La Settimana sociale nel luglio 2024 a Trieste: democrazia, partecipazione e futuro
Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano
Si chiama 50.ma Settimana sociale dei cattolici in Italia e non più italiani, “in segno di apertura e di riconoscimento della presenza nel nostro Paese e nelle comunità cristiane di persone provenienti da tanti luoghi del mondo”, e coinvolgerà già da novembre, in un cammino preparatorio, i 1500 delegati scelti dalle diocesi e dalle associazioni. E in una città di confine come Trieste, “multietnica e segnata da divisioni politiche lungo la storia - sottolinea nella presentazione, all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, l’arcivescovo di Catania Luigi Renna, presidente del comitato organizzatore delle Settimane sociali - parlerà di partecipazione alla vita democratica nel 75simo anniversario della Costituzione italiana”. In un tempo “in cui notiamo una più timida partecipazione, mentre abbiamo il desiderio di fare emergere il meglio di quanto è già presente nel nostro Paese”.
"Al cuore della democrazia" dal 3 al 7 luglio 2024 a Trieste
Il futuro dell’Italia, si legge nel Documento preparatorio della Settimana, disponibile sul sito www.settimanesociali.it e protagonista di tutti gli interventi della presentazione, “richiede persone capaci di mettersi in gioco e di collaborare tra loro per rigenerare gli spazi di vita, anche i più marginali e affaticati, rinforzando la capacità di scegliere democraticamente e di vivere il potere come un servizio da condividere”. E vorremmo trovare “al cuore della Democrazia” dal 3 al 7 luglio 2024, prosegue il Documento, “partecipazione e pace, lavoro e diritti, migrazioni e diritto ad una vita libera e dignitosa, ecologia integrale, un’economia che metta al centro l’uomo e la natura”.
Renna: una Settimana sociale inserita nel cammino sinodale
Il cammino che ha preso il via a luglio con la pubblicazione del Documento preparatorio, chiarisce l’arcivescovo Renna, è parte integrante di quello sinodale, mettendo in luce “processi già in atto e rinvigoriti” dal lavoro nelle diocesi per arrivare alla prima Assemblea di ottobre in Vaticano. Per questo, sottolinea, “saranno importanti oltre che le relazioni, i laboratori, le ‘piazze tematiche’, le ‘buone pratiche’. Sarà importante tornare ad essere protagonisti della partecipazione perché, come ci siamo detti, la democrazia, prima di essere una forma di governo è un desiderio profondamente umano”.
Riconoscere il protagonismo di tanti "poeti sociali"
Così nella 50.ma Settimana sociale si cercherà di riconoscere, per il presidente del comitato organizzatore, “il protagonismo di tanti cittadini che si sono incamminati, che si stanno rimboccando le maniche, ma che forse abbiamo perso di vista”, quelli che Papa Francesco nella Fratelli tutti, l’ultimo documento pontificio di dottrina sociale della Chiesa, definisce “poeti sociali” e “seminatori di cambiamento”. Sempre l’ultima enciclica nel Papa, conclude Renna, ci consegna tre concetti-chiave: popolo, fraternità, dialogo. Popolo, che è “la società civile nella ricchezza che vogliamo mettere in luce”; fraternità, “lo stile della prossimità che trova nei poveri” e nei migranti, “privilegiati compagni di strada di tanta parte della società civile che mette in atto un’opera di inclusione”; il dialogo sociale, “ossia la metodologia che è indicata per la migliore politica e per l’amicizia sociale”.
Granata: dare visibilità alle nuove forme di partecipazione
La parola fondamentale del Documento preparatorio, e lo sarà anche a Trieste, è “partecipazione”, sottolinea nel suo intervento di presentazione del testo Elena Granata, vicepresidente del comitato organizzatore, docente di urbanistica e vicepresidente della Scuola di Economia Civile del Politecnico di Milano. Che è “il desiderio di vivere insieme non perché costretti, ma sperimentando la comunità come luogo dove tutti sono protagonisti”. I modi di partecipazione alla vita civile “però sono cambiati, e a volte non li riconosciamo”. Ma si identificano, si legge ancora nel Documento, nella “vitalità dell’associazionismo e del terzo settore; nell’emergere di una nuova economia civile animata da imprese e cooperative orientate alla responsabilità sociale; nell’attività di amministratori capaci di ascoltare e interpretare i bisogni emergenti da città e territori; nella costruzione di percorsi di progettazione dal basso per una cura condivisa e partecipata del bene comune; nella spinta propulsiva dei giovani per la cura dell’ambiente, a partire dai loro contesti di vita; nell’impegno di tante Chiese locali per la costruzione delle comunità energetiche, preziosa eredità della Settimana Sociale di Taranto”.
Nerozzi: una Settimana aperta a tutti e che torna ai territori
Infine il segretario del comitato Sebastiano Nerozzi, docente di Storia del Pensiero Economico all’Università Cattolica del Sacro Cuore, presenta il percorso “verso Trieste” e cosa si farà alla Settimana sociale. Dopo il Documento preparatorio e questo lancio del cammino, da novembre fino a maggio 2024 è prevista la lettura nei territori, ai quali il processo tornerà dopo la Settimana di Trieste, per una “generazione nei territori” fino ad aprile 2025, per chiudere con un evento di sintesi del percorso, nel maggio 2025. Partecipazione vuol dire che a Trieste anche i non delegati potranno visitare i “villaggi delle Buone Pratiche” dove 150 esperienze significative sul territorio si presenteranno, come già fatto nel 2021 a Taranto. Per loro è previsto un bando di partecipazione che scade il 15 ottobre. Il pubblico dei non delegati potrà partecipare anche ai dibattiti ed incontri previsti nelle otto “Piazze della Democrazia”, da Piazza dell'Unità a Piazza Verdi, dal Canal Grande a Piazza Cavana, fino al Castello di San Giusto, alle celebrazioni secondo vari riti e, la sera, agli spettacoli musicali, teatrali, artistici e testimonianze.
I "laboratori della partecipazione" nei Magazzini di Trieste
I 1500 delegati, rappresentanti delle diocesi (970) e dei movimenti laicali (230), ma anche delle scuole di formazione socio-politica, di 150 “buone pratiche” e della Consulta dei giovani, si ritroveranno, evitando lo stile “da convegno”, nei Magazzini comunali e del Trieste Convention Center, prima della Stazione Ferroviaria, dove dopo l’ascolto delle linee guida, si confronteranno nei “laboratori della partecipazione”. Saranno sette gli ambiti dei quali si occuperanno i laboratori, ma anche per i quali saranno scelte le “buone pratiche”, da giovani ed educazione a welfare e inclusione sociale, da cittadinanza a lavoro, e poi ambiente, pace e diritti e cultura con informazione.
La novità della web-app per il cammino preparatorio
Non manca l’attenzione ai social, che accompagneranno tutto il cammino preparatorio, e una web-app curata da una agenzia di comunicazione di Trieste, per gestire il percorsi di partecipazione, e che permetterà di prenotare la partecipazione agli eventi nella città giuliana. “I frutti che potremo raccogliere – conclude Nerozzi – vanno dallo sperimentare dinamiche partecipative per la vita di gruppi, associazioni, imprese, amministrazioni; al tessere reti e alleanze sui territori e fra territori, sviluppando “la capacità di fare sistema nel mondo cattolico, quando sempre più associazioni trovano punti d’incontro. Infine “individuare tematiche e proposte sulle quali far convergere l’opinione pubblica”.
Giuliodori: la Cattolica può indagare le realtà complesse di oggi
Nel suo intervento introduttivo e di accoglienza, monsignor Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell'Università Cattolica, portando i saluti del rettore, aveva ricordato che "Se questo Ateneo esiste è perché ci sono state le Settimane sociali, a partire dal 1907" che all'inizio del XX secolo si concludevano sempre con una perorazione: "Serve un centro di alti studi promosso dai cattolici italiani". Monsignor Giuliodori aveva anche sottolineato, parlando del Documento preparatorio, la necessità di "abitare il cambiamento, stando dentro le realtà complesse del nostro tempo". E l'Università Cattolica "è uno dei luoghi più attrezzati per un'indagine della realtà nazionale e internazionale". Per le nuove sfide sociali, poi "servono energie fresche e intellettualmente preparate, da cercare nelle nuove generazioni" che vanno formate "a custodire il patrimonio culturale ma anche a innovare, altrimenti la democrazia inaridisce". Infine l'assistente ecclesiastico della cattolica aveva ribadito "il bisogno di immaginare il futuro in sintonia con il cammino sinodale e il giubileo". Concludendo che con i 45 mila studentio della Cattolica, "potremmo sperimentare forme nuove di partecipazione"
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