Italia Solidale e “il Vivaio della Pace”, contenitore di esperienze di pacificazione
Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano
Dopo dieci giorni di incontri in tutta Italia, che sono diventati 462 dai 250 inizialmente previsti, ventitre missionari laici di Italia Solidale – Mondo Solidale, che vengono da Africa, India e Sud America, si sono ritrovati nella chiesa di Santa Maria del Pianto, cuore del movimento missionario fondato da padre Angelo Benolli, per il lancio di una nuova iniziativa. Hanno tenuto a battesimo “Il Vivaio della Pace”, che offrirà a tutti, ogni settimana, attraverso la stampa e i social media, testimonianze di pacificazione personale dalle 173 missioni nel mondo e in tutte le regioni italiane, che si ispirano al “Carisma di sviluppo di vita e missione”, una nuova antropologia che unisce scienza, fede e vita, ideata negli anni ’60 da padre Angelo, sacerdote Oblato di Maria Vergine e scienziato, scomparso il 16 luglio a 91 anni.
Aiuto e sollievo, rapporti e relazioni
Un nuovo modo di far missione e adozione a distanza con le comunità eucaristiche e missionarie ed i gemellaggi mondiali, che coinvolge già circa tre milioni e 200 mila persone nel mondo. E che cambia le vite, superando la dicotomia tra “aiutati” e “aiutanti”, grazie all’incontro personale, in piccoli gruppi, che porta aiuto e sollievo, intrecciando rapporti e relazioni senza distinzioni di nazionalità o di passaporto. Accade così che italiani salvano i bambini e le famiglie del sud del mondo, attraverso le adozioni a distanza, e allo stesso tempo le persone di quei Paesi si prodigano nel trovare donatori locali, pronti a sostenere l’infanzia di tutti i continenti. Un approccio “nuovo”, sul modello di Gesù con i primi apostoli, benedetto anche da Papa Francesco, che con un messaggio al presidente Davide De Maria ha ringraziato “per i gesti di affetto che ho ricevuto e per le preghiere che offrite per il magistero pastorale che mi è stato affidato”.
Casini: italiani più vivi che mai
E non sono solo parole, ha ricordato nella presentazione del “Vivaio della Pace” Antonella Casini, responsabile dell’area culturale del movimento, perché “in Africa gli uomini usciti dalla poligamia, in India le famiglie hanno superato le caste, e il Sud America si sono staccate dai narcos”. I 462 incontri di questi giorni, dal 20 al 30 ottobre, organizzati dopo il meeting mondiale “La Pace in noi, fra noi e nel mondo”, di inizio ottobre, hanno coinvolto i tanti volontari sul territorio italiano, ma anche i loro amici, “non sono state conferenze, ma scambi di esperienze, in famiglia, negli ambienti di lavoro, nelle scuole e nelle parrocchie”. È stata al prima missione dopo il Covid, ha ricordato Casini, e abbiamo trovato gli italiani più vivi che mai, non è vero che sono sterili”, ma se trovano una ragione di impegno, di missione, si coinvolgono. E con “Il Vivaio della Pace”, ha concluso, “anche la foresta che cresce sta facendo rumore, non solo l’albero che cade”. Le esperienze di pacificazione, "storie vere di guarigione dalle ferite più dolorose dell'uomo di oggi", si potranno conoscere attraverso il sito www.italiasolidale.org, i social media del movimento e i mass media.
De Maria: poveri e missionarietà al centro
Il presidente Davide De Maria, ha ricordato che Italia Solidale – Mondo Solidale ha, in tutti i continenti, una umile esperienza missionaria che ha dato a migliaia e migliaia di persone “la possibilità di ritrovare la pace, la dignità, la libertà, l’indipendenza, la sussistenza, la creatività. Oggi più che mai, in questo tempo di guerra sempre più globale, c’è necessità di condividere una viva luce di speranza per cogliere, dal profondo, che ogni persona è creata da Dio per essere missionaria e per donare, nel suo piccolo, un enorme contributo di pace”. Oggi che finisce il mese missionario, ha concluso, con questi 462 incontri, “abbiamo partecipato, nel nostro piccolo, al tema ‘Cuori attenti e piedi in cammino’, perché la missione non è più l’Occidente che aiuta il Sud del mondo, ma 23 missionari del mondo in Italia”. E Italia Solidale “ha dato anche il suo contributo al Sinodo sulla Chiesa sinodale, che ha messo al centro la partecipazione dal basso, i poveri e la missionarietà”.
Le testimonianze che vedremo su "Il Vivaio della pace"
Alcune delle testimonianze di guarigione che saranno contenute ne "Il Vivaio della Pace", sono state ascoltate nel meeting mondiale che si è tenuto sempre nella chiesa romana di Santa Maria del Pianto, dal 12 al 15 ottobre. Patrick, missionario dal Kenya, ha parlato di padri come lui che nel deserto Turkana sono stati capaci di salvare la vita a centinaia di bambini e trovare anche centinaia di donatori locali che hanno adottato, attrraverso gemellaggi, bambini di altri continenti. In Uganda, nel campo profughi di Kiryandongo, nell’area centro-settentrionale del Paese, che accoglie chi fugge da Sud Sudan, Repubblica Democratica del Congo ed Eritrea, il congolese Cesar ha avviato le piccole comunità di volontari che oggi coinvolgono 800 famiglie, semi di riconciliazione in un contesto di violenza tra profughi di Paesi diversi. In India, donne volontarie hanno superato, con coraggio e fede, millenni di discriminazioni e oggi sono missionarie portando pace tra famiglie indù, buddiste, cristiane e musulmane. In Colombia, donne come Fernanda hanno riscoperto la propria dignità, e strappano, con il "lavoro creativo" bambini e giovani dalle mani dei narcos. E infine in Italia, uomini e donne che sono partiti dall’adozione a distanza e poi si sono fatti coinvolgere nell’esperienza delle piccole comunità sul loro territorio e nella missione per salvare i bambini. Hanno raccontato di aver così superato demoni dolorosi come violenza domestica, ansia, panico, depressioni, solitudine e smarrimento.
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