, la mostra che ha il suo culmine nella scultura iperrealistica che riproduce in 3D l’immagine dell’Uomo sindonico, con un dettaglio accurato e insieme impressionante del complesso delle ferite inferte lungo tutto il corpo.
Lenzuolo che interroga le coscienze
Ospite dall’ottobre scorso nella cattedrale di Salamanca, dov’è stata visitata da 120 mila persone, The Mystery Man si appresta a spostarsi in Italia, a Chioggia, dal 31 luglio al 7 gennaio prossimo. La mostra – che vede Radio Vaticana Vatican News e L’Osservatore Romano come media partner – è stata presentata stamattina nella città lagunare dal sindaco Mauro Armelao, con la partecipazione fra gli altri del vescovo Giampaolo Dianin e di Francisco Moya, ceo di Artisplendore. Armelao, introducendo la conferenza stampa, ha definito l'evento "uno straordinario incontro di arte, scienza, storia e iconografia religiosa", mentre monsignor Dianin si è soffermato sulla "provocazione" della Sindone, un “un lenzuolo che interroga chi crede e anche chi non crede” e che racconta la crudeltà di cui è capace l’uomo. Una sottolineatura è stata fatta anche sulla storica chiesa di san Domenico a Chioggia, al cui interno verrà allestita la mostra, particolarmente appropriata, ha detto il presule, perché custodisce “un altro mistero”, quello rappresentato dall'antico e monumentale crocifisso celebre per il suo “doppio sguardo”, che se a seconda si osservi dal basso il crocifisso dal lato destro o sinistro esprime l’agonia di Gesù oppure la serenità della sua morte che attende la Resurrezione.
Una mostra itinerante
Nei prossimi giorni la mostra verrà allestita secondo un percorso immersivo in sei tappe, che aiutano il visitatore a contestualizzare la figura di Gesù, la sua condanna e la morte, la Sindone, gli studi forensi fino ad approdare alla scultura del corpo in 3D realizzata in silicone e latex. Tutto – dai segni del supplizio, alla postura, al colore dei capelli e della pelle, l’incarnato olivastro di un cadavere originario della Giudea – è frutto di 15 anni di studio e dell’opera di 6 artisti. A spiegarlo in conferenza stampa sono stati due rappresentanti di ArtisSpelondore. Francisco Moya ha spiegato che The Mystery Man è stata ideata “come una mostra itinerante” che potesse “essere vista non solo dai credenti ma anche da non credenti”. Alvaro Blanco, che ha diretto il lavoro degli artisti di varia provenienza, ha fornito invece dettagli tecnici sulla sua realizzazione, eseguita anche tenendo conto dei criteri della scienza forense.
Tornare a narrare Gesù
A chiudere la conferenza stampa è stato il videomessaggio del nostro direttore editoriale Andrea Tornielli, che ha raccontato del contributo di contatti offerto al sindaco della sua città, intenzionato a ospitare la mostra a Chioggia. Quel lenzuolo sul quale sono impressi i segni che ricordano la Passione di Cristo, ha detto Tornielli, ha ancora “tanto da dirci sulle sofferenze di Gesù e dunque in qualche modo è uno specchio delle tante sofferenze dell’umanità di oggi”. L’auspicio finale, condiviso dal sindaco e dal vescovo, è che la mostra non resti “una bella ma isolata iniziativa culturale” e che possa essere invece “di stimolo per un rinnovato dinamismo attorno alla figura di Gesù, che “tante persone inconsapevolmente cercano”, aspettando “una parola di misericordia”.
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