Dal Sud Sudan a Lisbona, la Gmg del volontario egiziano Fadi
Alessandro Di Bussolo – Inviato a Lisbona (Portogallo)
Tra i 25 mila volontari della Gmg di Lisbona c’è anche Fadi Creta, egiziano di 39 anni veterano delle Giornate, avendo iniziato da giovanissimo pellegrino con quella di Roma nel Giubileo del 2000. Questa è la sua sesta partecipazione, ed è stato anche responsabile di gruppi di giovani. Oggi Fadi, cattolico maronita, è manager logistico di un'organiozzazione umanitaria, ed ha appena concluso sei mesi di missione negli ospedali e nei punti di soccorso del martoriato Sud Sudan. E dopo Lisbona, partirà per una nuova missione, di 8 mesi, in Uganda. Per essere inserito come volontario nella sicurezza alla Gmg, sta usando le sue ferie, perché, dice, “volevo fare una nuova esperienza, aiutare le centinaia di migliaia di giovani che sono qui a vivere la stessa gioia che io ho provato come pellegrino. Per essere un piccolo pezzo del puzzle che sta completando questa grande immagine della Giornata Mondiale della Gioventù, che mi sta piacendo molto”.
La Via Crucis e il Sud Sudan
Dopo aver ascoltato le parole di Papa Francesco alla Via Crucis al parco Edoardo VII, quale situazione di quelle incontrate nella sua vita Fadi si sente di associare l’immagine della Croce di Cristo, che per il Papa è l’emblema dell’amore più grande, “con il quale Gesù vuole abbracciare la nostra vita”. Fadi mi parla allora del Sud Sudan, “che ha ottenuto l'indipendenza dopo una lunghissima guerra con il Nord”, il Sudan di Khartum. Ma poi i sud sudanesi “hanno iniziato a giocare con il male e a combattere tra di loro”, anche tra cristiani. Non hanno sfruttato le possibilità che si erano aperte per una nuova vita nel Paese”. Successivamente, ricorda il volontario egiziano, con l’aiuto della Chiesa e del Papa stesso, “che ha invitato tutte le persone dei partiti politici del Sud Sudan ad aiutare a costruire di nuovo la pace, la fiducia tra le persone, tra le tribù”, abbiamo visto agire l'amore di Gesù per le persone. Cosìcchè anche nella guerra possiamo trovare una via di pace, un ponte”. E questo aiuto è arrivato fino alla visita del Papa nel Paese, sottolinea Creta, che era nel Paese africano quei giorni di febbraio. “La gente era felicissima, Francesco ha dato loro la speranza di futuro di pace”.
“Grazie a Dio ho capito che non sono io il centro”
Ancora nella Via Crucis, il Pontefice ha indicato in Gesù il compagno “nell’oscurità che ci porta al pianto”. Infine ha chiesto ai giovani, in due momenti di silenzio, di dire a Gesù “per che cosa piangono nella vita” e poi pensare alla propria sofferenza, alle proprie ansie e miserie, ma anche al desiderio che l’anima torni a sorridere. È Cristo che lo fa accadere, morendo sulla Croce. Chiedo a Fadi da quali sofferenze o miserie il Signore lo ha risollevato. “Per anni mi sono concentrato solo sul lavoro – confida - solo su me stesso, senza vedere altro. Sono entrato in depressione e allora ho iniziato a capire che la cosa importante non è il lavoro, il guadagnare soldi, essere il centro. Non sono io il centro, è sempre Dio il centro. Così sono uscito dalla mia depressione. Sono andato un anno in Libano per una esperienza spirituale. E da allora ho vissuto di nuovo”.
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