Bartolomeo I: in Ucraina il popolo e l'ecosistema subiscono perdite incalcolabili
Antonella Palermo - Città del Vaticano
"Ogni atto di guerra è anche una guerra contro la creazione, in quanto rappresenta una grave minaccia per l'ambiente naturale". È quanto sottolinea il patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I per la Giornata di preghiera per la Protezione dell'Ambiente Naturale (1 settembre 2023) e per l'inizio dell'anno ecclesiastico. In una prospettiva ecumenica, come da tradizione, quest'anno la sua opera di sensibilizzazione tocca inevitabilmente la stretta connessione tra la dimensione strettamente ambientale e quella inerente i diritti umani calpestati dai conflitti.
La guerra in Ucraina è una orribile devastazione ecologica
Il riferimento esplicito di Bartolomeo è alla "invasione della Russia in Ucraina, che è associata a un'orribile devastazione ecologica". Il patriarca precisa che "l'inquinamento dell'atmosfera, dell'acqua e della terra a causa dei bombardamenti, il rischio di olocausto nucleare, l'emissione di radiazioni pericolose dalle centrali nucleari che producono energia elettrica, le polveri cancerogene prodotte dall'esplosione degli edifici, la distruzione delle foreste e l'esaurimento delle proprietà agricole coltivabili: tutto ciò testimonia che il popolo e l'ecosistema dell'Ucraina hanno subito e continuano a subire perdite incalcolabili". E ripete con forza: "La guerra deve cessare immediatamente e deve iniziare un dialogo sincero".
La quarta generazione di diritti, quelli ambientali
Bartolomeo ricorda che oggi si pone sempre più l'accento su quella che viene definita l'espansione ecologica dei diritti umani. Riprende a questo proposito il concetto di una "quarta generazione" di diritti, insieme a quelli individuali e politici, sociali, culturali e di solidarietà. "La lotta per i diritti umani non può ignorare il fatto che questi diritti sono minacciati dal cambiamento climatico, dalla carenza di acqua potabile, di suolo fertile e di aria pulita, ma anche dal degrado ambientale in generale". Da qui la raccomandazione che le conseguenze della crisi ecologica devono essere affrontate soprattutto sul piano dei diritti umani. "È evidente che questi diritti - dichiara - in tutti i loro aspetti e dimensioni, costituiscono un'unità indivisa e che la loro tutela è inscindibile".
Giovanni di Pergamo: nella Divina Liturgia l'unità tra uomo e creato
Mentre il patriarca si compiace delle ripercussioni delle iniziative ecologiche del Patriarcato ecumenico non solo tra i cristiani, ma anche tra coloro che professano altre religioni, nelle sedi parlamentari e tra i politici, nel campo della società civile, della scienza, dei movimenti ecologici e giovanili, torna a porre l'accento che "la distruzione dell'ambiente naturale colpisce soprattutto i poveri". Di fronte a tutte queste sfide, Bartolomeo precisa che tutto l'impegno profuso dalla Chiesa per creare piena consapevolezza in questi ambiti "non è semplicemente un'attività aggiuntiva", ma la sua espressione e realizzazione essenziale come estensione della Santa Eucaristia. E ricorda la preziosa eredità del pioniere della teologia ecologica, il defunto Metropolita Giovanni di Pergamo, il quale scriveva: "Nella Divina Liturgia, il mondo naturale e materiale, insieme a tutti i sensi, partecipano a un'unità inseparabile. Non c'è antitesi tra soggetto e realtà oggettiva, non c'è una posizione di conquista della mente umana sul mondo circostante. Questo mondo non esiste contro, non è un oggetto dell'uomo, ma viene assunto e messo in comunione. La Santa Comunione non è solo la nostra unione con Dio e con gli altri, ma anche l'assunzione del cibo, l'accettazione e l'apprezzamento dell'ambiente naturale, l'incorporazione e non il semplice consumo della materia".
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